La vita di Laura Degan raccontata da nonna Assunta
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II parte
La Prima Comunione
Cara nipotina, con molta commozione ricordo la sera in cui hai fatto la Prima Comunione. Desideravi tanto ricevere Gesù. La mamma, sapendo questo e vedendo le tue condizioni di salute, ha ottenuto dal parroco di anticipare il tuo Primo Incontro con Gesù Eucarestia. Avevi quasi sei anni. Era la sera di mercoledì 6 luglio 1994, festa di S. Maria Goretti. Avevi un bel vestitino bianco e blu e un grazioso cappellino bianco: eri vestita come il giorno del Corpus Domini del 1993 quando, durante la processione, spargevi petali di rose per le vie del paese dove passava Gesù. Quel 6 luglio hai detto alla mamma: “Quando faranno la Prima Comunione i miei compagni, posso farla anch’io con la tunichetta bianca?”. Cara Laura, quando i tuoi compagni hanno ricevuto Gesù per la prima volta, tu eri già in Cielo e noi ti abbiamo pensata presente in mezzo a loro, tutta vestita di bianco!
Laura desidera ricevere Gesù tutti i giorni
Cara Lauretta, dal giorno della tua Prima Comunione hai desiderato ricevere Gesù tutti i giorni.
Hai fatto il tuo secondo incontro con l’Eucarestia a Chiampo (VI), presso la piccola grotta di Lourdes dove riposa il Beato Fra Claudio che abbiamo invocato per la tua guarigione. Era una mattina molto calda e tu hai percorso tutte le stazioni della Via Crucis fra le braccia della mamma: ti spiegava le tappe del Calvario di Gesù e tu, piccina, eri molto attenta e desideravi sapere tutto.
Ti piaceva molto partecipare alla S. Messa e ricevere Gesù nella chiesa del Sacro Cuore di Saccolongo: quel luogo era per te la seconda casa, andavi sempre a salutare la Madonnina.
Poi, quando la tua malattia non ti ha più permesso di alzarti dal letto, il nostro parroco o quello del vicino paesello di S. Maria venivano a portarti Gesù tutte le sere. Quando tardavano tu eri impaziente e dicevi: “Ieri sera a quest’ora era già arrivato!”. Ma come potevi saperlo dal momento che i tuoi occhi già non vedevano più?
Ricordo che una sera hai detto al sacerdote: “Mi porti la Comunione anche domani sera?”. Poi hai aggiunto: “Se io fossi Gesù farei guarire tutti i bambini ammalati!”.
Quando fu celebrata la S. Messa nella tua cameretta, tu l’hai seguita con molta attenzione e con le mani giunte.
Appena ricevevi Gesù ti mettevi tranquilla e stringevi fra le tue manine una piccola statua della Madonna. Solo una volta ti ho sentita dire: “Ora che ho ricevuto Gesù ho più male di prima!”. Quella sera il parroco è uscito piangendo. Lo stesso Don Rino scrive di te: “Quello che mi sorprendeva sempre in questa bambina di pochi anni non era tanto 1’atteg-
giamento raccolto e consapevole che assumeva nel ricevere l’Eucarestia, quanto invece il silenzio e la solitudine che voleva attorno a sè: chiedeva di rimanere sola, di non essere disturbata. Certe cose non si percepiscono se non nel silenzio e con gli occhi del cuore.
Non per nulla Gesù, in un impeto di commozione, lodò il Padre con le parole: Ti benedico, o Padre, perché hai rivelato i misteri del Regno di Dio ai piccoli e non ai sapienti! “.
Laura e l’Angioletto
Cara Lauretta, un giorno che non dimenticherò mai è il 18 luglio 1994. La tua mamma aveva intuito che stavi per perdere la vista, così ti portò con l’auto sui Colli Euganei e sul Monte della Madonna. C’ero anch’io e il tuo fratellino Marco. La tua mamma guidava piano e ti parlava dei paesi che stavamo attraversando. Ti diceva: “Vedi, Laura, quelle luci laggiù?”; oppure: “Laura, guarda lassù in alto!”. Siamo poi andati ad Abano per prendere un gelato nella migliore gelateria, ma tu hai preferito non entrare: era una sofferenza per te accorgerti degli sguardi della gente che si posavano sul tuo visetto sfigurato e sui tuoi occhi che si spegnevano.
