Testimoni di Geova – Lezione N° 145
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La risurrezione
Chi sarà risuscitato?
1 – L’errore:
I tdG sono del parere che non tutti saranno risuscitati. Hanno scritto: “La Bibbia mostra che Giuda Iscariota, il quale tradì Gesù, non verrà risuscitato. Per la sua volontaria malvagità, Giuda è chiamato “figlio di distruzione” (Giovanni 17:12). Egli andò nella simbolica Geenna, da cui non c’è risurrezione”. Il motivo piuttosto recondito di questo errore geovista è l’altro loro errore secondo cui questo nostro pianeta, la terra, sarà la dimora eterna dei risuscitati. Poiché la terra non può contenere i miliardi di creature umane finora vissute e quelli che ancora vivranno, i geovisti devono necessaria- mente limitare il numero dei risuscitati contro ogni evidenza biblica.
La verità:
a) Sempre che parla della risurrezione dei morti la Bibbia afferma inequivocabilmente che tutti saranno risuscitati, i giusti per la gioia eterna, gli ingiusti per la pena eterna (cfr. Daniele 12, 2; Giovanni 5, 27-28; Matteo 25, 32-33; Atti 24, 14; Apocalisse 20, 12-13).
b) In Giovanni 17,12 Gesù chiama Giuda “figlio della perdizione”, non della “distruzione”. La parola greca “apòleia” significa “perdizione”, “rovina” e simili, non “distruzione”. Andare in rovina o perdizione vuol dire perdere i beni che si hanno, magari tutti i beni, ma non l’esistenza. Gesù usa lo stesso vocabolo quando parla delle pecore “perdute” (apolòlota) della casa di Israele (cfr. Matteo 10, 6; 15, 24). Le pecore “perdute” sono quelle fuori dell’ovile e del pascolo, ma non distrutte, annientate.
c) Nel Vangelo è detto ripetutamente che anche i peccatori risorgeranno (cfr. Matteo 11, 22-24; Luca 10, 12-16). Anche Giuda il traditore risorgerà nell’ultimo giorno, qualunque possa essere a suo riguardo il giudizio di Dio. I tdG si ergono spesso a giudici dei vivi e dei morti, dimenticando che solo Uno – Gesù Cristo – è colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini e darà a ciascuno secondo le sue opere (cfr. Apocalisse 2, 23; Geremia 17, 10).
d) In nessuna parte della Bibbia è detto che Giuda è andato nella simbolica Geenna. Il testo di Matteo che essi citano (22, 33) riporta le parole di Gesù ai farisei: “Razza di vipere, non potete scampare dalla condanna della Geenna”. Qui non è detto che la condanna della Geenna equivale a distruzione. Questo lo dicono i tdG, ammannendo ai loro seguaci un cibo velenoso e mortifero, che non è certamente la Parola di Dio.
2 – L’errore: “C’è ovviamente un numero sconosciuto di persone che non saranno risuscitate. Fra queste ci sa- ranno gli scribi e i farisei impenitenti, che rigettarono Gesù e gli Apostoli, il religioso “uomo dell’illegalità” e i cristiani unti, che si sono allontanati” (2 Tessalonicesi 2:3; Ebrei 6,4-6; Matteo 23:29-33).
La verità:
a) Tutte le affermazioni geoviste qui riportate sono radicalmente contrarie all’insegnamento della Bibbia. Sono invenzioni ed elucubrazioni settarie. La Bibbia dice che saranno risuscitati tutti (greco pantes), quanti fecero il bene e quanti fecero il male (cfr. Giovanni 5, 28-29), giusti ed ingiusti (cfr. Atti 24, 15), tutte le genti (cfr. Matteo 25, 32).
b) In 2 Tessalonicesi 2, 3 è detto che, prima del giorno del Signore, “dovrà essere rivelato l’uomo iniquo”. Paolo non specifica chi sia l’uomo iniquo, e tanto meno dice che non sarà risuscitato. Farglielo dire è una manipolazione della Bibbia. Se è una creatura umana e sarà morta alla venuta del Signore, sarà certamente risuscitata tra gli ingiusti, tra quanti fecero il male (Atti 24, 15; Giovanni 5, 29).
