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Il Mese di Maggio, 20 – 21° giorno

19 Maggio 2016 | Filed under: Senza categoria
     

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confessione

LA CONFESSIONE

II Sacramento della Confessione sta tutto nel­la parabola del Figliai prodigo (Le 15,11-24).Il peccato, il pentimento, il perdono: l’uomo che pecca, il peccatore che si pente, Dio che perdo­na. Sono tre realtà concatenate dalla misericordia di Dio.

La confessione è il rimedio del peccato, è il conforto del peccatore, è l’abbraccio di Dio al fi­glio che ritorna. Non c’è Sacramento più umano di questo, perché segue l’uomo e lo solleva dalle sue debolezze e miserie quotidiane, presentandogli ogni volta il paterno volto di Dio Padre, che è felice di perdonare i figli, perché li vuole salvi: “Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta dalla sua condotta e viva” (Ez 33, 11).

“A chi rimetterete…” – Il perdono dei peccati ci viene da Dio, ma solo attraverso i suoi ministri sulla terra: i sacerdoti. Ad essi Gesù ha lasciato il suo mandato: “A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti” (Gv 20, 33). Quante volte? Sempre, purché si sia disposti. Nessun limite alla misericordia di Dio (Mt 18, 22). “La misericordia divina è così grande — ha scritto S. Giovanni Crisostomo — che nessuna parola può esprimerla e nessun pensiero concepirla…”. Perciò S. Isidoro ha potuto affermare con sicurezza: “Non vi è delitto così grande, che non possa essere perdo­nato nella Confessione”.

Sia glorificato Dio nella sua infinita misericor­dia! – Che dire poi della gioia della Madonna, quan­do ci accostiamo al Sacramento della Confessione? Proprio Lei, l’Immacolata, la tutta splendente di candore e di grazia, non può che amare immensa­mente questo sacramento che annulla il peccato e fa splendere le anime dei suoi figli. Certamente o-gni confessione è una grazia della Maternità di Ma­ria, che vuoi vedere le anime dei suoi figli somi­glianti a Lei, per la gioia di Gesù.

“Madonna mia, basta…” – 

La B. Angela da Foligno, da giovane, una vol­ta, si era confessata male, tacendo alcuni peccati per vergogna. Si trascinò avanti così per diverso tempo, vivendo tra rimorsi crudeli, turbamento e infelicità. Un giorno, finalmente, si scosse; si gettò ai piedi di un’immagine della Madonna e la sup­plicò singhiozzando: “Madonna mia, basta, io non voglio più vivere così! Oggi stesso dirò tutto al mio confessore…”. Ed ebbe la grazia di farlo. Era ora! Andò avanti, poi, con una vita di penitenza tremenda, che l’aiutò potentemente a trasformarsi fino al vertice delle più alte esperienze mistiche.

Non dubitiamo mai e non esitiamo a correre dalla Madonna per ottenere la grazia della Confes­sione. “La buona confessione è la base della perfe­zione”, diceva S. Vincenzo de’ Paoli. Dalla Confes­sione si parte e si riparte per le più alte imprese dello spirito. E viceversa: la diminuzione e l’assenza della Confessione fa camminare all’indietro verso la “strada spaziosa e comoda che mena alla perdizio­ne” (Mt 7,13).

“Se ti accusi, Dio ti scusa” – 

Sembra incredibile, eppure sono molti i cri­stiani che non apprezzano e rifuggono dal Sacra­mento della Confessione. Non avrebbero che da guadagnare, e invece non se ne curano affatto. So­no pronti ad andare dal medico per ogni piccolo malessere del corpo; trascurano, invece, la salute della propria anima come se fosse uno straccio! Forse ignorano i grandi benefici del Sacramento o lo considerano soltanto nel suo aspetto più penale: l’accusa delle proprie miserie. E’ necessario invece considerare i grandi frutti positivi che la Confessio­ne ci dona.

