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Testimoni di resurrezione

23 Maggio 2014 | Filed under: Dipendenze
     

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Teresa Resurrezione

Sono Teresa e vivo da qual­che anno nella fraternità “Nossa Senhora da Ternura” a Mogi das Cruzes in Brasile, in una casa-famiglia della missione con nove bambine e un bimbo di quasi due anni. Oggi, guardando­mi alle spalle, se penso a come sono arrivata qui, mi dico: “Come cambiata la mia vita! Che miracolo grande è accaduto!”.

Il mio primo incontro col Cena­colo è avvenuto quando mia mamma era incinta di me di due mesi. Lei e mio papa sono venu­ti in Comunità in occasione del matrimonio di due loro amici, e personalmente non credo che sia stata una casualità; penso in­vece che nei piani che Dio aveva su di me ci fosse già sin da allora l’incontro con questa realtà.

C’è stato poi un secondo incon­tro all’età di quattordici anni. Facevo parte del gruppo di gio­vani “Anania Azaria e Misaele”; insieme abbiamo partecipato al­la Festa della Vita nel 2002 e lì mi sono innamorata della Co­munità: mi sembrava un piccolo angolo di paradiso in cui le per­sone si volevano bene e si acco­glievano a vicenda, un luogo in cui potevi essere te stesso. E ini­ziato così un legame profondo che mi ha accompagnato lungo tutta la mia adolescenza, ricca di esperienze e incontri positivi, ma allo stesso tempo anche di sbagli e di sofferenze.

Ripercorrendo la mia vita, posso dire che i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare l’amo­re. Cattolici convinti, facevano parte di un gruppo di preghiera che inizialmente li ha portati a in­contrare Dio, anche se poi li ha resi piuttosto rigidi e chiusi. E dentro di me c’era una lotta: quando stavo con gli altri bambi­ni del gruppo e ci parlavano di Dio ero felice, mi incantavano le storie su Gesù, ma poi le prese in giro dei miei compagni era­no troppo do­lorose per me, che di caratte­re sono sem­pre stata più sensibile e paurosa dei miei fratelli.

Mi sentivo “diversa” e cresceva in me un grande timore del giu­dizio degli al­tri, un forte bi­sogno di esse­re accettata e amata ed anche una certa paura di mostrare la fede che in casa mi avevano trasmesso. Per far fronte alle mie insicurezze ho ini­ziato a vestirmi in modo strava­gante e a frequentare gli “alter­nativi” della mia città. Mi ma­scheravo per la paura di non es­sere accettata, ero triste e arrab­biata perché non riuscivo a esse­re me stessa e perché, di conse­guenza, non mi sentivo amata per quella che ero.

Nel frattempo, i miei genitori avevano ritrovato la gioia, risco­prendo il vero volto di Dio. La lo­ro unità e il loro amore reciproco sono stati una sicurezza durante la mia adolescenza e oggi ho un bel ricordo di loro perché in que­gli anni mi sono stati molto vici­ni, a volte con fermezza, altre con dolcezza: sono stati un gran­de papa e una grande mamma. L’incontro definitivo con il Cena­colo è avvenuto a diciannove an­ni. Avevo intenzione di fermarmi un mese per poi cominciare la facoltà di ostetricia, ma ho deciso di rimanere di più.

Non sapevo cosa fosse quella spinta che mi diceva di restare, però la sen­tivo forte e mi sono fidata. Oggi so che era l’amore di Dio che voleva fare miracoli nella mia vi­ta. I miei genitori, non senza dif­ficoltà, si sono rassegnati all’idea che non tornassi più a casa. Poi, pian piano, il loro cuore si è riempito di gioia per aver ritrova­to una Teresa felice.

È rifiorita in me la fede già seminata da loro, ho imparato a guardarmi dentro con verità e a condividere quello che vivo e che penso. Questi so­no stati doni preziosissimi per me perché mi hanno aiutata a cono­scermi e a liberarmi dalla paura degli altri, dalla paura di non es­sere amata. Il dono più grande è stato poi la missione dove conti­nuo a sperimentare l’amore di Dio per me, un amore che è for­za nei momenti di stanchezza, gioia in quelli difficili e luce quando sono confusa.

Tutto que­sto è un miracolo perché mai avrei pensato che un giorno sarei stata bene con me stessa, che sa­rei diventata amica di Dio e a servizio del prossimo. Il prender­mi cura di questi bimbi mi fa cre­scere quotidianamente nella re­sponsabilità, nella bontà e nel­l’amore. Oggi il mio orizzonte è ampio e limpido: c’è ancora tan­ta strada da fare, però sono vera­mente felice!

Teresa
Comunità Cenacolo


     

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