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Testimoni di speranza

20 Gennaio 2013 | Filed under: Dipendenze
     

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Mi chiamo Patrizia, vengo dalla Germania e sono contenta di poter far parte di questa bellissima famiglia del Ce­nacolo. Quando penso a Madre Elvira, sento una grande gratitu­dine per il suo coraggio nel fare ogni sacrificio possibile per mo­strare a noi giovani, che avevamo perso il senso della vita, come di­venta bella e preziosa la nostra vita quando incontra Dio. Sono convinta che Dio è stato sempre presente nella mia vita; da piccola lo cercavo e oggi rin­grazio mia sorella e i miei genitori che mi hanno insegnato a prega­re e a vivere una vita cristiana.
Mi ricordo che già da bambina ero molto sensibile, chiusa e piena di paure. La mia sfiducia non mi permetteva di mostrare a nessu­no i miei sentimenti e le sofferen­ze che vivevo dentro di me, an­che se certe volte erano insop­portabili. I miei genitori beveva­no e, assorbendo i loro litigi e le loro violenze, ho perso completa­mente la fiducia nei “grandi” cer­cando di risolvere i miei problemi da sola.
A scuola ero brava e, an­che se ero timida e parlavo poco, mi trovavo bene con gli altri. Mia nonna continuava a parlarmi del­la fede, della purezza e della Ma­donna, e così Dio è diventato una parte importante della mia vita. Cambiando scuola, all’età di die­ci anni, mi sono trovata in un am­biente in cui la fede e i valori cri­stiani non esistevano.
 Per paura di non essere accettata dagli altri preferivo rimanere da sola, non mi fidavo, mi isolavo sempre di più. Per anni ho vissuto nella guerra con me stessa, delusa dal­la vita, disperata e in una profon­da solitudine, cadendo nell’ano­ressia. Avevo perso ogni speran­za e l’unica cosa che mi era ri­masta era un grido a Dio che è stato esaudito.
Quando avevo sedici anni sono andata a Medjugorje dove ho in­contrato la Comunità Cenacolo. Mi ricordo benissimo che quando ascoltavo le testimonianze dei ra­gazzi sentivo in me un desiderio profondo: vivere una vita come loro. In fondo mi sembrava im­possibile, ma quando sono anda­ta nella loro cappella ho pregato così: «Maria, se vuoi un giorno entrerò anch’io in Comunità». Tornando a casa ho dimenticato tutto quello che avevo vissuto a Medjugorje. Mi sono trasferita in una città lontana dai miei genito­ri, pensando di poter vivere final­mente la “mia libertà”.
Ormai abituata a vivere da sola cercavo di accontentarmi studiando, lavo­rando, ascoltando la musica… continuando a illudermi che mi sarebbero bastate queste cose. Ma con il passare del tempo den­tro di me è cresciuto un vuoto sempre più grande: ero stufa di vivere, tutto perdeva senso e so­no diventata sempre più fredda e indifferente. Poi un giorno, tro­vandomi in ospedale dopo un incidente a riflettere sulla mia vi­ta, mi sono detta: «Basta! O co­mincio a cambiare o è meglio morire; così non voglio più anda­re avanti!».
Per la prima volta, se­riamente, ho cercato aiuto e mi è tornata in mente la Comunità: erano passati sei anni da quell’in­contro forte vissuto a Medjugorje! Entrata al Cenacolo i primi mesi sono stati difficili. Vedevo giovani che vivevano una vita semplice e che trovavano nella preghiera, nella verità, nel sacrificio, nel la­voro e nell’amicizia la loro feli­cità; mi toccava la loro volontà forte di vivere, di lottare e la loro fede in un futuro migliore.
Mi rendevo conto che io ero incapa­ce di vivere, di comunicare, e dentro di me vedevo solo po­vertà, paure ed amarezze. Mi sembrava impossibile poter cam­biare qualcosa, però grazie all’a­more, alla pazienza e alla speran­za del mio “angelo custode”, la ragazza che mi ha accolta e se­guita all’inizio, per la prima volta ho avuto il coraggio di dirmi la verità senza più scappare da me stessa.
 Attraverso i gesti concreti delle ragazze ho imparato cosa vuoi dire l’amicizia vera, la fidu­cia, e ho cominciato ad aprirmi sempre di più. Oggi ringrazio per ogni persona che ha creduto in me e ha sofferto per salvarmi la vita. Nell’Eucaristia, nei Sacra­menti e nella mano della Madon­na ho trovato la forza di fare i pri­mi passi nella fede. Dopo anni di cammino ho poi ricevuto il gran­dissimo dono di poter essere di aiuto, in alcuni momenti della giornata, ai bambini che con le loro mamme vivono nella frater­nità: è stata una grande guarigio­ne per me.
Nella loro semplicità mi hanno in­segnato a vi­vere, ad ap­prezzare le piccole cose quotidiane, a dimenticare me stessa e ad accogliere le mie po­vertà. Attra­verso di loro finalmente ho capito che non è impor­tante essere perfetta, ma che mi basta amare per essere felice. Ho imparato ad educare per prima me stessa, a sorridere anche nei momenti più difficili, a non fermarmi alle cose banali…
Mi sono resa conto an­che di quanti sacrifici hanno fatto i miei genitori per me e ho impa­rato a vedere alcuni loro sbagli con occhi diversi, provando per loro tanta misericordia. Una gran­de spinta per il mio cammino è stata la conversione di mio padre che da alcuni anni, grazie alla preghiera, alla volontà e all’amo­re per la famiglia, ha smesso di bere e ha cambiato la sua vita.
Quando io ho lasciato la casa per cercare aiuto, lui ha capito che l’alcool stava distruggendo la fa­miglia e così, dopo un pellegri­naggio a Medjugorje, ha ricevuto in dono dalla Madonna la volontà di vincere questa sua schiavitù. Anche la relazione con mia mam­ma è migliorata e oggi siamo una famiglia rinata, unita, che prega e vive il bene.
Dopo questi anni di cammino sento che ho imparato ad accogliere serenamente le mie povertà, a portare la croce della vita nella fiducia in Dio. Passo do­po passo comincio a volermi più bene per quella che sono, nella verità. Sento che sono sulla stra­da giusta, una strada che è sco­moda a volte, ma che mi porta alla pace e alla vera gioia. Ringrazio l’amore di Dio che mi ha salvata e ogni persona che la Provvidenza di Dio mi ha messo accanto: oggi sono felice di vivere e desidero fortemente essere una donna capace di amare.
Patrizia
Comunità Cenacolo

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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