Testimoni di risurrezione – Gabriele
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La Comunità: casa della speranza
Mi sono drogato per più di dieci anni finché mi hanno proposto la strada della Comunità, che era l’unica speranza. Ero sempre molto arrabbiato, orgoglioso, tutto mi infastidiva. In Comunità sentivo ripetere che se non ritrovi la pace con te stesso, non sarai mai felice, ed io mi sentivo infelice. Pregando un giorno mi è nata dal cuore una voce: “Preghi preghi, ma perché non preghi per tutta la rabbia che hai verso tuo padre?”.
Il Signore voleva risanare le mie radici. È stata la verità più dura e più dolorosa da affrontare. Ho avuto sempre un rapporto difficile con la famiglia, specialmente con mio papà. Per riuscire a mantenere la mia famiglia mio padre pensava, giustamente, sempre al lavoro. Aveva tanti problemi che non capivo. Pregando rivedevo tanta rabbia, tante ferite, ma non riuscivo a trovare un modo come potermi riconciliare con lui.
Ho iniziato anche a digiunare, finché piano piano si sono accesi tanti bei ricordi nella memoria di quando mio papa mi aiutava a fare i compiti, di quando mi ha portato l’ovetto ”Kinder” a casa e poi mi ha montato la sorpresa, di quando è venuto a vedere la partita di calcio… tutte cose che neanche ricordavo più, e così ho cominciato a vedere mio padre in un modo nuovo.
È arrivato poi il momento della verifica in famiglia. Avevo un grande desiderio di riabbracciare mio padre, rivederlo, ringraziarlo, ma più mi avvicinavo e più mi era difficile. Ricordavo la voce di Madre Elvira: “Quando torni a casa perdona tutto, abbraccia tuo padre, stringilo forte, non condannarlo, perdonalo!”. Però dall’altra parte c’era il male che mi diceva: “No, ma guarda non è proprio così, ti ha fatto tanto male”.
Alla fine, quando ci siamo rivisti dopo anni, l’amore e l’affetto sono stati più forti. Ho abbracciato per la prima volta mio padre dopo ventotto anni di vita, gli ho detto grazie per la vita che mi ha donato, gli ho chiesto scusa per tutti i problemi che gli ho causato. Abbiamo pianto come due bambini. Durante quei giorni abbiamo poi fatto delle cose semplici assieme, belle, che mi hanno donato tanta pace e gioia nel cuore. Quell’abbraccio di perdono mi ha ridato uno sguardo nuovo sulla vita.
Gabriele
Comunità Cenacolo
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