La nostra vita ha una grande importanza nei fini di Dio – 1/3
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Si apprezza tanto poco la vita, anzi tanto spesso la si disprezza, perché la si riguarda dal punto di vista del proprio egoismo. Si guarda solo alla vita presente ed alla sete di godere. Or siccome questa vita non è che un fugace passaggio ed è una prova (a volte, molto dura), se non si guarda alla sua realtà, l’anima si smarrisce, si sente infelice e disprezza la vita.
Una cometa non passa nella nostra visuale che per continuare il suo percorso gigantesco attraverso i cieli… Noi siamo come mobilissime comete, tutte vapori di luce, che hanno un movimento vorticoso, che camminano per condensarsi e diventare un astro del cielo. La nostra vita è il punto dove deve avvenire, dirò così, il condensamento: qui ciò che era solo gratuito dono dì Dio, deve diventare nostra consistenza, sotto la pressione divina della grazia; qui l’anima, che esce dalle mani di Dio, è lanciata nel cielo soprannaturale, e gira intorno ai punti di gravitazione, cioè intorno al Redentore vivente, alla Chiesa, alle grazie che scaturiscono dalla Redenzione finché non sia diventata un astro soprannaturale.
Che cosa grande è dunque la nostra vita, questo impercettibile attimo verso del quale si concentrano e convergono le anime, scaturenti dall’onnipotente amore di Dio! Queste anime sono come faville luminose, che escono immacolate ed incandescenti dall’infinita potenza di Dio, e si rinchiudono in un piccolo corpo, come è imprigionata la corrente di una dinamo. Quella corrente deve muovere la dinamo, deve aggiungersi ad una nuova corrente, deve diventare gigantesca, deve mutarsi in un’onda elettrica, che ritorna nella immensità del cielo…
L’anima racchiusa nel corpo pare schiava, ed invece è operaia. Essa vi trova il mezzo per santificarsi, poiché il Redentore, prendendo la umana carne, mutò in grazia ogni atto della sua vita corporale. Vi trova il Sangue di Gesù che la purifica, vi trova la Passione di Gesù che come sole si riflette e si rifrange in tutte le pene del nostro corpo…, vi trova il mezzo per soprannaturalizzarsi e conquistare la vita eterna! Che cosa grande è dunque questa nostra vita, che è il preludio breve della vita eterna!
Considerate l’infinito amore di Dio nel crearci e nel darci la vita presente. Questa vita che voi sprezzate come un tedio, come un peso, è invece come il palpito del suo Cuore divino… Egli felicissimo in se stesso, volle farci partecipi della sua felicità. Ecco l’Infinito, Uno e Trino… Che gloria, che luce, che amore in quell’oceano di vita! Ecco lo spaventoso caos del nulla!… L’orrido, lo zero, il freddo assoluto! Eppure da quella infinita potenza quante creature possono scaturire, sol che lo voglia! Egli le considera, le ama… Le creature possibili sono come una semente infeconda, finché non è gettata nel terreno.
È L’amore di Dio che raccoglie nella sua infinita potenza la creatura che può essere e non è ancora, e subito, quel seme vuoto, che non ha consistenza, che è nulla, acquista la vita. Non c’è nella nostra vita un paragone che possa darci l’idea della creazione; ciò non pertanto, considerate la creatura come un cristallo avvolto da tenebre, come un brillante sepolto nel buio: appena sorge il sole diventa luminoso, pieno di svariati colori, e scintilla come un piccolo astro. Così sorge la creatura dal nulla! E’ una ingratitudine quindi il considerare come sventura e come un peso la vita.
Ven. Don Dolindo Ruotolo
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