c) In Ebrei 6, 4-5 non si parla affatto di risurrezione. L’autore sacro parla unicamente della difficoltà o impossibilità di una seconda conversione per coloro che, dopo aver gustato le dolcezze della vita cristiana, hanno crocifisso di nuovo il Figlio di Dio, cioè hanno rinnegato la fede. Se muoiono impenitenti, saranno tra coloro che fecero il male e usciranno dai sepolcri per una risurrezione di condanna (cfr. Giovanni 5, 29).
3 – L’errore: Gesù parlò anche di persone simili a capri in vita alla fine del mondo, le quali sarebbero andate nel “fuoco eterno> preparato per il diavolo e per i suoi angeli”, cioè allo “stroncamento eterno” (Matteo 25:41, 46). Per tutti questi non vi sarà risurrezione.
La verità:
Ripetiamo quanto abbiamo già detto cioè che sia nell’Antico Testamento come nel Nuovo alla risurrezione vi sarà un premio per i buoni e un castigo o condanna per i cattivi (cfr. Daniele 12, 2; Giovanni 5, 28-29).
In Matteo 25, 46 si parla di “supplizio” eterno. La parola greca usata dall’autore sacro, tradotta “supplizio”, è kòlasis, che vuol dire “potatura”, “correzione”, “punizione”. L’albero, che è potato, non è stroncato, annientato, ma continua a vivere, anche se privato dei suoi rami. Parimenti la “correzione” o “punizione” non distrugge o stronca la persona, ma la priva di qualcosa o di qualcuno. La privazione è causa di sofferenza, di fuoco morale, che fa soffrire.
Perché gli Ingiusti saranno risuscitati?
L’errore:
La Bibbia spiega: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti. Tale sarà il caso del malfattore pentito, a cui Cristo promette il paradiso (Luca 2, 39-43). Questo fu un ingiusto perché non conosceva la volontà di Dio. Gesù risusciterà questo ingiusto, come pure altri miliardi di persone che morirono nell’ignoranza. Saranno risuscitati, verrà insegnata loro la volontà di Dio e avranno l’opportunità di dimostrare che amano realmente Dio, facendo la sua volontà”.
La verità:
a) La parola ingiusto non vuol dire “ignorante” o “analfabeta”, ma una persona che pur conoscendo ciò che è giusto, agisce in modo contrario. Ingiusto vuol dire iniquo, peccatore. “Ingiusto” è contrario di “giusto”, cioè di colui che agisce secondo giustizia o coscienza. Dio fa conoscere la sua volontà, ossia ciò che è giusto, oltre che nella Bibbia, anche nella coscienza della creatura umana. Scrisse san Paolo:
Quando i pagani, che non hanno la legge (cioè la Bibbia), per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo la legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza delle loro coscienze (… ). Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo” (Romani 2,14-16).
E’ perciò radicalmente contrario alla Bibbia affermare che quanti non conobbero la Bibbia saranno risuscitati perché venga loro insegnata la volontà di Dio. San Paolo afferma chiaramente che “è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9, 27). La sorte di ciascuna creatura umana, sia che abbia conosciuta la Bibbia o abbia fatto la volontà di Dio seguendo i dettami della propria coscienza, è segnata definitivamente subito dopo la fine di questa vita. I tdG non conoscono la Bibbia.
b) Il malfattore pentito fu un “ingiusto” durante la sua vita perché, pur conoscendo la volontà di Dio, non volle farla. Ma fu illuminato prima della morte dalla vista di Gesù, che si offriva, innocente, alla morte di croce anche per i suoi nemici. Il buon ladrone condannò il suo passato, chiese perdono a Dio e fu graziato o, redento. Quello stesso giorno entrò nella gioia dei beati, andò con Cristo in Paradiso.
Padre Nicola Tornese s.j.
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