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Testimoni di speranza – Eva

17 Agosto 2011 | Filed under: Dipendenze
     

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Ringrazio Dio con tutto il cuore per questi anni trascorsi nella Comunità Cenacolo, il luogo in cui ho ritrovato la pace, la stima di me stessa, la voglia di vivere; perché qui ho incontrato un Dio buono, vero e reale, sempre presente accanto a me. Mi chiamo Èva, vengo dalla Slovacchia e sono entrata in Comunità a ventisette anni con molti problemi di dipendenza e di alimentazione, ma soprattutto soffrivo una grande tristezza e un vuoto profondo che mi pesavano da tanto tempo. Sono cresciuta in una famiglia “ideale”: papa, mamma, un fratello e una sorella più grandi.
Essendo la più piccola e con i genitori già in età abbatanza avanzata, ero molto viziata e protetta da tutto. Sentivo l’amore e le preoccupazioni dei miei genitori e tante volte li usavo per i miei comodi. Posso dire che da piccola non mi mancava nulla. A volte sentivo i miei genitori litigare a proposito della fede, perché mia mamma era credente e mio papa no. Lui credeva solo in quello che si può vedere, toccare, provare… e anch’io la pensavo come lui. Crescendo vedevo che ero diversa dai miei fratelli, avevo mille domande su tutto e le risposte dei miei genitori non mi bastavano più…….


Esteriormente facevo tutto quello che volevano, ma dentro lentamente stavo scoppiando. All’età di quindici anni sono andata a studiare in un’altra città e restando fuori casa si sono aperti nuovi orizzonti, che in quel momento non riuscivo a capire quanto fossero sbagliati. Mi sentivo “libera” di fare quello che volevo, giocando con i sentimenti dei miei genitori per ottenere quello che volevo. Ho iniziato a vivere una doppia vita: a casa facevo la “brava ragazza”, fuori casa invece mi trasformavo.
Non mi accettavo per quello che ero: paragonandomi con le altre mi sentivo inadeguata e volevo diventare come loro. Ho iniziato ad usare le droghe “leggere”, ad aver problemi con il cibo e sempre di più mi buttavo in una vita sbagliata. Ho finito il liceo e sono andata a studiare in una città ancora più lontana da casa. Lì ho iniziato a rendermi conto di stare male. All’età di diciotto anni ho conosciuto un ragazzo che pesavo mi potesse tirare fuori da tutti i problemi. Ci siamo sposati e poco dopo sono rimasta incinta. Il periodo della gravidanza è stato il più bello della mia vita: la vita che portavo dentro era così preziosa da darmi la forza di stare bene.
Ma dopo la nascita di Kristina tutto è tornato come prima. Mio marito non si era mai drogato, e per un po’ di tempo sono riuscita a nasconderglielo, ma quando poi ha capito, il nostro matrimonio è finito; in realtà non c’era mai stato perché costruito su una montagna di bugie, senza dialogo, fede e amore sincero. Sono rimasta da sola con mia figlia. Pensavo di farcela, ma cadevo sempre più giù. Lei aveva sei anni e io ero distrutta, vuota, senza speranza. Gli ultimi anni li ho passati tra cliniche e ospedali psichiatrici pensando solo alla morte. Non avevo più nulla; avevo distrutto me stessa, la mia famiglia, il lavoro, gli amici e alla fine mi hanno tolto anche mia figlia.
Mi ricordo la notte quando sono tornata dall’ennesimo ricovero in clinica: ho trovato il mio appartamento vuoto, freddo, triste, pieno di cose ma senza vita. Ho pianto tutta la notte, seduta nella stanza di mia figlia, ricordando i mo-menti belli della mia vita con lei, poi ho pensato che , non aveva più senso vivere. Mi sono arrabbiata con me stessa, con Dio, con il mondo intero e volevo morire. Ma Dio non ha voluto così, mi ha dato un’altra possibilità per riprendermi; in psichiatria, dove ormai già mi conoscevano tutti, mi è venuto a trovare un giovane prete, amico di una Comunità chiamata Cenacolo.
In quel momento una piccola luce di speranza è entrata in me. Non posso dire che avevo molta voglia di entrare, ma mi rendevo conto che non mi era rimasta altra possibilità. Ho iniziato a frequentare i colloqui per prepararmi ad entrare. Sono passati quattro mesi, durante i quali vivevo dalle suore di Madre Teresa e qui ho iniziato ad aprire gli occhi su cosa significa l’amore concreto e quale forza arrivi dalla preghiera. Entrando in Comunità ho fatto tanta fatica ad abituarmi alle regole, all’obbedienza, ma soprattutto a vivere nella luce e nella verità.
Mi sono resa conto che non mi conoscevo affatto, all’inizio mi davano fastidio la preghiera e la condivisione. In cappella Gesù bussava alla porta del mio cuore pieno di rabbia e non volevo lasciarvi entrare nessuno, ma Lui non mollava. Nella vita quotidiana mi erano scomode le ragazze che mi dicevano la verità di me stessa e scoprivano le cose che credevo di riuscire a tenere nascoste. Nonostante le fatiche che vivevo, dopo un po’ di tempo ho iniziato a sentire che qualcosa in me stava cambiando.
Ho scoperto che dicendo la verità nessuno mi puniva, come pensavo, anzi mi sentivo sempre più voluta bene e perdonata; ho iniziato così ad aprire la porta a Gesù affinchè potesse entrare e guarirmi. Adesso sono passati alcuni anni e sento che la mia vita è cambiata. Sono felice di risvegliarmi la mattina, ho la forza di affrontare le situazioni, anche i momenti più difficili. Il rapporto con la mia famiglia e con mia figlia si è sistemato, le mie giornate sono pienissime e il tempo non mi basta mai per fare tutto quello che desidero.
Non avrei mai immaginato che un giorno avrei detto il mio grazie a Dio per il dono della vita e invece oggi sento la gioia di vivere, la voglia di fare, di scherzare, di sorridere! Penso che tutto questo è stato possibile solo perché ho aperto il mio cuore a Gesù, ne sono certa, tutto il resto lo ha fatto Lui. Dovevo solo fare questo passo e poi “tirarmi su le maniche” per mettermi a camminare sulla strada che Lui mi avrebbe mostrato.
Ringrazio di cuore Madre Elvira, i nostri sacerdoti e tutte le persone che hanno avuto pazienza con me, per tutta la fiducia che mi hanno dato, per la possibilità di vivere questa vita bella e pulita, ma in particolare ringrazio per il dono della fede e dell’amore che oggi vivo e sperimento.
Eva
Comunità Cenacolo

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
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S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
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AMEN

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