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Chi e cosa è il Papa

12 Marzo 2013 | Filed under: Attualità, Chiesa, Conclave, Papa
     

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Il successore di Pietro

garante di verità e di unità

Da come lo descrivono i Vangeli, Pietro mostra parecchie carenze: lo vediamo vacillare nella fede mentre camminava sui flutti marini, barcollando e cadendo in acqua al presenziare di una folata di vento; in un’altra circostanza viene rimproverato da Gesù («Allontanati da me, Satana!») per essersi opposto all’ingresso dello stesso Signore a Gerusalemme, dove sarebbe stato crocifisso; un’altra volta rifiuta che Gesù gli lavi i piedi, mostrando così di misconoscere la pienezza dell’amore di Dio nel Cristo e rinnegherà perfino il suo Signore per ben tre volte («Prima che il gallo canti») anziché mostrare la verve del testimone deciso a tutto.
Eppure proprio Pietro, nonostante i suoi limiti e le sue lacune, viene eletto fra tutti a guida suprema della Chiesa con l’appellativo di “Cefa”, Pietra, cioè fondamento sul quale si edificherà da parte di Gesù Cristo l’intero edificio ecclesiale. Quando Gesù rivolge quella domanda ai discepoli: «Chi dice la gente che io sia?» riscontra la prontezza del solo Pietro, che prendendo la parola afferma: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Una simile risposta è esaustiva non già perché sottenda alla grande erudizione dell’apostolo o alla sua grande capacità di intuizione, ma piuttosto perché questi ha ricevuto una rivelazione divina che lo ha informato: «Non la carne né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli». Pietro cioè rivela di essere stato reso partecipe di un messaggio di divina provenienza che gli ha svelato il mistero di Dio, anche se il suo atteggiamento sarà poi manchevole e deludente per certi versi. Sicché Gesù può ribattere: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa».
La promessa che Gesù fa a Pietro è semplice nella sua formulazione e comprensione: durante tutto il corso della storia, fino alla consumazione dei secoli, Pietro saprà sempre chi è Cristo Gesù e sempre lo darà al mondo nella sua pienezza di grazia e di verità.Mai le potenze degli inferi potranno prevalere su Pietro e sul suo insegnamento con il quale nutre i discepoli di Gesù. Mai potranno oscurare la verità che è fatta insieme di dono della Parola e dono della grazia, attraverso i sacramenti che sono usciti dal suo costato aperto sulla croce. Tutto questo avviene non per merito di Pietro, ma per promessa divina. Così Gesù insegna a ogni uomo, che se vuole, potrà sempre sapere dov’è la vera Chiesa e dove regnano la sua grazia e la sua verità in modo pieno, perfetto, senza equivoci, senza alcun errore. Pietro è garanzia di verità e di autentica grazia non solo per la Chiesa, ma per tutto il genere umano.
Ogni ora sa dove poter trovare la verità di Gesù. Soltanto dove c’è questo saldo fondamento, questa solida roccia di Pietro, le forze del male non potranno trionfare. Dove non c’è Pietro la verità si mescolerà con l’errore e la menzogna, e la purezza del dogma lascerà il posto al veleno dell’eresia. Dove non c’è Pietro la stessa cristianità è messa a repentaglio, e la storia insegna che dove non si è riconosciuto il Papa come fondamento della Chiesa, il cristianesimo ha ceduto il passo ad altre religioni o, come ai giorni d’oggi, a un neo-paganesimo.

Questo pericolo non lo corrono solo quelli che non riconoscono il Papa, ma anche tutti quelli che, praticamente, rifiutano il suo Magistero.

I termini “legare” e “sciogliere” indicano l’esercizio di un’autorità indiscussa anche se vicaria, mentre la detenzione delle “chiavi” già presente in Isaia (22,20-22) evidenzia le caratteristiche di un ufficio autoritario che appartiene certamente solo a Dio, ma che viene conferito per via subordinata ad altri: Pietro eserciterà un potere che non gli appartiene, ma che Dio gli conferisce subordinatamente, per il quale avrà piena potestà di “aprire e chiudere”, insomma di decidere e di scegliere. Ma soprattutto egli avrà il ruolo di guidare i fratelli e di porsi per primo al loro servizio, mostrandosi pastore sollecito e premuroso e confermando tutti nella verità.

Lo stesso apostolo Pietro ragguaglierà i discepoli: «Nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio» (2Pt 1,20-21) affermando così come sia importante che un ministro terreno indirizzi i fedeli nella comprensione della vera fede e nella radicalità del vero, perché vengano scongiurati abusi, settarismi e dispersioni. Già in questo egli riafferma la sua autorità vicaria di primo apostolo. Sempre Pietro è ben visibile nel libro degli Atti come sovrastante l’intera comunità cristiana, compreso il collegio apostolico, mentre tutto gravita attorno a lui e qualsiasi decisione la si prende in sua presenza.
È evidente che fino al ritorno glorioso finale del Signore, lungo i percorsi della storia intermedia, gli apostoli hanno dovuto aver cura di scegliere dei successori che continuassero il medesimo ministero petrino cosicché anche oggi l’intera comunità ecclesiale gode della guida di un pastore supremo successore del pescatore di Galilea, avente le medesime funzioni di governo, di insegnamento, di cura pastorale. Questi è oggi colui che definiamo il Pontefice (ponte fra Cristo e il popolo di Dio) o comunemente il Papa, la cui attività di servizio alla Chiesa è indispensabile perché i fedeli si mantengano nell’unità professando una sola fede, un sono battesimo in un solo Signore (Ef 4,1-6) e il triste passato di pontefici usurpatori e opportunisti non deve pregiudicare la realtà certa della funzione del Vicario di Cristo su questa terra.

Il papa consolida l’unità della Chiesa esortando i fratelli alla sequela dell’unica fede nel Cristo, senza che questa subisca compromessi e scalfitture, provvede alla promozione dell’unità e della concordia fra i credenti incoraggiando la comunione fra le varie realtà dei gruppi, dei movimenti e dei carismi ecclesiali, si rende garante dell’attendibilità dell’insegnamento della Rivelazione e della persistenza della verità scaturita dalla Scrittura e dalla Tradizione, istruendo e orientando con sollecitudine tutti i fratelli, così come Gesù aveva raccomandato appunto a Pietro: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).
Sempre il Pontefice si preoccupa di diffondere con tutti i mezzi il Vangelo di salvezza su mandato di Cristo raggiungendo popoli e culture che ancora misconoscono l’annuncio di salvezza perché si riconosca che all’infuori di Cristo non c’è altro nome sotto il quale è possibile essere salvati (At 4,10-12). Oggi come allora, è sempre Pietro, ovvero il Papa, a essere illuminato sulle verità di fede e a istruirci. Ascoltando lui, non possiamo sbagliare e rimaniamo nella verità insegnata da Gesù Cristo.
Quella del successore di Pietro è insomma una funzione di servizio del popolo di Dio e di umile sottomissione alla volontà di Colui al quale appartiene ogni potere e ogni facoltà; un ruolo che comporta umile sottomissione al volere di Dio, disposizione al sacrificio e all’immolazione di se stessi per cui non si è più liberi, ma si è condotti ad andare (a fare) dove in realtà non si vorrebbe (Gv 21,18).

Il fatto stesso che le confessioni cristiane siano oggi numerosissime e quasi tutte derivate da scismi e contrasti intestini fra le stesse Chiese riformate, dimostra che una figura di centralità come il Papa è indispensabile per un credo religioso, affinché la fede individuale si sintonizzi con quella comunitaria e perché si abbia la garanzia certa di trovarsi nel giusto e nel vero.


     

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