Testimoni di Geova – Lezione 66
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La Croce e le croci
PARTE PRIMA LA VENERAZIONE DELLA CROCE
L’errore geovista
Ai testimoni di Geova (tgG) non piace la Croce. A loro avviso dovremmo distruggere croci e crocifissi: sarebbero oggetti superstiziosi, strumenti diabolici. Chi fa il segno della croce commette una grave offesa a Dio (cioè a Geova). Tutto questo sarebbe un’usanza popolare che dispiace a Geova, il loro dio.
Hanno scritto:
“La croce è in effetti di origine pagana. I fatti mostrano che, invece di essere l’esclusivo simbolo del Cristianesimo, la croce era usata secoli prima della nascita di Cristo”.
E ancora: “Poiché è provato che la croce è un simbolo pagano, le persone che portano tale oggetto o hanno avuto crocifissi nelle loro case pensando che questo onorasse Dia e il suo Figlio Gesù Cristo, si trovano in condizioni di dover prendere un’importante decisione. Continueranno ad usarli? Solo li terranno? L’amore per la verità e il desiderio dispiacere a Geova in tutte le cose aiuteranno a prendere una decisione – Deut. 7: 26”, cioè distruggerli.
La verità biblica
L’amore per la verità e il desiderio di piace in tutto a Dio (non a Geova) ci hanno indotto consultare la Bibbia, a esaminare come realmente stanno le cose, in piena conformità al consiglio san Paolo:
“Esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è buono (1 Tessalonicesi 5, 21, Garofalo).
Abbiamo constatato che a riguardo della Croce il punto di vista degli autori ispirati, cioè del Bibbia, è diametralmente opposto a quello dei tdG.
Esaminiamo per ora solo alcuni testi:
I – In Deutoronomio 7, 26, citato e sfrutta dai tdG, si legge:
“Nella tua casa non introdurrai un abominio: diverresti anatema come esso. Devi detestarlo e abominai poiché è anatema”.
Spiegazione:
Questo testo biblico non ha nessun rapporto con la venerazione cristiana della Croce. L’auto sacro si riferisce alle sculture degli dèi (idoli) d popoli pagani sottomessi dagli Israeliti al teml della loro penetrazione nella terra di Canaan (l’odierna Palestina) durante la seconda metà del secondo( millennio avanti Cristo. Poco prima infatti è detto “Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi” (verso 25). Non erano immagini della Croce.
In effetti, in quel comando divino non vi è nulla che abbia il minimo riferimento alla venerazione della Croce di Cristo, all’uso pio di tenere croci e crocifissi. Questi oggetti non sono immagini di idoli o dèi pagani. Non sono stati sottratti per avidità di oro e di argento a nessun popolo pagano (ivi verso 25). Al contrario, raffigurano e ricordano l’Uomo-Dio, Gesù Crocifisso, e ci aiutano, in virtù dì questo ricordo, a distaccarci dalle cose di questa terra.
Abbiamo qui un esempio del modo aberrante con cui i tdG fanno uso della Parola di Dio!
2 – Parimenti aberrante è l’uso che i tdG fanno di Esodo 202 4-5:
“Non ti farai idolo nè immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo né di quanto è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai” (CEI) .
Spiegazione:
a) Con un minimo di serietà e di onestà si può capire che qui si tratta di immagini rappresentanti dèi pagani. Non c’entra affatto la Croce di Cristo. Dio proibiva agli antichi Israeliti il culto di tali immagini perché non si corrompessero e non si facessero … l’immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio e femmina, la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura d’una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto terra; perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle” (Deuteronomio 4, 16-19).
b) Ripetiamo: con questa proibizione divina la Croce di Cristo non ha nulla che vedere. Essa non è immagine di nessuna figura di quelle qui elencate. La Croce ci ricorda solo il supremo gesto d’amore di Dio “che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato (sulla Croce) per tutti noi” (Romani 8, 32).
3 – Per questa ragione i tdG continuano ancora a profanare la Parola di Dio quando applicano alla venerazione della Croce 1 Corinzi 10, 14: “Miei cari, fuggite l’idolatria”. E per giustificare questa loro profanazione, aggiungono: “Un idolo è un’immagine o simbolo che è oggetto di intensa devozione, venerazione o adorazione”.
