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Testimoni di speranza- Katja

8 Novembre 2015 | Filed under: Dipendenze
     

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Katja

Vorrei condividere con voi la mia storia e la mia risur­rezione. Mi chiamo Katja e vengo dalla Slovenia. Da piccola sono cresciuta in una famiglia con tre sorelle. Questo mi ha fatto del bene perché ho capito presto che la vita e le cose si condividono e che a volte c’è bisogno di rinun­ciare a se stessi per amare e dare spazio agli altri. I nostri genito­ri hanno cercato di trasmetterci dei buoni valori: volerci bene tra noi, aiutare in casa, fare il lavo­ro bene e onestamente, saper essere felici con l’essenziale.

Ci hanno spinto a sviluppare i no­stri doni e ad aprire gli orizzonti. Ho avuto la possibilità di andare a scuola di musica, facevo danza e più tardi il liceo artistico. Quan­do con le sorelle andavamo alla scuola elementare sembrava che tutto andasse bene ed eravamo visti come una brava famiglia di artisti. I miei genitori avevano vissuto un’infanzia difficile, mia mamma aveva avuto un padre alcolizzato e mio papa da giova­ne aveva avuto problemi di tos-sicodipendenza. Quando ero pic­cola ancora beveva e si sentiva la mancanza della sua presenza nell’educarci e nell’interessarsi a noi.

Per questo motivo c’erano tanti litigi in casa e silenzi pesan­ti; con le mie sorelle capivamo che non c’era unità ed amore tra i miei genitori, ma dall’altra parte anche questa difficoltà mi ha fatto del bene. Sono dovuta maturare di più e ho sviluppato una maggiore sensibilità e com­prensione per le loro sofferenze. Nei momenti più difficili ci siamo però allontanati da Dio: non si pregava più e per tanti anni non si andava in Chiesa neanche la domenica. La situazione in casa peggiorava. Mia nonna spesso, tornando dalla Santa Messa, mi sussurrava che aveva pregato per noi e quando andavamo da lei per le vacanze, ci faceva pregare un’Ave Maria prima di raccontar­ci la “storiella della buonanotte”.

I suoi gesti concreti di amore e di fede sono rimasti sigillati nel mio cuore. Nel frattempo la mia fa­miglia si perdeva sempre di più: i miei genitori cercavano aiuto dappertutto, provavano con di­versi psicoterapeuti, psicologi e altri aiuti alternativi, ma tutto portava solo più confusione in fa­miglia. Erano presi dai problemi che vivevano e io mi sentivo da sola, non seguita né importante per qualcuno. Questo ha creato un grande vuoto dentro di me, specialmente il non sentirmi figlia amata da qualcuno nella verità. Ho cominciato a chiudermi e ad isolarmi, creandomi i miei ideali e convincendomi che ero gran­de e che non avevo bisogno del­le loro attenzioni. Tutto questo

solo per non soffrire più. Riempivo il vuoto dentro di me con le cose mate­riali e sempre di più per­devo la stima e la digni­tà di me stessa. Non mi impegnavo più a scuola, ho iniziato a nascondere i miei sbagli e vivevo una vita disordinata. A dodi­ci anni ho cominciato a rubare in casa, a uscire e a fumare gli spinelli. A quattordici anni sono andata a vivere da sola. Vivevo tanta rabbia con i miei e facevo fatica ad accogliere mia madre, che psicologicamente non era più stabile. Era difficile vedere i suoi limi­ti, era diversa dalle altre mamme. Questo ha su­scitato in me tante paure e complessi che rifiutavo e schiacciavo.

Ho perso il rapporto con le mie so­relle e mi sono allontana­ta. Andare a vivere nella capita­le, così giovane e ancora imma­tura, mi ha distrutto. Mi sentivo costretta a diventare la fotocopia di tante altre ragazze e mi sono ribellata cercando le amicizie che andavano controcorrente. Sono caduta nella droga, nei piaceri e nella vita facile. A diciassette anni ero morta dentro, avevo problemi di cibo e diverse dipen­denze. I miei genitori, che nel frattempo avevano incomincia­to un cammino di conversione, per aiutarmi mi hanno portato a Medjugorje. Inizialmente sono entrata in una casa famiglia, e da lì ho fatto i colloqui: finalmente poi sono entrata in Comunità.

Oggi guardo la mia vita e rico­nosco che non sono stati i miei genitori con la loro disperazione a portarmi in Comunità, ma at­traverso le loro debolezze ha ope­rato Gesù: Lui mi ha preso per mano e ha iniziato a scrivere una nuova pagina della mia vita, per la salvezza mia e della mia fami­glia.

Dove loro non sapevano più aiutarmi, è entrato Dio attraverso la Comunità. Mi sono sentita se­guita ed importante per qualcu­no. Ho capito che sono una figlia amata da Dio e ho sperimentato il suo amore. Solo un amore e un’educazione così vera ed esi­gente come quella della Comu­nità ha potuto abbattere i muri e le resistenze che ho costruito negli anni passati. Il dovermi conoscere per quella che sono non è stato facile, ma ho resistito nei momen­ti difficili e questo mi ha aiutato a rafforzarmi e a ricostruirmi.

Oggi sono grata a Madre Elvira, ai no­stri sacerdoti, alle famiglie cena-coline e alle ragazze che mi han­no accolto ed amato senza inte­resse. Posso testimoniare che solo l’amore gratuito guarisce il cuore. Mi sento in cammino ed ho anco­ra tanta strada da percorrere per diventare la donna di cui parla Madre Elvira. Però sono felice di poter vivere questa vita così piena e vissuta nel bene. Da adolescen­te ribelle che ero, sto diventando una donna che ha voglia di vive­re e di donare la vita; voglio rida­re tutto quello che ho ricevuto ai bambini e alle ragazze che stanno bussando alle porte della Comu­nità, perché è il tesoro più grande che ho trovato nella mia vita.

Ne­gli ultimi mesi ho fatto il servizio della cucina ed era per me una scuola importante per imparare a servire ed amare sempre e tutti, rinunciando a me stessa. Ho spe­rimentato che la gioia della don­na viene dalla capacità di dona­re e di amare. Magari non sono diventata pittrice accademica o prima violinista come volevo… Dio mi ha chiesto tutto, ma mi sta ridando cento volte tanto nel bene per rendermi davvero felice. Grazie, grazie, grazie!

Katja

Comunità Cenacolo


     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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