Ascensione del Signore Veglia di preghiera per “Asciugare le lacrime”
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Alle ore 18.00, nella Basilica di San Pietro, nella ricorrenza liturgica dell’Ascensione, il Santo Padre Francesco ha presieduto una veglia di preghiera “per asciugare le lacrime”.
Nel corso della Veglia, si è data lettura alla seguente Omelia di S. Gregorio Nazianzeno, Vescovo.
“Non celebriamo il momento presente con ciò che è indegno, ma con la purezza dell’anima e la gioia dello spirito, e con le lampade che rischiarano l’intero corpo della Chiesa, cioè con la contemplazione ed il pensiero di Dio, che vengono innalzati sul santo candelabro ed illuminano il mondo intero. Fratelli, non siamo duri verso chi ci ha trattato ingiustamente, non facciamo nostro quello che condanniamo.
Mostriamo l’insegnamento che ci impartisce Cristo, il quale, ottenendo la gloria dai patimenti subiti, non ha riportato vittoria minore grazie a quelle azioni che, pur potendo, non ha compiuto. A Dio diamo un solo rendimento di grazie: rendiamo più grande con la nostra bontà il mistero, serviamoci a questo scopo dell’occasione che ci viene offerta.
Vinciamo con la clemenza coloro che ci hanno oppresso ed il perdono sia costituito dalla mitezza e dalla forza del precetto, il quale ci accorda la medesima mitezza per quello di cui abbiamo bisogno. Col metro con cui misureremo sappiamo che saremo a nostra volta misurati. Se qualcuno prova troppa amarezza, lasciamo a Dio ed al tribunale dell’aldilà coloro che ci hanno addolorato.
Non mettiamoci a pensare alle confische, non presentiamoci davanti ai tribunali, non esiliameli dalla patria, non tormentiamoli flagellandoli, non infliggiamo loro alcuna di quelle pene che hanno inflitto a noi. Piuttosto, rendiamo anch’essi più umani, qualora sia possibile, col nostro esempio. Se a qualcuno di noi è capitata la sofferenza di un figlio, di un padre, della moglie o di qualcun altro dei nostri cari, facciamo che il soffrire divenga per tutti fonte di ricompensa col persuaderli a sopportare serenamente ciò che hanno subito: questo è il più grande dono che noi possiamo fare loro”.
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