Al ritorno ci siamo fermati a Montemerlo. Era la festa del paese e la tua mamma evitò di passare per il centro: c’erano le giostre che tu amavi tanto, ma sulle quali, questa volta, non saresti potuta salire. Gli amici Meggiorin ci hanno ospitato: come tutti i lunedì stavano recitando il S. Rosario con il loro gruppo e chiedevano la grazia della tua guarigione. Mentre eri nel loro giardino con la mamma, Marco, la zia Marcolina, me e altri due amici, ad un tratto hai alzato gli occhi verso il cielo e hai esclamato forte: “Guarda, un Angioletto! Vedo un Angelo!”. Noi presenti non lo vedevamo e tu ne eri molto meravigliata. Ricordo che ti sei chinata un po’ e hai detto ancora: “Ma come non lo vedete, se io lo vedo? Guardatelo lì!” e facevi segno con la manina verso l’alto. Poi ce lo hai descritto dicendo: “E’ piccolo come il mio fratellino Marco, biondo come il cuginetto Gabriele, tutto ricciolino, vestito di bianco e con leali trasparenti”.
Da allora, cara Laura, Lo hai visto altre volte e hai parlato con Lui. Alla mamma che ti chiedeva che cosa vi dicevate, rispondevi: “Tu parla con il tuo Angelo; io parlo con il mio!”.
Cara nipotina, ora tu sei sempre insieme a Lui: ti prego, prendilo per mano e, insieme, custodite il tuo fratellino Marco, il cuginetto Gabriele e tutti noi!
Preghiera incessante
Cara Laura, prima di ogni tuo ricovero o controllo all’ospedale, dopo essere passati a salutare Padre Daniele e a ricevere la sua benedizione, andavamo al santuario di S. Leopoldo e tu accendevi sempre una grossa candela davanti alla Madonna.
L’ultima volta che sei entrata nella celletta di “nonno Poldo” hai scritto sul grande libro che si trova lì: “Sono Laura, fammi guarire, grazie!”. Era il luglio del 1994.
Laura e Medjugorje
Cara Laura, desideravi così tanto andare dove appare la Madonna, che la mamma, nel giro di poche settimane, nei mesi di giugno e luglio del 1994, ti ha accompagnata due volte a Medjugorje. Ricordo che, la sera precedente la tua seconda partenza, ti sei affacciata alla finestra e hai detto che c’era l’Angioletto; quindi ti sei rivolta a Lui e Gli hai chiesto: “vieni anche tu domani a Medjugorje con me?”. Ti disse “sì”.
Durante il viaggio di ritorno dicevi di vederlo attraverso i vetri del pullman.
In quell’ultimo viaggio hai desiderato portare con te una bella statuina della Madonna di Fatima, che ti era stata donata da una cara amica: ora quell’immagine si trova vicino al tuo lettino, circondata da fiori freschi e con accanto un piccolo lume sempre acceso.
A Medjugorje hai incontrato la veggente Vicka, che ci ha scritto e telefonato dicendo che tu sei un Angelo del Paradiso. Sei anche salita sul monte dove hai abbracciato la grande Croce: allora il tuo visetto era già sfigurato come quello di Gesù Crocifisso.
Ultimo canto alla Madonna
Come non ricordare la sera del primo agosto 1994! Eri a letto sola e molto sofferente quando, verso le 22.30, ti abbiamo sentita cantare. La mamma ed io siamo salite per verificare: ci sembrava impossibile che, nelle tue condizioni, avessi ancora voglia di cantare. Eppure cantavi! Cantavi l’Inno alla Madonna di Czestochowa ripetendo spesso: “Lascia che io viva vicino a Te!”.
Cara stellina, non ti sei accorta subito della nostra presenza e hai continuato fino alla fine del canto. Sembravi in estasi. Quando poi ci hai notate, hai detto: “Uscite e lasciatemi sola”.
Quanto deve aver gradito quel canto la Mamma Celeste, anche se la tua voce non era più melodiosa come quando stavi bene. Sei sempre stata molto brava a cantare le lodi della Madonna!
La reliquia di Sant’Antonio
Cara Laura, anche la sera del 2 agosto è stata molto particolare, senz’altro un momento da ricordare e meditare.
Un Padre della basilica di Sant’Antonio è venuto a farti visita e ti ha portato una reliquia del Santo. Tu, piccola martire, quella sera hai voluto che tutte le persone che si trovavano in famiglia in quel momento salissero nella tua cameretta, per pregare e baciare la reliquia: la stanza si è subito riempita. Eppure già da diversi giorni non desideravi visite. Dicevi: “Verranno quando starò meglio.”. Era doloroso per te mostrare il tuo visetto sfigurato dal male.
Quella sera hai anche scherzato con Padre Gianmarco, chiedendogli di indovinare il nome del tuo cuginetto.
Cara Laura, la tua sofferenza ci ha ottenuto il grande dono di avere, nella nostra povera e indegna famiglia, la reliquia di Sant’Antonio.
Quante volte lo hai pregato in basilica, appoggiando le tue manine sul marmo dell’arca dove riposano le sue sante spoglie! Grazie Laura!
continua
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