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Testimoni di speranza – Maros

1 Luglio 2011 | Filed under: Dipendenze
     

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Ho trentasei anni, mi chiamo Maros e vivo nella frater­nità della Comunità Cenacolo in Slovacchia. La Comunità è di­ventata per me il luogo della spe­ranza. Sono entrato anni fa pen­sando che l’importante era riu­scire a togliermi di dosso la dro­ga. Vengo anch’io da una fami­glia dove fin dall’infanzia ho vis­suto tanti momenti difficili a cau­sa di mio padre che era un alco­lizzato. Mi vergognavo molto del­la mia situazione familiare. Crescendo mi sono allontanato sempre di più da loro, e provavo tanta rabbia verso mio padre: non riuscivo ad accettarlo e a perdonarlo dopo che se ne è an­dato di casa.

Crescendo sono ar­rivato ad essere come mio padre; ero egoista e pensavo solo a me stesso. Ho formato una famiglia, ma ormai il mio pensiero fisso era solo la droga. Quello che mio padre mi ha fatto soffrire io l’ho fatto patire a mio figlio. So­no entrato in Comunità per mi­racolo. Ero profondamente delu­so e arrabbiato con la vita e con me stesso, la tristezza e il vuoto non volevano lasciarmi.

Sincera­mente non pensavo che la Co­munità potesse aiutarmi: l’ho presa come un periodo dove po­ter smettere di drogarmi per poi riavvicinarmi alla mia famiglia. Vedevo però nei ragazzi vicino a me ciò che io non avevo: la vo­glia di vivere, la luce nei loro oc­chi, l’essere onesti e sinceri nel condividere il loro vissuto. In un certo senso ciò che vedevo mi spingeva a voler diventare an­ch’io come loro.
Durante i primi mesi di Comu­nità, ripensando a ciò che avevo fatto vivere alla mia famiglia e a mio figlio, mi venivano tanti sen­si di colpa: credevo che Adam, mio figlio, non mi avrebbe mai più perdonato. Lui è stato la mia unica ragione di vita, è stato la forza per uscire dalla droga; il pensare a lui mi ha aiutato a ri­manere in Comunità anche nei momenti più duri. La preghiera mi ha aiutato a risentirmi un uo­mo amato da Dio e da chi mi era vicino. In tanti momenti proprio nella preghiera mi sentivo tanto vicino a mio figlio, e soprattutto lo sentivo vicino.

L amore di Dio mi ha perdonato ancora prima che io perdonassi me stesso. L amicizia e la pazien­za che ha avuto con me il mio “angelo custode”, il ragazzo che mi ha aiutato all’inizio del cam­mino, mi ha colpito talmente che pian piano ho iniziato anch’io ad aprirmi con lui in modo sincero e leale. Mi ha dato sempre tanta forza il sentire la fiducia da parte della Comunità e dei ragazzi con cui vivevo; mi ha aiutato a cre­dere di più in me stesso e a voler essere vero.

Dopo qualche mese ho rice­vuto anch’io il dono di poter fare 1′” angelo custode” ad un ragaz­zo appena arrivato in Comunità. Mi è sem­brato di veder cresce­re mio figlio: attraver­so questo ragazzo ap­pena entrato ho visto tutto quello che non avevo vissuto con Adam a causa del mio egoismo. Da quel momento ho capito che anch’io ero capa­ce di amare e di esse­re un buon padre. Lungo il cammino vissuto in Comunità ho capito che il mio problema non era so­lo la droga; ho visto chiaramente che la droga è stato lo sfogo di tanti problemi vissuti che mi portavo dentro.

Ho percepito che dovevo dare un senso nuo­vo alla mia vita. La Comunità mi ha aiutato a ricostruirmi su dei valori solidi e ha permesso alla misericordia d{ Dio di entrare nella mia vita. È iniziato così un periodo molto importante dove lottavo per scegliere il bene: è stato forse il periodo più impor­tante nel mio cammino.

Nella sofferenza ho imparato a prendere la mia croce e a portar­la avanti, abbandonandomi ed accettando la volontà di Dio. Ho imparato che nei momenti diffi­cili devo saper accettare la vo­lontà di Dio con fiducia, sapen­do che Lui mi ama così come sono. In questi anni ho visto co­me Dio ha ascoltato le mie pre­ghiere ridonandomi ciò che de­sideravo: riavvicinarmi a mio fi­glio, avere un rapporto final­mente pulito e sincero con la mia famiglia e con chi mi vuole bene. Oggi posso solo veramen­te ringraziare di cuore per tutte le grazie che ho ricevuto.
La Comunità ha sempre fatto tutto il possibile per farmi riavvicinare a mio figlio che, negli ulti­mi anni, viene spesso a trascor­rere dei periodi nella fraternità dove vivo. Tutto quello che ho imparato con i ragazzi posso vi­verlo anche nel rapporto con Adam. Oggi mi sento un padre capace di educarlo alla vita cri­stiana, mi sento in grado di ascoltarlo e di capirlo, di saper chiedere il suo perdono e di per­donarlo, mi sento un padre che è un sostegno per lui nei mo­menti difficili.

La vita che vivo mi fa sentire soddisfatto e realiz­zato, anzi sento che Dio attraver­so la Comunità ha realizzato nel­la mia vita molto di più di quan­to io potessi immaginare. Ringrazio mia madre per le sue preghiere che mi hanno sostenu­to fin dal primo giorno che sono entrato. Ringrazio Madre Elvira per tutto quello che ha fatto e fa per noi, perché ci dona la possi­bilità di vivere una vita vera. Voglio ringraziare la Comunità che mi ha dato la possibilità di incontrare Gesù Cristo: è Lui che ha cambiato la mia vita!

Maros

Comunità Cenacolo

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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