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Mese di Maggio – 3° giorno – Il tempo per salvarmi

1 Maggio 2016 | Filed under: Senza categoria
     

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Mese di Maria - Madonna

IL TEMPO PER SALVARMI

Sulla terra Dio mi da il tempo per salvarmi e santificarmi. “Egli ci vuole tutti salvi” (1 Tm 2,4), vuole la nostra “santificazione” (1 Ts 4,3) e ce ne da la possibilità lungo l’arco di tempo stabilito per la nostra vita terrena. L’arco di tempo può essere più o meno lungo. S. Domenico Savio si è santificato vivendo solo 15 anni. S. Alfonso de’ Liguori, vivendo 91 anni. La misura del tempo sta nelle mani di Dio “padrone della vita e della morte” (Sap 16, 13). A noi tocca solo utilizzare il nostro tempo secondo il fine per cui Dio ci ha creati, ossia: “per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e poi goderlo in Paradiso”, secondo l’insegnamento del catechismo di S. Pio X.

Questo significa “operare il bene mentre si ha tempo”, come raccomandava S. Paolo (Gai 6, 10). Tutto ini deve servire a raggiungere il godimento eterno del Paradiso, che consiste nella visione beati­fica di Dio. Altrimenti, si opera a vuoto, con perdi­te incalcolabili di meriti e di energie. Ad un vecchio eremita, una volta fu Chiesta l’età. “Ho cinquantanni” rispose. — “Non è possibile!   — replicò il visitatore. — Ne avete certa­mente più di settanta…”. “E’ vero —rispose l’eremita — La mia^tà sa­rebbe ‘di 75 anni; ma i primi 25 non li conto, per­ché li ho passati lontani da Dio”.

“A che mi serve…? “- S. Bernardo diceva: “Ogni tempo non speso per Iddio è perduto”. Per questo S. Luigi Gonzaga, come tanti altri Santi, si propose di chiedersi prima di ogni azione:“A che mi serve per l’eternità?… “. E riflettendo fino in fondo, comprese bene come valesse la pena di rinunciare al possesso di un principato e a un avvenire di glorie terrene, per consacrarsi interamente a Gesù e all’acquisto della gloria eterna, con­sumandosi d’amore per Iddio e per il prossimo.

  1. Alfonso M. de Liguori si obbligò addirittura con un voto speciale: il voto di non sciupare un attimo di tempo. E lo osservava con eroismo carni-movente. Quando scriveva per ore e ore quelle pagi­ne di dottrina e di pietà che illuminavano tante anime, se a volte gli faceva male la testa, si premeva con una mano una pietra sulla fronte, mentre con l’altra mano continuava a scrivere. Se volessimo esaminare l’uso del nostro tempo e il fine delle nostre azioni, non è forse vero che dovremmo metterci le mani fra i capelli? …

Quanto tempo sprecato! Magari siamo pron­tissimi a dire di non aver tempo neppure per qual­che minuto di preghiera mattino e sera, o per reci­tare un Rosario (15 minuti), o per fare un’opera buona…; e poi non ci accorgiamo di sciupare ogni giorno ore di tempo libero dinanzi al televisore o al cinema, nei bar o per le strade o allo stadio, tra fumo, canzoni e chiacchiere… Questo è l’uso del tempo libero di molti cristiani!

Raccolgo quel che semino – Che dire, poi, del fine soprannaturale che do­vrebbero avere le nostre azioni? Si agisce solo per guadagno. Si fa tutto solo per interesse. Si lavora solo per i soldi. E quale prontezza fulminea quando si tratta di lamentarsi per inconvenienti, disagi o perdite! Tutto è calcolato. Tutto mi deve dare il massimo rendimento e godimento con il minimo sforzo. Forse nei nostri comportamenti non c’è mai neppure un soffio di amor di Dio, un cenno di intenzióne soprannaturale, un moto di elevazione al fine più alto per cui il cristiano deve agire. “Sia che mangiate, sia che beviate, o facciate qualunque altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1 Cor 10,31).

Come faremo davanti a Dio? Se è vero che un giorno renderemo conto anche “di ogni parola oziosa” (Mt 12,36), tanto più renderemo conto di ogni minuto di tempo sciupato. In un minuto di tempo si possono fare diversi atti di amor di Dio. Cosi faceva, ad esempio, S. Bertilla Boscardin che passava per le stanze dell’Ospedale recitando devo­te giaculatorie piene di amore. Noi, invece, passia­mo di azione in azione, di luogo in luogo, solo attenti al nostro interesse. Ma non facciamoci illu­sioni: “quello che l’uomo avrà seminato, quello mieterà”’(Gal 6,8). Se riempiremo il nostro tempo di azioni fatte per Iddio, mieteremo un giorno la visione beatifica di Dio; altrimenti, mieteremo le sofferenze del Purgatorio o, Dio non voglia, dell’in­ferno eterno.

Un bell’esempio

Guardiamo a un modello di santo nostro con­temporaneo: il B. Giuseppe Moscati, grande medi­co napoletano. Non visse a lungo, ma riempì il suo tempo di cose veramente nobili e sante. Ogni giorno egli iniziava la sua giornata alle cinque del mattino con due ore di preghiera raccol­ta e intensa: faceva la sua meditazione, partecipava alla S. Messa, riceveva la S. Comunione e faceva un lungo ringraziamento.

Senza queste due ore, soprattutto senza la Santa Comunione egli diceva di non aver coraggio a entrare in sala medica per le visite agli ammalati. Subito dopo le due ore di preghiera, si portava nei vicoli di qualche rione della vecchia Napoli, scendeva in qualche “basso” o saliva su qualche soffitta a visitare gratuitamente ammalati in condi­zioni penose e pietose.

Continuava poi la sua mattinata con la scuola e con le visite mediche, all’Ospedale. Prima di una diagnosi, nei momenti di difficoltà, metteva la ma­no nella tasca, stringeva per un attimo la corona del Rosario, si raccomandava alla Madonna. Durante le visite non era meno preoccupato di raccomandare agli infermi la cura dell’anima, dando consigli e am­monizioni concrete… come quella di confessarsi e di comunicarsi. A mezzogiorno, al suono dell’Ange­lus, anche se stava in sala medica, recitava imman­cabilmente l’Angelus, invitando tutti i presenti a unirsi nella preghiera.

Al pomeriggio continuava le visite mediche, a casa, fino al tramonto. Chiudeva la sua giornata con la Visita al SS. Sacramento, la recita del S. Rosario, le preghiere della sera. Morì mentre faceva le visite, amando i corpi e le anime degli infermi. Ecco unsero cristiano che “operava il bene mentre aveva tempo” (Gal 6, 10).

Fioretti                                                                

Iniziare e chiudere la giornata con le preghiere del mattino e della sera – Mortificare soprattutto gli occhi e la lingua per non sciupare tempo in curiosità e chiacchiere – Pregare anziché parlare inutilmente.

Padre Stefano Manelli


     

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aiutaci, o Padre buono,
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
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specialmente nelle loro difficoltà.
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come il suo e possa aiutarci
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e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
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rimani sempre con noi,
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AMEN

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