Un libro da leggere: Parlare ad un figlio adolescente
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Recensione
In occasione delle conferenze sulla vita coniugale e l’educazione, tenute dall’autore in diversi paesi nei più differenti ambienti sociali (ambienti di città e di paese, di cultura e popolari), gli ha fatto impressione una confidenza: la gran difficoltà, trovata da quasi tutte le mamme nell’indovinare quello che pensano, sentono e provano i loro ragazzi arrivati all’età dell’adolescenza.
Le mamme hanno l’impressione di capire i loro bambini nei primi anni. Infatti pensano, e non a torto, che la loro psicologia non sia troppo complicata. Escludendo eventuali circostanze di infermità corporale, di eccezionale emotività o di matrimoni spezzati, la loro vita interiore è piuttosto ridotta. Il loro interesse primordiale è del tutto esteriore: il gioco.
In loro non compare nulla di indecifrabile. Ben diversa è la situazione quando si avvicina la pubertà: il ragazzo comincia a ripiegarsi su se stesso: la sua vita inferiore (affettiva e morale) si amplia: sopravvengono fenomeni fisiologici la cui natura e soprattutto le cui ripercussioni psicologiche restano ignote alle mamme, o almeno rimangono molto misteriose. Il bambino sembrava luminoso alla madre: l’adolescente invece le sembra opaco.
È il momento in cui, prigioniere di questa sensazione di impotenza a capire i loro ragazzi, sentendosi superate dalla situazione, molte mamme smettono, almeno parzialmente, di seguire da vicino l’educazione dei loro figli.
E’ vero, le migliori non rinunciano totalmente a formarli; continuano ad esigere da loro un inquadramento generale di disciplina, ad esortarli nei loro sforzi per il lavoro. Ma hanno l’impressione di sentirsi crudelmente inferiori ai nuovi compiti educativi che impone loro la crescita dei loro figli.
Pertanto avanzano a tastoni e senza sicurezza, riducendo al minimo i loro interventi. Si guardano bene dall’affrontare con loro tutto ciò che riguarda i problemi psicologici, affettivi o morali e nei loro confronti si mantengono in un riserbo prudente, in un atteggiamento di attesa, alla soglia dell’anima e forse anche fuori.
La maggior parte dei papà, assorbiti dagli affari o impacciati di fronte alle complessità dell’anima adolescente, si comportano nello stesso modo.
Niente di strano in questo atteggiamento della maggior parte delle mamme. Chi, nel nostro mondo di ieri e di oggi, le ha preparate a capire i loro adolescenti e i loro giovanotti?
Le ragazze delle nostre scuole, in proporzione di nove su dieci, sono destinate ad essere un giorno spose e. mamme, cioè a vivere accanto a degli uomini e ad allevare dei bambini. A quante di loro viene insegnato cos’è la psicologia maschile?
Quante seguono un corso di puericultura o pedagogia familiare? Che se, per caso, questo corso di pedagogia verrà impartito, state pur certi che il bambino di cui si parlerà morirà in tenera età e non raggiungerà la pubertà.
Neppure il tre per cento – risulta dalle inchieste fatte – delle mamme di adolescenti di oggi ha sentito parlare con un po’ di precisione della adolescenza maschile. Molte sono le donne, dai trenta ai quarant’anni, che vi confessano di non saper bene quali reazioni fisiologiche un adolescente prova a questa età; quando pure non ignorano questo particolare, molte confessano di non saper rappresentarsi il mondo immaginativo e affettivo nel quale si muovono i loro pensieri, i loro desideri, le loro inquietudini, le loro speranze.
È proprio a dar risposta a queste domande che è destinato il presente volumetto. Del resto non ha alcuna pretesa di insegnamento scientifico. Non abbiamo voluto fare un’opera di scienza, ma di utilità pratica. Le nozioni che verranno date sul carattere, le sue origini, i suoi aspetti generali e particolari sono ben lungi dall’essere esaurienti. Daranno non delle classificazioni sistematiche, ma dei dati concreti. In realtà non c’è niente di così poco pratico sul piano immediato, per una madre di famiglia, quanto un libro di caratteriologia .
Per voler essere troppo sapienti e troppo esatti saremmo diventati incomprensibili e, ciò che è peggio, inutili. Abbiamo preferito fare un’opera incompleta e semplificata, ma utilizzabile.
La madre di famiglia che avrà letto queste pagine avrà acquistato — questa è almeno la speranza e l’ambizione dell’autore — una miglior comprensione dei suoi figli e quindi la possibilità di aiutarli più efficacemente.
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