Testimoni di Geova – Lezione 63° – La croce e le croci
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Chiacchiere profane (2 Tim. 2, 16)
E’ penoso dirlo, ma è doveroso: la mente dirigente della società geovista ha un solo interesse, che è quello di distruggere l’autentico insegnamento della Bibbia a danno di quanti incautamente si abbandonano al lavaggio di cervello operato dalle squadre operaie del Quartier Generale di Brooklyn, N. Y., sguinzagliate in tutte le parti del mondo. Questo inutile sforzo si nota anche nel loro tentativo di eliminare la venerazione della Croce, che tanti frutti di vera adorazione ha prodotto e produce nei veri discepoli di Cristo.
A tal fine deleterio la intellighenzia geovista si sforza di dimostrare che le origini della venerazione della croce sarebbero da ricercarsi in usi e costumi di antichi popoli pagani . Il metodo usato è quello di sempre, vale a dire equivoco, ingannevole, menzognero. Sono citate alcune righe di qualche enciclopedia, ma tralasciate tante altre che danno il vero significato di quelle citate. Ecco qualche esempio.
1 – Citando l’Encyclopoedia Britannica i tdG riportano solo il seguente brano: “Vari oggetti contrassegnati da croci di diverso disegno e risalenti a periodi molto anteriori all’era cristiana sono stati trovati quasi in ogni parte del mondo antico. India, Siria, Persia ed Egitto ne han tutti fornito innumerevoli esempi… L’uso della croce come simbolo religioso dei tempi precristiani e fra popoli non cristiani può forse essere considerato quasi universale, e in moltissimi casi era collegato con qualche forma di adorazione della natura”.
Fin qui i geovisti. Ma la Incyclopoedia Britannica continua, e proprio nella pagina seguente precisa:
“La morte di Cristo su una croce conferì necessariamente un significato nuovo à un segno, che fino allora ero stato associato con un mondo religioso non solo non cristiano, ma radicalmente spesso ad esso contrario”.
Come mai i tdG hanno omesso di informare i loro lettori sulla radicale differenza che l’Encyclopoedia Britannica precisa tra le croci dei pagani e la Croce dei cristiani? E’ senza dubbio un caso di malafede, che punta sulla ignoranza di tanta gente.
2 – Una seconda testimonianza riportata dai tdG e da loro condivisa deve qualificarsi volgare e blasfema. Eccola:
“Varie figure di croci si trovano dappertutto su monumenti e sulle tombe degli egiziani e sono considerate da molti esperti simboli del fallo (rappresentazione dell’organo sessuale maschile) o del coito… Nelle tombe egiziane la croce ansata (croce sormontata da un cerchio o impugnatura) si trova accanto al fallo”.
E ora notate:
a) Si tratta di una croce cristiana o di una Non–Christian Cross (= croce non cristiana)? E se questo è il caso, come di fatto è, come mai i geovisti fanno un accostamento tra la croce non cristiana simbolo del fallo o del coito, e la Croce su cui Cristo è morto per la salvezza di tutti? La croce di cui Paolo si vantava (cf. Galati 6, 14) era la croce dei culti fallici pagani oppure quella di Cristo? Come mai non è venuto in mente ai dirigenti della società geovista che né Paolo né Luca né Giovanni né Matteo, parlando della Croce di Cristo, avevano minimamente pensato alla croce ansata delle tombe egiziane? Evidentemente siamo qui di fronte a un caso di spudorata sfrontatezza geovista, di inqualificabile volgarità, davanti al quale inorridisce qualunque coscienza umana e cristiana, un caso che rivela la mancanza di qualsiasi pudore e del minimo senso morale. Eppure i tdG si vantano di essere le persone più oneste del mondo!
3 – Una terza testimonianza è la seguente:
“Queste croci erano usate come simboli del dio-sole babilonese, e si vedono per la prima volta su una moneta di Giulio Cesare, 100-44 a.C., e poi su una moneta coniata dall’erede di Cesare (Augusto) 20. a.C. Sulle monete di Costantino il simbolo più frequente è PX; ma si usa lo stesso simbolo senza il cerchio intorno, e con i quattro bracci verticali e orizzontali uguali; e questa era il simbolo particolarmente venerato come ‘disco solare’. Bisogna dire che Costantino era un adoratore del dio-sole, e non entrò nella ‘Chiesa’ che un quarto di secolo dopo aver visto tale croce nei cieli”.
