Testimoni di speranza – Tihana
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Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. Da queste parole attingo sovente la forza per superare i momenti di difficoltà e andare avanti, contrariamente a come facevo prima di entrare in Comunità, cioè vivendo senza speranza. Nella mia famiglia non si pregava ed eravamo lontani da Dio, anche se i miei genitori cercavano di farmi sentire amata e di educarmi bene, offrendomi una vita materialmente normale: volevano trasmettermi dei valori però senza radici profonde.
Così ho incominciato a vivere una vita comoda, senza responsabilità, se non quella di studiare, che facevo solo per interesse. Sempre più mi allontanavo da casa per cercare fuori un senso vero per la mia vita! A quattordici anni ho incominciato a prendere le pastiglie, poi l’alcool, finendo con l’eroina; sono diventata sempre più triste e vuota, non capivo più quali erano le mie difficoltà, vivevo una grande confusione e non volevo accettare di essere una tossica, di dipendere da un po’ di polvere.
Ho lasciato gli studi e sempre più mi sentivo sola dentro, e pian piano anche tutti gli altri si sono allontanati, compreso il ragazzo con cui mi drogavo. Il momento più buio è stato quando ho perso la voglia di vivere, ero così disperata che volevo morire. In questo momento ho chiesto aiuto a mia mamma e così, tra le tante possibilità, ho scelto la Comunità Cenacolo, che mi proponeva un cambiamento radicale della mia vita attraverso la preghiera.
Mentre aspettavo di cominciare i colloqui a Medjugorje, ho iniziato a partecipare al gruppo di preghiera dei genitori e degli amici della Comunità, in cui è iniziato il mio cammino. Non conoscevo Gesù, però ero disperata e non ce la facevo più ad andare avanti, e così l’ho sfidato. La prima volta che mi sono inginocchiata ho chiesto aiuto per togliermi dalla dipendenza degli psicofarmaci, e Gesù mi ha concesso questa grazia. In quel momento ho capito che la mia vita per Qualcuno era tanto importante, e questo mi ha dato la spinta per pregare, cercare Gesù e ricominciare una nuova esistenza.
I primi mesi erano difficili, perché pensavo che Gesù in poco tempo mi avrebbe risolto tutti i problemi, ma nella sofferenza ho capito che anche se ci sarebbe voluto più tempo, non volevo tornare da dove venivo, e con l’aiuto della preghiera ho deciso di andare avanti, consapevole che da sola non ce l’avrei mai fatta. Dopo circa un anno ho riconosciuto che non ero capace di amare, e mi sono interrogata molto su che cosa desidero dalla mia vita.
Volevo bene a tutte le ragazze attorno a me, ma non mi bastava, sentivo in me il bisogno di amare più profondamente e in modo più vero, ed ho cominciato a chiedere a Gesù d’insegnarmi ad amare come Lui ama me. Questo è stato un grande dono che ho ricevuto in Comunità: voler amare! Anche se tante volte è scomodo, giorno dopo giorno, lottando contro il mio orgoglio e il mio egoismo, trovo che ogni volta che scelgo Dio e mi affido a Lui e alla Comunità, sperimento la vera gioia che mi dona una pace profonda, che mi aiuta ad essere paziente e perseverante per ritrovare la felicità nella vita quotidiana.
Ho scoperto anche tanti bei desideri che Dio mi ha messo nel cuore attraverso le ragazze giovani che mi affidano. Facendo loro da “angelo custode” ho imparato a stare loro vicino nelle difficoltà e a donare quello che io ho ricevuto. Oggi sono consapevole che nella mia vita è presente Dio in ogni momento, anche se tante volte ancora non so rispondergli in modo giusto. Lui è sempre presente: quando scelgo di cambiare oppure no, quando mi impegno in quello che faccio o quando mi lascio vincere dalla pigrizia, quando amo o quando mi chiudo in me stessa.
Lui mi ha preso per mano e non mi lascia più, e questo è uno dei motivi per cui oggi sono in Comunità: per ringraziarlo per quello che ricevo ogni giorno nella mia vita, donandomi agli altri. Ringrazio anche per i miei genitori, con i quali sto costruendo un nuovo rapporto, attraverso tante guarigioni che Gesù ha operato nella mia famiglia: con mio padre, dopo tanti anni di silenzio, siamo riusciti a parlare, e mi sono sentita rispettata e voluta bene; poi una nuova amicizia con mia sorella e un grazie speciale a mia mamma per la sua perseveranza nel seguirmi in questo cammino.
Voglio dire un grande grazie anche a tutte le ragazze e ragazzi che camminano insieme a me ogni giorno, per tutto quello che mi dà la Comunità, perché sono ancora tanto bisognosa di ricevere e di donare.
Tihana
Comunità Cenacolo
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