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Testimoni di speranza

22 Dicembre 2012 | Filed under: Dipendenze
     

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Io chiamo Lukàcs e vengo dall’Ungheria. Ringrazio Dio perché entrando in Comunità Lui è entrato nella mia vita senza valori. Ringrazio anche i miei ge­nitori che non hanno avuto paura di educarmi alla vita cristiana: già da piccolo ero capace di ricono­scere il bene e il male. Mi ricordo che nei primi anni di scuola i miei compagni di classe mi prendeva­no in giro quando provavo a di­fendere il nome di Dio dalle loro bestemmie.

Non era facile lottare per quello in cui credevo, ma ho sempre provato ad essere acco­gliente con tutti e non mi vergo­gnavo di me stesso, anche perché nei momenti difficili c’era la mia famiglia ad aiutarmi e darmi dei consigli. A tredici anni sono an­dato a studiare in un’altra città, dove all’inizio mi sono trovato bene con tutti. Mi impegnavo ad occupare il mio tempo libero con divertimenti utili e riuscivo a portare avanti i valori ricevuti.

Col tempo però ho scoperto che i miei amici non erano sinceri con me: finché davo ero un amico, ma nelle difficoltà mi ab­bandonavano. Mi sentivo solo di fronte alle provocazioni e alle umiliazioni; non sapevo come affrontarle, vedevo solo i miei li­miti e la mia sensibilità. Non c’e­ra nessuno in cui avevo fiducia per condividere e liberarmi dai pensieri cattivi e dalla rabbia. Ho cominciato a vivere tanta paura di essere buono. Dopo sei mesi sono tornato nella mia città. Non volevo più essere il debole, quello che gli altri mettono da parte, vo­levo essere accettato dagli altri.

Cercavo la felicità, come tanti gio­vani, nei piaceri che il mondo mi proponeva ed era più facile vive­re il male che il bene. Ho cono­sciuto tanti ragazzi che già si dro­gavano e che ai miei occhi erano liberi e senza paure, ma non sa­pevo niente di quello che vera­mente vivevano e sentivano nel loro cuore. Il mio linguaggio è diventato sporco, raccontavo solo bugie, non andavo più a scuola e se ci andavo lo facevo solo per fa­re “casini” e per “provocare” i professori.

Non ero libero con gli amici e con le ragazze, mi ma­scheravo ubriacandomi per sem­brare forte e bravo, rinnegando totalmente me stesso e la mia ve­ra personalità. In questi anni di disperazione mia sorella, che era uscita dalla schiavitù della droga entrando in Comunità, ha pro­posto anche a me di fare una breve esperienza. Ne sentivo il bisogno perché ero stufo di tutto, dei genitori, degli amici, ma so­prattutto di non essere me stesso: ero stufo delle mie maschere.

Quando sono entrato al Cenaco­lo mi sono sentito come in una famiglia che accoglie tutti quelli che cercano una vita vera, che ha finalmente senso, ma facevo fati­ca ad accettare che anch’io dove­vo cambiare. Il mio “angelo cu­stode”, il ragazzo a cui sono stato affidato fin dall’inizio, era sincero e vero con me e non si vergogna­va di se stesso. Mi è stato vicino come un amico fedele per due mesi: all’inizio mi sono scontrato con lui tante volte perché cercavo sempre la mia ragione, ma senti­vo finalmente che qualcuno si prendeva cura di me.  Mi ha inse­gnato a non tenere più dentro di me quello che vivevo, a non na­sconderlo, a condividerlo per es­sere libero.

Piano, piano ho co­minciato a vedere chiaramente gli sbagli fatti, a conoscere me stesso, e anche se il mio orgoglio all’ini­zio era più forte della mia vo­lontà, non avevo più la possibilità di scappare. Intorno a me c’erano solo ragazzi che mi volevano be­ne, che mi osservavano e ricono­scevano quando stavo male per­ché anche loro avevano superato quei momenti difficili. Non aven­do paura di dirmi la verità e di comunicare sinceramente il mio vissuto a chi camminava con me, ho ritrovato la strada giusta.

Grazie alla Comunità ho fatto an­che un’esperienza che mai imma­ginavo: ho partecipato al musical biblico “Credo” che rappresenta la vita di Gesù; per la prima volta ho imparato dei balletti e dovevo salire su un palco dinanzi a tanta gente. All’inizio pensavo di non esserne capace perché prima del­la   Comunità   dovevo   essere ubriaco o “stordito” per fare delle cose del genere, ma mi sono libe­rato così da tante paure.

Lo sco­modo, i superamenti, i sacrifici, uniti all’amicizia, all’unità e alla preghiera che si vivono durante le prove del musical mi hanno dato tanta gioia e mi hanno gua­rito tante paure. L’impegno degli altri mi ha aiutato a non scorag­giarmi nei momenti in cui le cose non andavano come volevo io. Davanti a Gesù Eucaristia sento che le mie ferite stanno guaren­do. Le amicizie fatte in Comu­nità sono vere, mi danno forza, sostegno e sicurezza.

Ringrazio la Comunità perché sto imparando a essere costante nel bene, vivendo quello che la vita mi offre con maturità, accogliendo tutto come dono. Sono contento di testimoniare che oggi la mia vi­ta è finalmente piena e reale, nel dolore e nella gioia. Ho voglia di viverla bene, il meglio possibile, ogni giorno di più.

Lukàcs

Comunità Cenacolo


     

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Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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