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Testimoni di Resurrezione

25 Aprile 2014 | Filed under: Dipendenze
     

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Signore, fa che in questa giornata io possa fare un piccolo passo sulla via verso di Te». Questa è la preghiera che mi ha accompagnato lungo tutto il mio cammino comunitario. Mi chiamo Marek, vengo dalla Slovacchia e sono contento di con­dividere la mia vita con voi. Sono cresciuto in una famiglia cristiana nella quale, sin da pic­colo, sono stato educato bene: mio padre mi ha trasmesso la fe­de con il suo esempio.

Tuttavia, anche se andavo in chiesa, non sentivo nulla di particolare: face­vo il chierichetto, ma soltanto perché lo facevano i miei amici. All’età di dodici anni ho comin­ciato a perdermi nelle bugie che dicevo ai miei genitori: mi sono chiuso nei loro confronti e non volevo più dialogare, credendo di farcela da solo ad affrontare le mie difficoltà. Ero viziato e nien­te mi accontentava. Guardavo i miei due fratelli più grandi e vo­levo essere anch’io grande come loro.

Volevo essere al centro dell’attenzione sempre: con gli amici, a scuola, in tutto. Nascon­devo la mia vera personalità con tante maschere da “bravo ragaz­zo”. Mi piaceva essere arrogante, invece che umile, e fare quello che volevo, invece che ascoltare gli altri. Mi sen­tivo diverso, inferiore, e così ho cominciato a ru­bare i soldi, a fumare e a bere alcool per sentirmi “qualcuno di più”, illu­dendomi di essere più apprezzato.

Arrivando alle scuole superiori ho dovuto cambiare città e sono andato a vivere dai miei nonni, tornando a casa solo nel week-end. Con i compagni di clas­se non mi trovavo molto bene, venivo messo al­l’ultimo posto e questo non potevo accettarlo. Non parlavo delle mie difficoltà con nessuno perché non mi fidavo e tenevo tutto dentro di me; così, cercavo conso­lazione nel cibo e ruba­vo i soldi in casa per “comprarmi” gli amici.

Verso i quindici anni mio padre è mancato; è stata una grande sofferenza che non riuscivo ad accettare e di cui ho incolpato Dio. Da quel mo­mento Dio non è più esistito nel­la mia vita e ho smesso di anda­re in chiesa. La mia vita stava scendendo sempre di più nelle tenebre, mi sono perso dentro le mie falsità. Ho cominciato a gio­care a video-poker, a rubare sempre più soldi, oro e tutto quello che potevo vendere: il vi­deo-poker era diventato il mio migliore amico, la mia droga.

La mia famiglia vedeva che non stavo bene ma non sapeva come aiutarmi, finché un giorno mia zia mi ha spiegato cosa fosse la Comunità Cenacolo. In un pri­mo momento non volevo saper­ne di entrarci. Poi, però, per ac­contentare mia madre e mia zia, sono andato qualche volta ai colloqui. La situazione in casa si era calmata e pian piano ho ini­ziato a sentire nel cuore che dovevo fare il passo di entrare.

La prima cosa “strana” che ho vis­suto in Comunità è stata avere un “angelo custode”, un ragazzo che viveva al mio fianco e mi aiutava. La prima cosa che mi ha detto è stata: «Ti voglio bene» e mi ha abbracciato. Sono state parole toccanti perché non mi volevo più bene e a casa mia, con tutto quello che avevo com­binato, nessuno più avrebbe cre­duto in me.

Con il mio “angelo custode” ho scoperto cosa fosse l’amicizia vera: è lui che mi ha insegnato quanto sia importante credere e fare amicizia con Dio, vivendo la preghiera come una porta verso Dio. Non era più al­lora guardare solo un pezzo di pane consacrato, ma un Amico fedele che non mi tradisce mai. Ho cominciato a scoprire cos’è la verità e a viverla ogni giorno.

A volte vivo ancora la paura di dire agli altri quello che penso, ma oggi voglio essere un vero amico che affron­ta le situazioni della vi­ta senza più scappare dalle difficoltà. Cerco allora la forza in cap­pella, in ginocchio da­vanti a Dio, da dove proviene tutto. Ho im­parato a mettermi al­l’ultimo posto e a servi­re gli altri, e voglio fi­darmi della Provviden­za; ho capito che per essere felice bisogna es­sere umili e servire.

So­no cresciuto nell’amore e nel servizio anche grazie al dono di essere stato accanto ad una persona anziana e ma­lata per un certo perio­do. Avevo tanta paura di sbagliare, ma lei mi ha spinto ad andare avanti: finalmente ave­vo trovato qualcuno che credeva in me. Ringrazio i ragazzi che mi hanno insegnato ad amare, a pregare e ad avere il coraggio di andare avanti nei momenti di difficoltà.

Ringrazio la Vergine Lauretana per il dono di essere oggi vicino alla sua Santa Casa, per la mia vita cambiata e per la mia famiglia rinata nella fede. Le affido tutti i giovani che chie­dono aiuto alla Comunità, per­ché possano ritrovare la gioia di una vita vera. Ringrazio la Divi­na Provvidenza che ha reso oggi la mia vita piena di amore, spe­ranza e gioia.

Marek
Comunità Cenacolo


     

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Padre del cielo,
Tu ci hai dato un modello di vita
nella famiglia di Nazareth,
aiutaci, o Padre buono,
a fare della nostra famiglia
un'altra Nazareth, dove regnano
l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
attraverso la preghiera familiare.
Insegnaci a vedere Gesù
nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
Possa il Cuore Eucaristico di Gesù
rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
in modo santo.
Possiamo amarci
come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
e possiamo perdonarci le offese
come Dio perdona le nostre.
Aiutaci, o Padre buono,
a prendere ciò che ci dai
e a darti tutto ciò che ci chiedi
con grande gioia.
O Immacolato Cuore di Maria,
causa della nostra gioia,
prega per noi.
S. Giuseppe, prega per noi.
S. Angelo Custode,
rimani sempre con noi,
guidaci e proteggici.
AMEN

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