Osservazioni:
a) Si tratta ancora di accostamenti contrari alla storia e alla Bibbia. Se la storia parla di croci usate come simboli del dio-sole, non intende affatto affermare che tali croci abbiano dato origine alla Croce di Cristo venerata dai cristiani. Vi è un abisso tra la croce dei babilonesi e la Croce dei cristiani: quella riguardava il sole deificato, questa ricordava unicamente il Figlio di Dio messo a morte per i nostri peccati. Ogni accostamento tra le due croci deve dirsi infondato, anzi falso e volutamente ingannevole.
b) Si può anche aggiungere: Com’è possibile che i cristiani abbiano fatto proprio un simbolo pagano usato da imperatori romani se erano perseguitati e messi a morte appunto perché nemici dichiarati dei culti e delle credenze pagane?
c) In quanto la Costantino, anche se era stato un adoratore del dio-sole, non entrò nella Chiesa un quarto di secolo dopo la visione o segno della Croce, ma divenne catecumeno, ossia discepolo di Cristo, subito dopo quella visione, avvenuta nell’ottobre del 312 d.C. Tanto è vero che tredici anni dopo quella visione, nel 325, promosse il Concilio di Nicea dove convennero tutti i vescovi e dove fu condannato Ario, che insegnava gli stessi errori divulgati oggi dai tdG. Solo volle ricevere il battesimo alcuni anni dopo, prima di morire.
A conferma della sua fede cristiana sta il fatto che sul Labarum o bandiera da lui introdotta c’era il segno della Croce cristiana, con il monogramma, cioè il simbolo del nome di Cristo – e non quello del dio-sole.” Il simbolo vuol dire Cristo’.
4 – Quanto detto finora contro le aberrazioni geoviste è confermato dai grandi studiosi. Ecco tre testimonianze:
La prima. “Se mai un argomento dell’archeologia cristiana è stato complicato da trattazioni di dilettanti, da costruzioni ipotetiche senza critica, questo è ben la storia e l’archeologia della Croce cristiana. Devono perciò ritenersi infondati gli accostamenti alla Croce cristiana di *croci” ritrovate in monumenti pagani precristiani. Ed è di per se stesso evidente che l’origine assoluta del “mistero della Croce” non può temere paralleli non ha nulla a che fare con croci pre-cristiane”.
La seconda. “L’interesse degli scrittori del N.T. per la croce non è né archeologico, né storico, ma esclusivamente cristologico. Se essi parlano della croce, si tratta sempre della croce di Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio”.
Questo vuol dire che Paolo e tutti gli scrittori ispirati del N.T. hanno avuto interesse esclusivo di una sola Croce.- quella su cui Gesù Cristo, l’Uomo- Dio, diede la vita per la nostra salvezza. Essi parlano ed esaltano, cioè venerano la Croce di Cristo solo in quanto essa fu strumento di salvezza per volere di Dio, che sceglie ciò che è stolto per confondere i sapienti (1 Corinzi 1, 27).
Di altre croci o di altri problemi riguardanti la Croce mai né Paolo né Luca né altro autore ispirato mostrano il minimo interesse. Eppure Paolo e Luca potevano disquisire perché erano persone colte.
Fu conosciuta la croce prima di Crìsto? Quale uso ne facevano i pagani? Sono tutte questioni irrilevanti, problemi di nessun interesse per gli autori ispirati e, sul loro esempio, per tutti i veri cristiani. Essi li scartano, li ignorano perché fanno parte d’un sapienza mondana che rende vana la Croce di Cristo (cf. 1 Corinzi 1, 17-31). Sono “chiacchiere profane” (2 Tim. 2, 16).
La terza: “La croce tra i pagani come simbolo religioso ricorre frequentissimamente, specialmente in Egitto (…), ma anche tra i popoli indogermanici, gli Assiri, i Persiani ed altri popoli dell’Asia Minore .La Croce cristiana non deriva in alcun modo dalle figurazioni pagane suaccennate: non storicamente perché essa è solo la rappresentazione del supplizio di Gesù; non idealmente perché il senso religioso della croce pagana è tutt’altro da quella cristiana” li.
Padre Nicola Tornese s.j.
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