Spiegazione:
Si tratta d’un autentico inganno. Infatti non basta dire che “un idolo è una immagine o sim- bolo di intensa devozione ecc”. Bisogna avere la onestà di aggiungere che un idolo è un’immagine di divinità pagane. Ma questo i geovisti non lo dicono. Anzi cercano di nasconderlo. Come pure non dicono che nel testo citato di 1 Corinzi 10, 14 san Paolo parla esplicitamente di culti che si riferiscono a divinità pagane, non della Croce di Cristo.
San Paolo e la Croce
1 – Contro tali tentativi geovisti di oscurare la verità di Dio sta il fatto che l’apostolo Paolo ebbe una grande venerazione per la Croce, sì per la Croce di Cristo.
Ai Galati scriveva:
“O stolti Galati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso?” (Galati 3, 1).
Con la forza della viva voce, meglio che coi colori del pennello o lo scalpello dello scultore, Paolo aveva messo davanti agli occhi e soprattutto davanti al cuore dei Galati l’immagine di Gesù Crocifisso.
E chiudendo la stessa Lettera esclama:
“Non sia mai, invece, che io mi glori d’altro all’infuori della Croce del Signore nostro, Gesù Cristo” (Galati 6, 14, Garofalo).
Paolo diceva questo in contrasto coi suoi avversari e persecutori, che volevano oscurare la Croce come fanno oggi i tdG.
E anche ai cristiani di Corinto l’apostolo scriveva:
“La predicazione della croce è certamente una follia per coloro che si perdono, ma per coloro che sono sulla via della salvezza, per noi, essa è forza di Dio (… ) Noi predichiamo un Cristo crocifisso, oggetto di scandalo per i Giudei e follia per i pagani” (1 Corinzi 1, 18-24, Garofalo).
E ai cristiani di Filippi:
“Divenite miei imitatori, fratelli, e fissate il vostro sguardo su coloro che camminano così come in noi avete un modello. Molti, infatti, sono quelli che, come spesso ve lo dicevo ed ora di nuovo ve lo dico in lacrime, camminano da nemici della croce di Cristo: loro fine è la perdizione, loro dio il ventre, e la loro gloria nella propria vergogna; essi apprezzano solo le cose terrene” (Filippesi 3, 17-19, Garofalo).
2 – E ora notate: gloriarsi unicamente della croce di Cristo, predicare la croce di Cristo come l’unica forza di Dio, compiangere quelli che si comportano da nemici della croce di Cristo sono tutte espressioni che rivelano una grande venerazione della Croce. Sì, l’apostolo Paolo fu tra i primi e tra i più grandi veri discepoli di Cristo che hanno avuto ferma e sincera venerazione della Croce.
Paolo considerava la Croce come la bandiera del vero cristiano (cf Matteo 10, 38; Luca 9, 23). Con questa bandiera egli si presentava ai popoli da convertire alla fede in Cristo:
“E io, o fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunziarvi la testimonianza di Dio con elevatezza di eloquio o di sapienza; infatti mi proposi di non saper altro in mezzo a voi all’infuori di Gesù Cristo, e Gesù Cristo crocifisso” (1 Corinzi 2, 1-2, Garofalo).
3 – 1 fatti, dunque, dimostrano che il punto di vista della Bibbia in quanto alla venerazione della Croce differisce radicalmente da quello dei tdG. Per san Paolo la Croce è motivo di gloria, forza di Dio, bandiera del vero apostolo di Cristo. Solo coloro che sono destinati alla perdizione si comportano da nemici della Croce di Cristo. I Giudei perseguitavano san Paolo perché era innamorato della Croce, venerava intensamente la Croce di Cristo. Essi si aspettavano un Cristo guerriero che con la forza brutale avrebbe instaurato un regno terreno, su questa terra con abbondanza di cibi e bevande prelibate. I tdG sono i legittimi discendenti di quei Giudei nemici della Croce di Cristo.
Padre Nicola Tornese s.j.
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