Vagabondi o pellegrini della fede? – Spiritualità del prete oggi – IV
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Carissimi sacerdoti, il Santo Padre Benedetto XVI ci ha raccomandato di tornare a riflettere sui documenti del concilio. Meditiamo soprattutto le quatto Costituzioni Conciliari. Esse ci mostrano:
– Una Chiesa che celebra la liturgia, intesa “come culmine e fonte di tutta la vita cristiana” (SC);
– Una Chiesa che ascolta la Parola con religiosa attenzione (DV);
– Una Chiesa che è popolo di Dio (LG), che è mistero di comunione, che ha la sua ispirazione nella Trinità (Ecclesia de Trinitate), che è corpo mistico di Cristo;
– Una Chiesa in dialogo col mondo (GS). Una Chiesa che ci invita a perseguire questo dialogo mettendo al centro la questione antropologica nella convinzione che “ solamente nel mistero del Verbo incarnato, trova vera luce il mistero dell’uomo” (GS 22).
Una Chiesa al servizio del regno per il bene degli uomini. Una Chiesa infine chiamata a promuovere la vita buona del Vangelo, con la prossimità, la carità, il servizio al povero, l’impegno socio-politico, come esemplarmente state facendo a Napoli, sotto la guida coraggiosa del vostro pastore.
Concludendo e tornando alla fede, vi auguro una fede viva, lieta, attraente, semplice. Paolo VI chiudeva con queste parole l’ultima sessione del Concilio Vaticano II (7 dicembre 1965, in quel giorno io ricevevo a Firenze l’ordinazione diaconale).
«E allora questo Concilio tutto si risolve nel suo significato religioso, altro non essendo che un potente e amichevole invito all’umanità di oggi a ritrovare, per via di fraterno amore, quel Dio “dal quale allontanarsi è cadere, al quale rivolgersi è risorgere, nel quale rimanere è stare saldi, al quale ritornare è rinascere, nel quale abitare è vivere” (S. Agostino)».
+ Mons. Gualtiero Bassetti
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