Viviamo nello Spirito – IV
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È adesso che si deve realizzare
Eppure mi sembra di potervi dire che questa comunità di Gerusalemme ancora non si è vista realmente, integralmente nella storia della Chiesa: deve ancora nascere! O, almeno, deve nascere di nuovo, perché la “parrocchia”, che è fatta per realizzare tutto questo, raramente lo realizza. Cosa mancava in quelle comunità che erano intorno a S. Francesco, o intorno a S. Chiara, o intorno a S. Ignazio? Erano fervorose, erano piene di santità, ma mancava l’insieme dei carismi: erano un membro della Chiesa, non il corpo.
Questa comunità degli Atti degli Apostoli risorgerà in mezzo al popolo, anzi sta risorgendo! Quando ci sono comunità cristiane che vivono così insieme, assidui nell’ascoltare la parola di Dio, a celebrare l’Eucarestia, a condividere i bisogni, a portare i pesi gli uni degli altri, e quando questa Comunità non è fatta da soli uomini o da sole donne, un pezzo del corpo di Cristo, ma da donne, da uomini, da sacerdoti, da suore, da bambini, da sani, da malati… allora sì che c’è la Chiesa.
Questa frase ha un significato teologico profondo che forse va al di là di ciò che si può pensare, perché si pensa, a volte, che in un’assemblea di preghiera ci sia un “pezzo” di Chiesa, e invece no! C’è la Chiesa intera. Leggiamo cosa ha scritto il Vaticano II nella Lumen Gentium, la Costituzione dedicata alla Chiesa: “Questa Chiesa di Cristo, che è la Chiesa universale diffusa in tutto il mondo, questa Chiesa di Cristo è veramente presente in tutte le legittime comunità locali di fedeli le quali, in quanto aderenti ai loro pastori, sono anch’esse chiamate Chiese nel Nuovo Testamento.
Esse infatti sono nella loro sede il popolo nuovo chiamato da Dio con la potenza dello Spirito Santo e con grande abbondanza di carismi. In esse, con la predicazione del Vangelo di Cristo, vengono radunati i fedeli e si celebra il mistero della Cena del Signore; in queste comunità, sebbene spesso piccole, povere, disperse, è presente Cristo intero per virtù del quale quella che si raccoglie è la Chiesa Una , Santa, Cattolica e Apostolica”.
Oggi la fede, il cristianesimo, ha bisogno vitale di queste Comunità, perché il cristianesimo è fatto per essere vissuto in comunità, non da soli; è fatto per essere un corpo! Gesù è venuto sulla terra per costruirsi un corpo, una sposa, un popolo, non tanti individui. Non ha fatto delle alleanze separate, ma una comunità che deve riflettere la comunità sorgente, fonte di tutto, che è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, che stanno sempre insieme nello stesso luogo, cioè in ogni luogo, e si amano e sono nella gioia e sono una cosa sola. Questo deve essere la Chiesa , un riflesso della Trinità, della gioia della Trinità sulla terra.
I cristiani fanno l’esperienza che è impossibile vivere cristianamente nel mondo d’oggi se non c’è qualcosa di più: non basta andare a messa la domenica senza conoscere nessuno e poi tornare a casa… La fede sembra non reggere il ritmo della vita moderna, viene da chiedersi che cosa sia la fede in questo mondo. Quando i cristiani si trovano assieme attraverso i carismi, attraverso la Parola di Dio, l’Eucarestia, fanno l’esperienza che ciò che è dentro di noi, lo Spirito Santo, è più forte dello spirito del mondo, del maligno, che è spirito di tristezza, di avarizia, e questo spirito che sembra gigantesco e che stritola tutto è più debole dello Spirito di Dio che è in noi.
È necessario che ognuno di noi sia “profezia” affinché all’interno delle parrocchie fioriscano queste Comunità che sono “mine” inserite nel mondo di ghiaccio di oggi, e che lo faranno saltare in aria, perché tutto si può contestare, ma non la comunità. È stato scritto che solo l’amore è credibile, ma non è vero neppure questo: solo la comunità è credibile. Quando una comunità vive insieme come i primi cristiani, gli uomini pagani devono dire: “guardate come si amano”, e sono messi in crisi.
P. Raniero Cantalamessa
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