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Testimoni di speranza – Tihana

4 Febbraio 2012 | Filed under: Dipendenze
     

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Il cielo e la terra passeran­no, ma le mie parole non passeranno”. Da queste parole attingo sovente la forza per superare i momenti di difficoltà e andare avanti, con­trariamente a come facevo prima di entrare in Comunità, cioè vi­vendo senza speranza. Nella mia famiglia non si pregava ed eravamo lontani da Dio, anche se i miei genitori cercavano di farmi sentire amata e di educarmi bene, offrendomi una vita mate­rialmente normale: volevano tra­smettermi dei valori però senza ra­dici profonde.
Così ho incomin­ciato a vivere una vita comoda, senza responsabilità, se non quella di studiare, che facevo solo per in­teresse. Sempre più mi allontana­vo da casa per cercare fuori un senso vero per la mia vita! A quat­tordici anni ho incominciato a prendere le pastiglie, poi l’alcool, finendo con l’eroina; sono diven­tata sempre più triste e vuota, non capivo più quali erano le mie diffi­coltà, vivevo una grande confu­sione e non volevo accettare di es­sere una tossica, di dipendere da un po’ di polvere.
Ho lasciato gli studi e sempre più mi sentivo sola dentro, e pian piano anche tutti gli altri si sono allontanati, compreso il ragazzo con cui mi drogavo. Il momento più buio è stato quando ho per­so la voglia di vivere, ero così di­sperata che volevo morire. In questo momento ho chiesto aiuto a mia mamma e così, tra le tante possibilità, ho scelto la Co­munità Cenacolo, che mi propo­neva un cambiamento radicale della mia vita attraverso la pre­ghiera.
Mentre aspettavo di co­minciare i colloqui a Medjugorje, ho iniziato a partecipare al grup­po di preghiera dei genitori e de­gli amici della Comunità, in cui è iniziato il mio cammino. Non conoscevo Gesù, però ero disperata e non ce la facevo più ad andare avanti, e così l’ho sfida­to. La prima volta che mi sono in­ginocchiata ho chiesto aiuto per togliermi dalla dipendenza degli psicofarmaci, e Gesù mi ha con­cesso questa grazia. In quel mo­mento ho capito che la mia vita per Qualcuno era tanto importan­te, e questo mi ha dato la spinta per pregare, cercare Gesù e rico­minciare una nuova esistenza.
I primi mesi erano difficili, perché pensavo che Gesù in poco tempo mi avrebbe risolto tutti i proble­mi, ma nella sofferenza ho capito che anche se ci sarebbe voluto più tempo, non volevo tornare da dove venivo, e con l’aiuto del­la preghiera ho deciso di andare avanti, consapevole che da sola non ce l’avrei mai fatta. Dopo circa un anno ho ricono­sciuto che non ero capace di amare, e mi sono interrogata molto su che cosa desidero dalla mia vita.
Volevo bene a tutte le ragazze attorno a me, ma non mi bastava, sentivo in me il bisogno di amare più profondamente e in modo più vero, ed ho comincia­to a chiedere a Gesù d’insegnar­mi ad amare come Lui ama me. Questo è stato un grande dono che ho ricevuto in Comunità: voler amare! Anche se tante vol­te è scomodo, giorno dopo gior­no, lottando contro il mio orgo­glio e il mio egoismo, trovo che ogni volta che scelgo Dio e mi affido a Lui e alla Co­munità, sperimento la vera gioia che mi dona una pace pro­fonda, che mi aiuta ad essere paziente e perseverante per ri­trovare la felicità nella vita quotidiana.
Ho scoperto anche tanti bei desideri che Dio mi ha messo nel cuore attraverso le ragazze giovani che mi affidano. Facendo loro da “angelo cu­stode” ho imparato a stare loro vicino nelle difficoltà e a donare quello che io ho rice­vuto. Oggi sono con­sapevole che nella mia vita è presente Dio in ogni momen­to, anche se tante volte ancora non so rispondergli in modo giusto. Lui è sempre presente: quando scelgo di cambiare oppure no, quando mi impegno in quello che faccio o quando mi lascio vincere dalla pigrizia, quando amo o quando mi chiu­do in me stessa.
Lui mi ha preso per mano e non mi lascia più, e questo è uno dei motivi per cui oggi sono in Comunità: per rin­graziarlo per quello che ricevo ogni giorno nella mia vita, do­nandomi agli altri. Ringrazio anche per i miei geni­tori, con i quali sto costruendo un nuovo rapporto, attraverso tante guarigioni che Gesù ha operato nella mia famiglia: con mio padre, dopo tanti anni di si­lenzio, siamo riusciti a parlare, e mi sono sentita rispettata e volu­ta bene; poi una nuova amicizia con mia sorella e un grazie spe­ciale a mia mamma per la sua perseveranza nel seguirmi in questo cammino.
Voglio dire un grande grazie anche a tutte le ragazze e ragazzi che camminano insieme a me ogni giorno, per tutto quello che mi dà la Comunità, perché sono ancora tanto bisognosa di rice­vere e di donare.
Tihana
Comunità Cenacolo

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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