Messaggio da Medjugorje del 25 gennaio 2013
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“Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. La vostra preghiera sia forte come pietra viva affinché con le vostre vite diventiate i testimoni. Testimoniate la bellezza della vostra fede. Io sono con voi e intercedo presso il mio Figlio per ognuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento
La Regina della pace ci invita nuovamente alla preghiera perché sa bene che non possiamo farne a meno. La preghiera è la forza del credente, il suo primo nutrimento spirituale. Ricordiamo le parole di Gesù: “Io ho un cibo che voi non conoscete” (Gv 4, 32).
Grandiosa ricchezza la preghiera che unisce la creatura al Creatore, spalanca le finestre dell’anima alla luce del “sole di Giustizia”. Attraverso la preghiera, umile e fiduciosa, giunge sempre la pace che il cuore desidera. In questo mondo così freddo e materialista, che vorrebbe togliere la pace e la speranza agli uomini, abbiamo tanto bisogno di pregare.
Buon per noi che il nostro misericordioso Dio vede i suoi figli che si dibattono nella prova e, nella sua bontà, si volge pietosamente verso quelli che lo invocano: “Signore salvaci!”.
E l’aiuto giunge e il salvato canta: “Voglio proclamare l’amore del Signore: date gloria al nostro Dio! Egli è la roccia; perfetta è l’opera sua; tutte le sue vie sono giustizia … Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali…” (Dt 32).
Ma noi, come preghiamo? La preghiera non è un meccanico recitar di formule ma uno slancio dell’anima verso il Padre o la Madre, un bisogno di comunione soprannaturale, una ricerca del Vero, dell’amore santo.
La preghiera allora deve partire da un cuore capace di riconoscere il Principio del bene e di rivolgersi a lui con la forza dell’amore del figlio che incessantemente “parla” con i Genitori celesti, lasciandosi plasmare da loro.
Basta anche soffermarsi in silenziosa contemplazione davanti ad un’immagine di Gesù o della Madonna pronunciando, ogni tanto, un’invocazione: Signore/Maria, ti amo … Vieni in mio aiuto … Confido in te, non abbandonarmi mai … Donami la tua Grazia … Ti raccomando i miei cari … Tu sai tutto, pensaci tu … Mi metto nette tue mani, proteggimi …
In questo felice abbandonarsi nelle braccia divine, in questo “stringersi a Cristo, pietra viva”, avviene la trasformazione del credente in una “pietra viva” adatta ad essere impiegata “per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo”.
Diventare pietre vive deve essere il nostro primo obiettivo perché la Chiesa ha bisogno di queste pietre per mantenersi forte e bella, perché in ognuno di noi – templi vivi dello Spirito Santo – sia possibile offrire il sacrificio dell’amore e della lode, tanto gradito a Dio.
E’ importante ricordare che durante la preghiera, lo Spirito divino discende sull’orante, lo arricchisce di santi doni ed accresce la sua fede. Più si prega col cuore e più cresce la fede che ci fa vedere e sentire Gesù come una persona viva che opera in noi e con noi, riempiendoci di quell’amore che scalda il cuore e dà gioia e voglia di affrontare il mondo.
Con questo amore vivificante e con la potente intercessione della Madonna, può essere facile mostrare la bellezza della nostra fede a tutti quei fratelli che – sconvolti dall’imperante materialismo – hanno estremo bisogno di incontrare il Volto luminoso di Cristo, il Quale si fa presente attraverso l’amore, l’ascolto, la parola ed i gesti concreti delle sue “pietre vive”. Preghiamo dunque e testimoniamo con gioia la fede che lo Spirito ha generato nei nostri cuori
Don Manlio
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