I Testimoni di Geova – Lezione XVI
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I TESTIMONI DI GEOVA
V. II – PARTE PRIMA
L’INSEGNAMENTO DELL’ANTICO TESTAMENTO
Norma pratica
Per scoprire l’inganno geovista suggeriamo la seguente norma:
Sempre che nella traduzione della Bibbia geovista o citazioni da essa, specie dall’Antico Testamento, trovate la parola “anima”, sostituitela con termini meglio corrispondenti al testo ebraico (nefesh) come “essere vivente”, “persona”, “uomo”, “animale” e simili, oppure coi relativi pronomi.
Attenendovi a questa norma, troverete il vero significato della Parola di Dio, scartando quello falso della propaganda geovista. Scoprirete pure quanto sia errata l’affermazione dei tdG che hanno scritto:
“Secondo più di sessanta dichiarazioni che si potrebbero citare dalle Scritture Ebraiche, l’anima umana non deve dirsi senza morte o a prova di morte. Essa deve essere mortale. (da “Cose nelle quali è impossibile che Dio menta” p.144).
Esempi di equivoci geovisti
1 – L’errore: “Per la Bibbia tanto l’uomo quanto gli animali inferiori sono anime, e perché essi muoiono, si deve dedurre che le anime muoiono. E questo è esattamente ciò che la Bibbia inequivocabilmente dichiara ‘L’anima che ha peccato, quella morirà ‘ ” (Ezechiele 18, 4.20)
La verità: Nel testo ebraico di Ezechiele 18, 4.20 non vi è anima ma nefesh. La traduzione esatta e fedele è la seguente: “Morirà la persona che pecca” (Garofalo). Qui non centra la morte dell’anima. Ezechiele voleva dire che la persona o uomo che pecca, non un suo discendente, sarà punito da Dio con la privazione della vita terrena. Ezechiele credeva nello Sceol, ossia nella sopravvivenza dell’uomo subito dopo la morte. (cf. Ezechiele 32, 17-32).
2 – L’errore: I tdG traducono Numeri 31,19: “Ognuno che ha ucciso un’anima . Vi dovreste purificare”. Parimenti Giosuè 10,35: “E quel giorno votarono ogni anima alla distruzione”
La verità. E’ una traduzione infelice ed equivoca nell’uno e nell’altro caso, come in tantissimi altri. Sia in numeri 31,19, che in Giosuè 10,35 non si tratta di anime, ma di persone o nemici uccisi in guerra. Ad essi è stata tolta la vita terrena. Nulla si può ricavare contro la sopravvivenza dopo la morte. Gli Ebrei credevano che tutti i morti andavano nello Sceol.
3 – L’errore: “Genesi 2,7 “Geova Dio formava l’uomo dalla polvere della terra e gli soffiava nelle narici l’alito della vita, e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Si noti che non vien detto che all’uomo fu data un’anima, ma che egli divenne un’anima, una persona vivente). (Il termine ebraico qui tradotto “anima” è nèphesh” (da Ragioniamo facendo uso delle Scritture, p.30)
La verità:
a) – In Genesi 2,7 è detto che Dio ha prima formato l’uomo dalla polvere e poi soffiato l’alito di vita. Questi due elementi, cioè polvere plasmata e alito di vita (neshamah), hanno costituito l’uomo cioè il nefesh vivente, la persona umana. Sì, alla polvere plasmata fu dato l’alito di vita o spirito o anima immortale.
b) – Come abbiamo già detto, nefesh non significa anima, ma persona, essere vivente. Tradurre anima equivale a dare una traduzione infelice. Quasi tutte le traduzioni moderne della Bibbia traducino Genesi 2,7 con persona, essere vivente e simili. Fanno eccezione i tdG.
4 – L’errore Gen. 9,5: “Oltre a ciò, io richiederò il sangue delle vostre anime ( o “vite”; ebraico, da nèphesh)”. (Qui è detto che l’anima ha sangue) (da Ragioniamo facendo uso delle Scritture p.30)
La verità: ripetiamo ancora una volta che qui si tratta di persona o essere vivente umano. Tanto più che nella seconda parte del versetto si specifica che Dio domanderà conto dall’uomo. Qui è detto che l’uomo, non l’anima, ha sangue.
5 – L’errore: Giosuè 11,11 “Colpirono ogni anima (ebraico, nèphesh) ch’era in essa col taglio della spada”. (Si noti che l’anima può essere raggiunta dalla spada, per cui queste anime non potevano essere spiriti) (da Ragioniamo facendo uso delle Scritture, p.30).
La verità: Lo stesso imbroglio di prima, di sempre. L’anima che può essere raggiunta dalla spada è l’essere vivente, uomo o animale. Di questo parla il testo citato da Giosuè 11,11. Sì, queste anime, cioè questi esseri viventi, uomini o bestie, non sono puri spiriti. Ma da ciò non segue che Dio non abbia dato all’uomo, e a lui solo, un soffio vitale, uno spirito, un’anima spirituale e immortale, che non può essere raggiunta dalla spada (cfr. Matteo 10,28: Luca 12, 4-5, infra).
6 – L’errore: Lev. 24, 17-18: “Nel caso che un uomo colpisca mortalmente alcun’anima (ebraico nèphesh) del genere umano, dovrebbe essere messo a morte senza fallo. E chi colpisce mortalmente l’anima (ebraico nèphesh) di un animale domestico dovrebbe darne il compenso, anima per anima”. (Si noti la stessa parola ebraica per anima è usata sia per il genere umano che per gli animali).
La verità:
a) – Si noti come i tdG, mediante un uso aberrante della Bibbia, degradono l’uomo a livello delle bestie. Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,27), i tdG lo fanno a immagine e somiglianza degli animali.
b) – Sì, in ebraico la stessa parola nefesh è usata sia per il genere umano che per gli animali. Ma tale parola non significa anima. Il suo significato di base è quello di essere vivente. Stando così le cose, noi possiamo dire che sia l’uomo che l’anima sono esseri viventi, senza degradare l’uomo al livello delle bestie. L’animale è un nefesh o essere vivente di una specie radicalmente diversa da quella dell’uomo.
Padre Nicola Tornese
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