Nella vita di S. Antonio di Padova si racconta che un giorno un grande peccatore andò a confes­sarsi dal Santo, dopo avere ascoltato una sua predi­ca. Il pentimento del peccatore era così vivo che gli impedì di parlare per i continui singhiozzi. S. Anto­nio allora gli disse: “Va’, figlio, scrivi i tuoi peccati e poi ritorna”. Il penitente andò; scrisse i peccati su un fo­glio, tornò dal Santo e gli lesse la lista delle colpe. Quale non fu la sorpresa, però, quando alla fine della lettura si accorse che il foglio era tornato bianco, senza più traccia di scrittura! Ecco il sim­bolo dell’anima che torna pura nella Confessione.

Dice S. Agostino: “Quando l’uomo scopre i suoi falli, Iddio li vela; quando li nasconde, Iddio li scopre; quando li riconosce Iddio li dimentica”. Ancora più efficace è S. Francesco d’Assisi con questa breve frase: “Se tu ti scusi, Iddio ti accusa; se tu ti accusi, Iddio ti scusa”. Del resto, continua S. Agostino, “è preferibile sopportare una leggera confusione dinanzi a un sol uomo, che vedersi coperto d’indicibile vergogna dinanzi a in­numerevoli testimoni, nel giorno del Giudizio”.Questo stesso pensiero lo diceva spesso P. Pio da Pietrelcina ai suoi penitenti. Ed è così.

I tre quadri – 

Per questo S. Carlo Borromeo, prima di confessarsi, si fermava a meditare su tre quadri che ave­va fatto mettere nella sua Cappellina. Il primo quadro rappresentava l’Inferno, con i reprobi straziati orribilmente: ciò serviva a incutere un salutare timore. Il secondo quadro rappresentava il Paradiso, con i Beati estasiati di gioia; ciò gli infondeva una carica di impegno a evitare il peccato per non per­dere il Paradiso. Il terzo quadro raffigurava il Calvario con Gesù Crocifisso e l’Addolorata: ciò gli riempiva il cuore di dolore vivissimo per le sofferenze causate a Gesù e a Maria con i peccati, eccitandolo al più fermo proposito di fedeltà e di amore.

Confessarsi così significa non solo purificarsi dalle colpe, ma arricchirsi e crescere ogni volta nel­la vita di grazia. E pensare che S. Carlo Borromeo si confessava ogni giorno! Confessarsi ogni settimana. Se ogni Confessione è un tesoro di grazia per­ché lava la mia anima nel Sangue di Gesù, purifi­candola “dalle opere di morte” (Eb 9, 14), è chia­ro che bisogna approfittarne con grande interesse e frequenza!

Ogni quanto confessarsi? – 

La norma aurea della vita cristiana è la Con­fessione settimanale.Molti Santi, è vero, si confessavano più volte alla settimana, e anche ogni giorno: così facevano S. Tommaso d’Aquino, S. Vincenzo Ferreri, S. Francesco di Sales, S. Pio X… Ma se noi non siamo capaci di tanto, non dobbiamo però far passare la settimana senza lavarci santamente nel Sangue di Gesù. Come era puntuale alla Confessione almeno settimanale il B. Massimiliano M. Kolbe!

Proponiamoci seriamente anche noi questa norma e teniamoci fedelmente: ogni Confessione è una grazia della Madonna, Madre della misericor­dia! E se Ella a Lourdes e a Fatima ha tanto racco­mandato la penitenza, ricordiamoci che la più gran­de e salutare penitenza è quella sacramentale: la Confessione frequente.

Soprattutto, però, dobbiamo confessarci al più presto quando avessimo la disgrazia di commet­tere un peccato mortale. Non contentiamoci dell’at­to di dolore, e non azzardiamoci a fare la Comunio­ne senza esserci prima confessati perché faremmo solo un sacrilegio orrendo: “si mangia la propria condanna”, grida S. Paolo (1 Cor 11, 29). E sareb­be davvero follia andare a fare un sacrilegio, avendo a disposizione il Sacramento della misericordia.

La Madonna non lo permetta mai!

Fioretti

Proposito di confessarsi ogni settimana – Chiedere perdono di tutte le Confessioni fatte male – Meditare la parabola del Figliuol prodigo (Le 15, 11,32).

Padre Stefano


     

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