Tre tristi sorelle
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S.E. Mons. Ravasi, il più grande biblista del nostro Paese, ci dà la giusta misura dell’uomo.
La vigliaccheria chiede: «È sicuro?», opportunità chiede: «È conveniente?». La vanagloria chiede: «È vantaggioso?». La vera misura di un uomo si vede non nei momenti di comodità o convenienza, ma tutte le volte in cui affronta il rischio o la sfida. Vigliaccheria, Opportunità, Vanagloria: sì, sono tre tristi sorelle che passeggiano per le strade della storia col loro corteo di adepti.
La vigliaccheria chiede: «È sicuro?», opportunità chiede: «È conveniente?». La vanagloria chiede: «È vantaggioso?». La vera misura di un uomo si vede non nei momenti di comodità o convenienza, ma tutte le volte in cui affronta il rischio o la sfida. Vigliaccheria, Opportunità, Vanagloria: sì, sono tre tristi sorelle che passeggiano per le strade della storia col loro corteo di adepti.
Ce lo ricorda nelle righe sopra citate un personaggio che le ha sempre snobbate, Martin Luther King, imboccando invece le vie del coraggio, del rischio, della laboriosa umiltà. E a lui, assassinato a Memphis nel 1968 a 39 anni, s’adattavano pienamente le parole del Giulio Cesare di Shakespeare: «I vigliacchi muoiono molte volte prima di morire, mentre i coraggiosi provano il gusto della morte una sola volta». Egli non calcolava il vantaggio personale, l’interesse privato, come gli suggeriva l’Opportunità, né misurava tutto il suo impegno sul successo promesso dalla Vanagloria.
Purtroppo, però, dobbiamo riconoscere che lo stile di vita celebrato dalla società contemporanea è tutto racchiuso in quella trilogia. Ciò che è sicuro, che conviene ed è vantaggioso è l’unità di misura costante adottata a partire dai politici, scendendo giù fino al popolo. Scegliere, invece, la giustizia, l’amore, I impegno per gli altri è un rischio che si cerca di evitare. Ed è così che si diventa meschini, gretti, mediocri; si è incapaci di un atto libero e gratuito, al punto tale che, se qualcuno si rivela generoso, viene sospettato di inganno o bollato di ingenuità (forte ma vera e la frase di uno dei “cafoni ” del Fontamara di Silone: «Se è gratìs, c’è l’inganno!»).
La lezione evangelica del perdere per trovare è aborrita dalle tre sorelle, per esse il dare non è più gioioso del ricevere; ma alla fine, una vita senza rischio o sfida, senza generosità e libertà è simile a un noioso pomeriggio invernale trascorso in casa, lasciando gocciolare le ore…
+ Gianfranco Ravasi
Avvenire
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