Udienza del Mercoledì 22 in Piazza San Pietro
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Spirito Santo ed Evangelizzazione è il tema che Papa Bergoglio ha trattato nell’udienza generale di mercoledì 22 maggio, in Piazza San Pietro. “Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. L’Apostolo Paolo esclamava: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor9,16). Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita! Paolo VI sottolineava che «evangelizzare… è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare».
Il Papa ha poi rilevato che il vero motore dell’evangelizzazione nelle nostra Chiesa è lo Spirito Santo: “che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore che si lasci possedere e condurre da Lui, che gli suggerisce le parole che da solo non saprebbe trovare, predisponendo nello stesso tempo l’animo di chi ascolta perché sia aperto ad accogliere la Buona Novella e il Regno annunziato”.
Ricordando gli Atti degli Apostoli, Papa Francesco spiega che: “Lo Spirito Santo, scendendo sugli Apostoli, li fa uscire dalla stanza in cui erano chiusi per timore, li fa uscire da se stessi, e li trasforma in annunciatori e testimoni delle «grandi opere di Dio» (v. 11). E questa trasformazione operata dallo Spirito Santo si riflette sulla folla accorsa sul luogo e proveniente «da ogni nazione che è sotto il cielo» (v. 5), perché ciascuno ascolta le parole degli Apostoli come se fossero pronunciate nella propria lingua”.
Il Santo Padre ha ricordato che lo Spirito Santo aiuta a superare le divisioni: “Non c’è più l’orgoglio verso Dio, né la chiusura degli uni verso gli altri, ma c’è l’apertura a Dio, c’è l’uscire per annunciare la sua Parola: una lingua nuova, quella dell’amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori (cfr Rm 5,5); una lingua che tutti possono comprendere e che, accolta, può essere espressa in ogni esistenza e in ogni cultura. La lingua dello Spirito, la lingua del Vangelo è la lingua della comunione, che invita a superare chiusure e indifferenza, divisioni e contrapposizioni”.
A questo punto, il Pontefice invita a fare un buon esame di coscienza: “Dovremmo chiederci tutti: come mi lascio guidare dallo Spirito Santo in modo che la mia vita e la mia testimonianza di fede sia di unità e di comunione? Porto la parola di riconciliazione e di amore che è il Vangelo negli ambienti in cui vivo? Faccio unità attorno a me? O divido, con le chiacchiere, le critiche, le invidie? Che cosa faccio?”.
Bergoglio ha poi rilevato che quanti si aprono all’azione dello Spirito Santo ne vengono trasformati: “Un altro effetto dell’azione dello Spirito Santo: il coraggio, di annunciare la novità del Vangelo di Gesù a tutti, con franchezza (parresia), a voce alta, in ogni tempo e in ogni luogo. E questo avviene anche oggi per la Chiesa e per ognuno di noi: dal fuoco della Pentecoste, dall’azione dello Spirito Santo, si sprigionano sempre nuove energie di missione, nuove vie in cui annunciare il messaggio di salvezza, nuovo coraggio per evangelizzare.
Il Papa ha tenuto per altro a precisare che: “La Chiesa che evangelizza deve partire sempre dalla preghiera, dal chiedere, come gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il Vangelo”. Ha quindi esortato: Lasciamoci guidare da Lui, siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nel nostro mondo strumenti dell’unità e della comunione con Dio”.
A conclusione del suo discorso, Papa Francesco ha invitato tutti i cattolici del mondo ad unirsi in preghiera con i cattolici della Cina affinchè la Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani – venerata con grande devozione nel Santuario di Sheshan a Shanghai – ottenga loro la grazia di poter professare liberamente la loro fede.
Il Redattore
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