Basta con una pastorale di sola conservazione
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Non possiamo più rimanere in Chiesa a prenderci cura solo di quelli che frequentano la Chiesa. Basta con una pastorale di conservazione il cui scopo é quello di nutrire solo i fedeli che sono assidui alla vita della parrocchia, dimenticando gli affamati di Dio che, chi per un motivo e chi per un altro, vivono fuori dal recinto della Chiesa.
É vero, Gesù ogni sabato si recava nella sinagoga per il culto della Parola di Dio, però gli altri giorni era sempre in giro per seminare ovunque la Parola di Dio. Il suo tormento era quello di parlare dell’amore del Padre Celeste per ogni uomo, di istruire gli ignoranti circa le verità eterne, di portare amore dove c’era odio, speranza dove c’era disperazione, gioia dove c’era pianto.
Come un buon e generoso seminatore, Gesù seminava a piene mani la Parola di Dio: nelle case private, nelle piazze, sulle spiagge, sulle barche, nel Tempio. Predicava ovunque e a chiunque, soprattutto agli umili, ai poveri, e ai peccatori pubblici.
Nonostante l’amore che emanava, non incontrava molto successo nella predicazione. La folla lo ascoltava e lo seguiva volentieri solo se guariva gli infermi, ma quando diceva di amare il nemico lo abbandonavano.
I leader religiosi lo criticavano aspramente e, per invidia, cercavano di farlo fuori. Non per questo Gesù smetteva di seminare la Parola di Dio. Non si demoralizzava. I rifiuti e le avversioni non fermavano il suo slancio missionario o alteravano il suo programma.
In Lui c’era l’intima certezza che almeno parte del seme che gettava nel cuore degli ascoltatori sarebbe germogliato e, a tempo dovuto, avrebbe portato frutto. Oggi più che mai la Chiesa ha bisogno di annunziatori forti e miti della Parola che ci salva.
Sei pronto ad esserlo? Amen. Alleluia.
P. Lorenzo Montecalvo
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