U.E. – A Strasburgo si vota a favore della distruzione della famiglia
Questo articolo è stato già letto931 volte!
Un certo senso di nausea è inevitabile, e mi scuso se lo trasmetterò agli amici lettori, ma le ultimissime novità che arrivano da Strasburgo non colpiscono solo la morale e il buon senso, ma turbano anche lo stomaco, per l’insopportabile fetore che emanano. Orbene, il 13 marzo 2012, il Parlamento europeo, in seduta plenaria a Strasburgo, ha approvato il “rapporto sulla parità di diritti tra uomini e donne”, presentato dalla radicale di sinistra olandese Sophie in’t Veld. Tale “rapporto” impegna i governi dei 27 Paesi UE a non dare “definizioni restrittive di famiglia” allo scopo di negare protezione alle coppie omosessuali e ai loro figli.
Il passaggio più nettamente a favore dei matrimoni omosessuali è contenuto nel paragrafo 7 del rapporto, che il Ppe voleva cancellare con un emendamento (bocciato in aula con 322 voti a favore e 342 voti contrari). Sono stati inoltre approvati, nonostante l’opposizione dei popolari, i passaggi del rapporto in cui si chiede alla Commissione europea di elaborare proposte per il riconoscimento reciproco delle unioni omosessuali tra gli stati membri che già le ammettono e al Consiglio europeo di “riaffermare il principio di uguale trattamento senza distinzione di religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale”.
Non mi soffermo sull’inevitabile coro di esultanza, in cui si distinguono personaggi di grande rilievo intellettuale quali una Paola Concia, lesbica dichiarata, o un Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. Inevitabile anche l’esultanza dei radicali, insignificanti come peso elettorale e devastanti come spessore intellettuale e morale, ma ricchi di spocchia e di convinzione di essere portatori della verità. Quando Adenauer, Schuman e il nostro De Gasperi progettavano un’Europa unita, pensavano a Europa e Cristianesimo come binomio inscindibile. Scriveva Schuman: “Tutti i paesi dell’Europa sono permeati della civiltà cristiana. Essa è l’anima dell’Europa, che occorre ridarle”.
Abbiamo visto, vediamo ogni giorno, cos’è invece diventata l’Europa: un’unione di banche e speculatori, devota solo al dio danaro, e guidata da uomini che ormai hanno perduto completamente il senno, pretendendo di violentare la natura stessa. Questi sciagurati, apologeti delle perversioni, lavorano su due fronti: la distruzione economica degli Stati, gettando le popolazioni nella miseria, e la distruzione morale e intellettuale, giungendo a qualificare come “diritto”, come tale meritevole di tutela giuridica, l’atto contro natura, e francamente ripugnante, dell’unione omosessuale.
È perfettamente inutile discutere con chi ormai è alla deriva mentale. Accecati da una troppo lunga consuetudine col demonio, essi ormai vedono il male come bene e il bene come male. Ma non è assolutamente obbligatorio seguire la loro strada verso l’annientamento. Lo sciagurato governo che ci troviamo ad avere in seguito al golpe del 16 novembre 2011 ha finora giustificato la sua azione di impoverimento degli italiani e di freno alla produzione con l’esigenza di restare in Europa.
Un organismo privato ultrapotente, la BCE, regola la liquidità del nostro sistema bancario; da quando è stato adottato l’euro siamo tutti più poveri. Insomma, da questa Europa abbiamo avuto e abbiamo solo danni materiali ingenti. Ora aggiungiamo la pretesa, da parte di lorsignori, di riscrivere il diritto naturale, di rendere obbligatorio il riconoscimento legale di unioni contro natura, di distruggere completamente la famiglia e di distruggere le future generazioni, perché non serve certo un grande studioso di psicologia per capire come potrà crescere un bambino che abbia due “genitori” dello stesso sesso.
Questa è una strada di dissoluzione e di morte. Urge uscire da questa Europa, con la certezza che i potentati economici che l’hanno creata e l’hanno in mano faranno di tutto per distruggerci economicamente. Ma se ne usciremo, potremo salvarci come persone, potremo rinascere come Paese civile e cominciare una vera ricostruzione, partendo dalle macerie degli altri Paesi, che si saranno dissolti in mezzo a danze di sculettanti efebi che canteranno inni alla libertà di essere folli.
Piantiamola con la retorica europeista. Qui è in ballo qualcosa di ben più importante dello “spread”, dei tassi di interesse, della liquidità del sistema. Qui si tratta di decidere se vogliamo vivere o morire. Dalle crisi economiche si esce, dalle crisi finanziarie (come è l’attuale) si esce, ma non c’è alcun avvenire se si vota in Parlamento la distruzione delle basi stesse della Società. Ogni giorno in più in questa Europa è un giorno di contagio, di lacci sempre più stretti sui popoli un tempo liberi. Lasciamo questa Europa, prima che sia troppo tardi.
Ma è opportuno chiudere queste considerazioni mettendo i puntini sulle “i”, per controbattere tante vergognose falsità. Al di là dell’ossessione sessuale che caratterizza la sinistra e i radical-chic, è necessario sottolineare la totale falsità del problema delle “discriminazioni”. In quale Paese europeo gli omosessuali sono “discriminati”? Abbiamo omosessuali in Parlamento, in posti di alta responsabilità in politica, nell’industria, nel commercio, nelle forze armate. Piantiamola con questa balla della “discriminazione”. I veri discriminati siamo ormai noi, che ci limitiamo a ricordare le più elementari regole naturali, l’unione tra un uomo e una donna, unione amorevole e feconda, che assicura armonia e crescita al corpo sociale. Punto e basta.
Cosa impedisce a due persone dello stesso sesso di convivere? Assolutamente nulla. Cosa impedisce a due omosessuali conviventi di fare testamento l’uno a favore dell’altro? Assolutamente nulla. Assurda è invece la pretesa di definire come “naturale” un’unione che è per sua stessa natura innaturale.
Gli unici veri discriminati, tra gli omosessuali, sono quelli che desiderano uscire da una condizione di disagio e si affidano alle adeguate cure psicologiche, che esistono e funzionano. Le varie associazioni, Arci-Gay et similia, li bollano e spesso li perseguitano. Ma l’omosessualità è una patologia curabile: provate adascoltare un’intervista a Luca di Tolve, fondatore del gruppo Lot www.gruppolot.it/, che si occupa appunto di assistere realmente gli omosessuali, e non di trasformarli in fenomeni da baraccone che sfilano negli osceni “gay pride”.
E poi, come non sottolineare l’ipocrisia che c’è alla base della pretesa “matrimoniale” in una Società in cui le stesse coppie normali scelgono per lo più di convivere anziché di sposarsi? È chiaro che ciò che interessa realmente è la distruzione della famiglia: diventa così più importante dare una veste giuridica a una famiglia impossibile (quella formata da due persone dello stesso sesso), che tutelare la famiglia vera.
Comunque, se le splendide novità di Strasburgo saranno tradotte in normativa nazionale, potremo avere la soddisfazione di essere sempre più poveri (perché la spirale di miseria in cui siamo stati cacciati può solo peggiorare) e potremo gettare le basi per il suicidio della Società che a questo punto, essendo morta, non potrà più patire la miseria. Da vecchio tradizionalista preferisco vivere e, poiché il mio Paese è nei guai, fare il possibile per tirarlo fuori. Quindi, a maggior ragione, torno a ripetere: usciamo da questa trappola demenziale denominata UE, prima che sia troppo tardi.
Paolo Deotto
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.