Testimoni di Geova – Lezione LIV
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IL CRISTO TERRENO
Scrivono i tdG: “Gesù è Dio? Lasciamo che sia la Parola di Dio a ,chiarire le cose (… ) Gesù non pretese mai d’essere Dio. Quando gli Ebrei lo accusarono di essersi fatto Dio, egli li corresse dicendo: ‘Sono Figlio di Dio’” (Giovanni 10: 33-36, CEI).
La nostra risposta:
Sì, lasciamo che sia la Parola di Dio a chiarire le cose. Citiamo anzitutto ciò che segue a quel ‘Sono Figlio di Dio’. I geovistí tralasciano il contesto e spiegano il testo in modo errato, settario. Gesù dunque continuò dicendo:
“Se non faccio le opere di mio Padre non credetemi; ma se io le faccio, anche se non credete a me, credete alle opere, affinché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre. Cercavano, dunque, di prenderlo ,di nuovo, ma egli sfuggì alle loro mani” (Giovanni 10, 37-39, Garofalo).
Ha prima agito
Per capire correttamente le parole di Gesù ricordiamo anzitutto che in Lui era presente la Sapienza divina: “E il Verbo (greco Logos = Sa- pienza) si è fatto carne (= uomo) ed ha dimorato in mezzo a noi” (Giovanni 1, 14). In quanto tale, Gesù seguì una pedagogia o metodo educativo divino, per aprire la mente e il cuore degli uomini alla inaudita rivelazione della sua identità: Dio- con-noi! (Emmanuele, cfr. Matteo 1, 23).
Se nell’ambiente ebraico dove visse, avesse detto ‘io sono Dio’, avrebbe certamente provocato una reazione di incredulità forse insanabile. Egli fece in modo che gli uomini retti arrivassero a porsi la domanda: Chi è costui? e dare la risposta adeguata.
A tal fine ha prima agito e poi parlato (Atti 1, 1). Perciò la sua sfida: “Anche se non credete a me, credete alle opere”.
Quali opere?
“Minacciò il vento e disse al mare: ” Taci! Calmati!” e il vento cadde e si fece grande bonaccia (… ). E dicevano tra loro: ” Chi è costui che anche il vento e il mare gli ubbidiscono?”” (Marco 4, 39-40, Garofalo).
Senza dubbio, davanti a un fatto così meraviglioso, quegli uomini di Galilea dovettero ricordare istintivamente le parole del Salmista sulla potenza di Jahve:
Tu fai tacere il fragore del mare
il fragore dei suoi flutti (Ps. 65, 8, CEI).
In un’altra circostanza a un uomo paralizzato Gesù disse: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”.
“Gli scribi e i farisei si misero a ragionare tra sé: Chi è costui che dice bestemmie? Chi può rimettere i peccati se non Dio’ solo? Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti disse loro: Che cosa è- più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati” o dire: “Levati e cammina?”. Ebbene, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati… – disse al paralitico – dico a te: Levati, prendi il tuo lettuccio e vattene a casa tua”. All’istante quegli si levò sotto i loro occhi, prese il suo giaciglio e se ne andò a casa, glorificando Dio” (Luca 5, 20-25, Garofalo).
E fece ancora di più: ha risuscitato i morti: “Giovinetto, dico a te: Alzati! E il morto si levò a sedere e incominciò a parlare” (Luca 6, 6-10).
“Gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori! E il morto uscì” (Giovanni 11, 43-44).
Vana contestazione
L’errore: I tdg sono dei parere che Gesù con le parole di Giovanni’101 37-39, voleva solo ‘dire che fosse Geova a operare i miracoli per mezzo del Figlio. I miracoli fatti da Gesù attesterebbero solo il sostegno divino. Non dice forse Pietro che era Dio a operare i miracoli per mezzo di Gesù? (cfr. Atti 2, 22) 35.
La verità: a) Notate, prima di tutto, che nel testo riportato da Giovanni 10, 37-39 Gesù non dice: “perché sappiate e conosciate che il Padre opera in me”. Egli dice tassativamente. “Il Padre è (greco estìn) in me e io (sono) nel Padre”. Non si tratta dunque d’un sostegno esteriore, ma d’una presenza divina intima e dinamica. In un’altra occasione Gesù aveva detto: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero” (Giovanni 5, 17). Egli si appropriava la stessa attività o potenza operativa del Padre, “facendosi uguale al Dio” (Giovanni 5, 18).
b) In Atti 2, 22 non è detto che Cristo faceva i miracoli col sostegno di Dio. San Pietro vuol dire che nell’uomo Gesù l’unico Dio si era rivelato mediante i miracoli. In Lui la divinità era presente e operante. Questo appare chiaro da Atti 10, 38 dove, parlando ancora delle opere prodigiose di Cristo, lo stesso apostolo Pietro le spiega dicendo “perché Dio era con lui” e non solo operava per mezzo di lui.
Poi ha parlato
E disse cose che nessun uomo aveva mai detto prima di lui:
“Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre, Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato” (Giovanni 5, 23).
Quale uomo, fosse pure il più illustre rappresentante di Dio, può avere la pretesa di essere onorato come lo stesso Dio?
Prima della Passione incoraggiava i discepoli dicendo:
“Qualunque cosa chiederete in nome mio lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi domanderete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giovanni 14, 13-14).
E poco dopo affermava: “Qualunque cosa domanderete al Padre, egli ve la darà nel mio nome” (Giovanni 16, 23).
Nel concedere favori e grazie Gesù, il Figlio di Dio, si colloca allo stesso livello del Padre. Ciò che il Padre fa, lo può fare anche il Figlio. In effetti, tutto ciò che è del Padre è anche del Figlio: “Tutto ciò che ha il Padre è mio” (Giovanni 16, 15). E di nuovo: “Tutto ciò che è mio e tuo, e ciò che è tuo è mio” (Giovanni 17, 10).
Padre Nicola Tornese s.j.
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