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Testimoni di speranza

24 Ottobre 2011 | Filed under: Dipendenze
     

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Mi chiamo Carolina, ho ventiquattro anni, e ogni giorno che vivo nella Comunità Cenacolo imparo a conoscere ed amare sempre più me stessa nella verità. Accettarmi per quella che sono è stato un problema fin da quando ero bambina, perché spesso con gli altri bambini mi sentivo non all’altezza e facevo fa­tica a fare amicizia; ero molto ti­mida e abbastanza introversa.

La mia famiglia non la sentivo vicina perché i miei genitori in quel pe­riodo lavoravano molto. Per non far mancare nulla in casa manca­vano sempre loro all’appunta­mento con la vita di noi figli; con loro non riuscivo ad avere un rap­porto sincero e reale, mentre con mia sorella minore si era creato un legame abbastanza forte. Mi senti­vo un po’ responsabile di lei, es­sendo io la più “vecchia”, ma dal­l’altra parte vedevo tante differen­ze nel modo di comportarsi dei nostri genitori verso di noi, e così vivevo delle gelosie che mi face­vano essere dura e violenta nei suoi confronti.

La famiglia mi ha comunque trasmesso una buona educazione che nell’infanzia ho ac­colto con fiducia. In casa si era “cristia­ni”, e ho conosciuto Gesù ma con una visione poco realisti­ca della fede, pen­sando che con Lui non sarebbe dovuta esistere la sofferen­za. Così quando ho iniziato a soffrire so­no rimasta delusa e mi sono allontanata da Dio. Nell’adole­scenza, verso i dodi­ci anni, ho iniziato a farmi tante doman­de e a guardarmi attorno; la situazio­ne familiare era sempre più tesa, c’e­rano molti problemi ma non se ne parlava, anzi venivano nascosti da un silenzio pesante…….
…… Dentro di me è scattata la rabbia e la delu­sione perché iniziavo a vedere troppe incoerenze e così sono scoppiata in un malessere che si è manifestato prima a scuola con l’essere indisciplinata, poi in fami­glia nel rifiuto di ascoltare i miei genitori e alla fine con gli amici, con i quali ho iniziato a “masche­rarmi” per farmi accettare e per non sentirmi più sola. Tutto que­sto mi ha portata a non avere più una personalità e a cercare di riempire i miei vuoti nei rapporti sbagliati con i coetanei, perdendo così la mia dignità e i valori della vita.

Cadevo sempre di più nella tristezza, vivendo una vita squili­brata che mi ha portata a sedici anni a lasciare la scuola e a fare uso di droghe, prima “leggere” e poi “pesanti”, giungendo a dipen­dere alla fine totalmente dalle se­rate in discoteca e dallo “sballo”. Cercavo solo più questo perché mi sembrava l’unica soluzione ai miei problemi. Ero così illusa e in­stupidita nel male da credermi li­bera, disinvolta e felice; non ero capace di lavorare e spendevo molti soldi rubando anche in casa perché non bastavano mai.

Ho iniziato a vivere pensando soltan­to più alla droga, smettendo an­che di frequentare tanti locali e passando tanto tempo in giro per la strada. Lì ho incontrato l’eroi­na. Dentro mi giustificavo dicen­do: “Solo più oggi, domani smet­to”, ma quel domani non veniva mai. Era un mio segreto e lo face­vo da sola ma poi è diventata una realtà costante che mi dominava: ho avuto paura di non uscirne più. Ho chiesto aiuto a mia madre che mi ha proposto la Comunità Cenacolo, e quando ho saputo che era una comunità cristiana mi sono rifiutata perché davo la col­pa a Dio per tutto il male che vi­vevo.

Ero falsa con me stessa, pensavo di non essere “tossica” perché ero ancora giovane, non avevo l’epatite, non mi cadevano i denti, non ero in carenza… Pen­savo che non valesse la pena fare tanti sacrifici, visto che in fondo ero “quasi a posto”. Così sono an­data via di casa, scegliendo la strada e continuando a drogarmi. Ma quella vita era un inferno; presto le mie illusioni sono crolla­te, non vedevo più un futuro, sta­vo male fisicamente e cadevo sempre più in basso tanto che non riuscivo più neanche a “masche­rarmi” e provavo una profonda vergogna.

Non avendo altre porte aperte al di là di quelle della Co­munità, ho deciso finalmente di entrare e di farmi aiutare. Mi sono sentita accolta con molta pazien­za; quello che all’inizio mi ha col­pito era che mentre io rifiutavo le persone vicine, le insultavo e le di­sprezzavo, loro mi volevano bene. Spesso mi isolavo, facevo cose di nascosto dalle altre, disubbidivo… ma non c’erano punizioni, mi ve­niva chiesto solo di ripartire per essere onesta e vera. Ho ricomin­ciato ad avere fiducia in Gesù quando ho visto che nella soffe­renza Lui c’era; quando stavo ma­le lo sentivo ancora più vicino at­traverso gli altri e nella preghiera.

Durante i primi due anni di Co­munità avevo ancora tante “tene­bre” nel cuore, la droga e la “piaz­za” mi piacevano ancora, e me ne sono resa conto quando sono an­data a casa in “verifica” per qual­che giorno. Tornando in Comu­nità avrei voluto schiacciare tutto, fare finta che tutto andasse bene, ma grazie a Dio sono stata trasfe­rita in una casa nuova dove mi è stato chiesto di vivere tanto il si­lenzio, e grazie anche alle preghie­re delle sorelle la mia coscienza ha cominciato a gridare. Per la prima volta mi sono trovata davanti a me stessa con un bel po’ di lavoro da fare dentro.

Così è cominciato il mio cammino vero verso la lu­ce, quello che ora sento e vivo come un privilegio ed un dono grande. Adesso sono nella frater­nità di Lourdes da un po’ e rin­grazio la Madonna perché la sua dolcezza mi sta guarendo. Oggi vedo che il perdono è più forte del peccato; nessuno sbaglio e nessuna chiusura può impedire a Dio di amare i suoi figli, e io ora mi sento una figlia amata da Lui e dalla Comunità. Nel mio cuore oggi è nato il desiderio di ricam­biare questo amore e di voler im­parare anch’io ad amare. Grazie Gesù, grazie Madre Elvira, grazie a tutta la famiglia del Cena­colo: grazie perché avete dato la possibilità alla mia storia di “girar­si” nel bene e di riscoprire la verità e la bellezza della vita.    

Carolina
       Comunità Cenacolo

     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
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S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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