Il Terremoto della fede
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Con il terremoto del 20 maggio le nostre case non sono state danneggiate, né il sisma è avvenuto durante una celebrazione. Ringraziamo Dio. La nostra Chiesa di Ceneselli ha reagito bene, ma qualche calcinaccio si è staccato dagli intonaci del controsoffitto e i Vigili del Fuoco hanno vietato l’accesso. Si sta provvedendo ad una ispezione per riaprirla presto. Certo necessita di un restauro ed il preventivo è gravoso, sui 200.000 euro.
In questo mese abbiamo presentato al bando della Fondazione la nostra domanda per un contributo che eventualmente coprirebbe il 50%. Ma i tempi di questo bando sono un po’ lunghi, e i lavori partirebbero dalla prossima primavera. La Chiesa di Calto invece ha subito danni strutturali. La regione Veneto ha stanziato d’urgenza la messa a sicurezza. I tempi per la riapertura saranno lunghi e i costi di restauro pesanti.
In questi giorni però mi chiedevo cosa vuol dirci il Signore in quello che è successo. Per otto anni in Brasile ho celebrato in comunità povere e sperdute nel polveroso e semiarido Sertão. Per la Santa Messa con le famiglie ci radunavamo in casa, sotto gli alberi, sotto tendoni, poveri stanzoni, ad una temperatura che passava i 40 gradi, o di notte circondato da migliaia di insetti attratti dalle luce delle lampade a gas. Ma la fede era viva e l’amore fraterno intenso. Non vivo di ricordi, ma i ricordi mi aiutano a vivere.
Non abbiamo forse bisogno di un terremoto spirituale che venga a scuoterci e spalancare il nostro cuore al Vangelo? Il nostro sguardo è troppo materiale, basso, rassegnato. Guardiamo a ciò che ci manca, a quanto ci costa, al nostro “io”. Rimaniamo frustati, delusi, tristi, soli. E ci lasciamo prendere dalla paura del futuro, dominare da tante insicurezze.
Non riusciamo a fare un salto di qualità, di fede. Ma è proprio lo sguardo spirituale che ci fa riconoscere nell’altro un fratello, che ci fa vedere i segni continui e meravigliosi dell’Amore provvidente del Padre, che ci fa capire il senso della nostra vita. Ricordate san Francesco? Anche la morte la chiamava “sorella”! Non sarà certo un nostro sforzo a farci conquistare e meritare una fede così grande e forte, perché è dono, grazia, e lo Spirito soffia dove vuole.
Ma ci è chiesto l’umiltà dell’accoglienza e dell’ascolto della Parola, la gioia della risposta, la responsabilità del discepolato, per vivere di Cristo, Via, Verità e Vita. Seguire Gesù sul faticoso, ma attraente ed entusiasmante, cammino delle Beatitudini, darà veramente un altro senso a tutto ciò che possiamo pensare e fare. Buona strada a tutti!
don marco balzan
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Parrocchia Annunciazione di Maria SS. in Ceneselli
aperto presso
la Filiale della Cassa di Risparmio del Veneto di Ceneselli.
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MA LA GIOIA PIÙ GRANDE È ACCOGLIERE,
PERDONARE e DONARE,
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