Invisibili uomini persi. Amici miei.
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L’opera, edita da Intermedia edizioni, è un diario intimo in cui il sacerdote racconta la sua esperienza con persone condannate a morte dall’Aids, ma vive nello spirito
Nell’ultimo libro di don Tiziano Soldavini un viaggio attraverso la malattia, il dolore e la rinascita
“Invisibili uomini persi. Amici miei”
Rosa, Oscar, Pablito, Stella… angeli con le ali spezzate, precipitati all’inferno e tornati alla luce grazie all’accettazione del dolore come dono. Esempi viventi di come la piaga dell’Aids possa essere trasformata in germoglio vitale dall’amore di Dio.
È dall’incontro con queste creature “perse”, ma “redente” che nasce Invisibili uomini persi. Amici miei, un “diario intimo di se stesso e dell’altro” scritto da don Tiziano Soldavini, sacerdote e dottore in scienze e tecniche della psicologia della comunicazione.
Come spiega don Raffaele Pettenuzzo che ha curato la prefazione dell’opera, il libro non è solo il racconto di “un uomo” che ha familiarità con la solitudine e il dolore dell’altro, è qualcosa di più. Da una parte c’è il desiderio di conoscere l’altro, la sua dignità, dall’altra c’è invece la possibilità di poter scegliere di entrare in contatto, in una fusione di amore con l’atro, e cioè, come lui stesso dirà: “lasciarsi incastrare in un pasticcio d’amore”.
Il volume, centoquaranta pagine, edito da Intermedia Edizioni (Orvieto), è inserito nella collana “Il Seme”, curata dallo stesso autore.
“Il Seme che germoglia è un prodigio – spiega don Tiziano – è simbolo di nuova nascita, segno di speranza e di futuro. Ogni seme-parola, stretto in un pugno chiuso, non porta frutto; se lasciato cadere diventerà germoglio, spiga, si moltiplicherà. Questo è di ogni seme parola buono. La collana vuole essere come il più piccolo dei semi lasciato nel cuore delle persone, perché in ciascuno possa germogliare e moltiplicare in semi di vita, speranza, felicità, eternità”.
Isabella Gambini
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