Trasformare il mondo
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Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. Lo ha affermato Benedetto XVI, nella messa nel parco di Bresso, per l’Incontro mondiale delle famiglie, nella solennità della Santissima Trinità.
Hanno concelebrato numerosissimi cardinali, tra i quali Tarcisio Bertone, Ennio Antonelli, Angelo Scola, Angelo Bagnasco, Camillo Ruini, Dionigi Tettamanzi, Gianfranco Ravasi, e vescovi. Alla messa erano presenti il presidente del Consiglio, Mario Monti, i ministri Lorenzo Ornaghi e Andrea Riccardi, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e diversi politici.
«Dio – ha precisato il Papa – ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche, perché i due fossero dono l’uno per l’altro».
Rivolgendosi agli sposi ha sottolineato:«Nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche attività, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente» e «per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione».
«La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell’amore – ha aggiunto – è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo.
«La vostra vocazione non è facile da vivere, specialmente oggi, ma quella dell’amore – ha aggiunto – è una realtà meravigliosa, è l’unica forza che può veramente trasformare il mondo.
Davanti a voi avete la testimonianza di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costante rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, superare con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile».
Rivolgendosi ai fedeli che «sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione», ha precisato: «Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra sofferenza e fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza».
Il Santo Padre ha poi ribadito un chiaro no a una concezione utilitaristica della vita, del lavoro, della produzione e del mercato: «Il progetto di Dio – ha sottolineato – e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie.
La mentalità utilitaristica tende, anzi, ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale». Infine un richiamo a salvaguardare la Domenica come giorno di festa e del Signore. Famiglia, lavoro, festa sono «tre doni di Dio, tre dimensioni della nostra esistenza che devono trovare un armonico equilibrio»
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