Meditazioni per un anno – 12 novembre – 103° giorno –
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GESÙ MUORE SULLA CROCE 1°
Il Vangelo racconta: sulla Croce Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Detto questo spirò. (Luca 23,44-46). Paolo VI commenta (nel Venerdì Santo 1970): “È morto perché Lui lo ha voluto (cf. Gv 1o, I7s.). Perché lo ha voluto? Qui è la chiave di questa tragedia: perché Egli ha voluto assumere sopra di Sé tutta l’espiazione dell’umanità (cf. Isaia 53,6; Gv. 11,51; 2 Cor 5,21). Egli si è offerto vittima in sostituzione nostra; Egli è l’agnello di Dio che cancella il peccato del mondo’ (Gv. 1, 29).
“Egli si è sacrificato per noi. Ci ha redenti. È la nostra salvezza. E perciò il Crocifisso incatena la nostra quasi allucinata attenzione: se Cristo ha assunto sopra di Sé il debito dovuto alla giustizia di Dio per i miei falli, io sono corresponsabile, io sono colpevole del suo sangue! Poi la risposta si fa gaudio, che esplode in riconoscenza e in amore: ‘Egli mi ha amato e si è sacrificato per me (Gal 2,20)”.
Ecco Gesù esangue sulla Croce. Le ultime stille le ha versate quando è stato colpito con la lancia al cuore. Il Papini commenta: “Tutte le lacrime degli uomini raccolte insieme come un amaro mare, non ripagano una sola di quelle gócciole che caddero, rosse e pesanti, sul luogo del Calvario: le gócciole del sangue divino” (Storia di Cristo).
S. Paolo della Croce (1694-1775) esortava frequentemente i suoi Frati e le monache Passioniste e tutti i fedeli, che incontrava nella predicazione e nel confessionale, a fare acquisto della scienza della Croce. Ripeteva: “Vi prego quanto so e posso: approfittate di quella scienza divina che Gesù da Maestro sovrano vi insegna nella scuola della sua santissima Passione. In mezzo alle occupazioni è necessario confortare e fortificare lo spirito ai piedi del Crocifisso nella meditazione delle sue santissime pene”.
Giovanni Paolo II dice: “Questa Croce, elevata come segno della nostra Redenzione, baluardo di speranza, simbolo della morte e della vita, del dolore e della gioia, è il trono di Cristo, dal quale regna attirando tutti a sé. Che tutti gli sguardi si rivolgano a questa Croce, albero di vita. Vicino alla croce di ciascuno ci sia sempre Maria per incoraggiarci col suo sguardo materno” (in Columbia, 1986).
P. Crispino Lanzi
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