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Testimoni di Geova – Lezione 60°

7 Aprile 2014 | Filed under: Testimoni di Geova
     

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trasfusione-sangue

Bibbia e sangue

Comando divino…

Dio vuole il massimo rispetto per la vita umana. Egli ha creato l’uomo perché viva (Genesi 2,7). L’uomo riceve la vita, ma di essa non può disporre a suo capriccio. Solo chi danneggia la vita propria e quella del prossimo viola il comando divino.

Questo è l’essenziale. E’, una prescrizione perenne. (Levitico 3,1 7).

Nella Bibbia questo comando divino è stato espresso in modo adatto al tempo con immagini e parole corrispondenti alla mentalità dell’uomo biblico, cioè alla sua conoscenza dei fenomeni vitali. E’ un rivestimento esteriore che può cambiare senza che cambi l’essenziale. Il rivestimento esteriore non è oggetto del comando divino.

I tempi e le conoscenze scientifiche hanno mutato la mentalità degli antichi Israeliti. Oggi ogni uomo può distinguere tra volontà di Dio e modo con cui è stata espressa. Tutti possiamo capire che il comando di Dio riguarda il sangue come simbolo della vita e non il sangue preso nella sua materialità. Il coniando divino è di natura morale, non dietetica. Per violare il comando divino bisogna versare colpevolmente tutto il sangue o almeno in tale quantità da causare la morte. L’omicidio (e il suicidio) è l’oggetto della proibizione divina.

Questa netta distinzione tra sostanza e forma appare chiara in alcuni modi di dire ancora in uso presso i vari popoli. Anche oggi si dice: Basta col sangue! Non versate più sangue! Nessuno si sogna che con tali modi di dire si voglia proibire qualsiasi uso del sangue. Sono espressioni che equivalgono a: Basta con gli omicidi, con le vendette, con le guerre ecc.!

…e trasfusioni

Basato su queste cognizioni anche l’uomo della strada privo d’una profonda cultura biblica comprende assai bene che dare parte del proprio sangue per salvare una vita umana non è una violazione del comando divino. Questa umana e cristiana percezione dell’uomo comune è confermata da chi conosce bene la Bibbia. No, dare parte del proprio sangue a scopo terapeutico non è una violazione di una prescrizione perenne di Jahve! Tutt’altro!

Qui si verifica un fenomeno strano, raccapricciante: le parti si capovolgono a danno della Parola di Dio. In effetti, proibendo l’uso del sangue Dio intendeva salvaguardare la vita umana. Curando migliaia e milioni di sofferenti, donatori generosi e medici coscienziosi hanno salvato e salvano migliaia e milioni di vite umane.

Al contrario, rifiutando l’uso del sangue anche a scopo terapeutico i tdG si rendono responsabili della morte eh centinaia e migliaia di creature umane.

E’ lecito domandarsi: da che parte si trova la reale osservanza della volontà di Dio? Certamente non dalla parte dei tdG. Chi conosce meglio e mette in pratica l’insegnamento della Bibbia? Non certamente i geovisti, ma tutti coloro che con intelligenza ed amore rifiutano le loro aberranti spiegazioni della Sacra Scrittura.

II – Pericolo di idolatria

Testimonianze bibliche

Noi arriveremo alla stessa conclusione studiando alcuni testi biblici sempre a riguardo della proibizione dell’uso del sangue. Si tratta d’una esatta conoscenza del Libro Sacro alla luce della storia antica. Già l’abbiamo detto: la conoscenza del contesto storico, in cui la Bibbia è stata scritta, è indispensabile per cogliere il vero significato dei singoli testi biblici. Anche nella questione dell’uso del sangue la storia ci aiuta a capire meglio le cose, ossia la volontà di Dio.

E’ risaputo che presso i popoli pagani dell’antichità vi era la pratica idolatrica di bere il sangue delle vittime offerte agli idoli. Nella Bibbia abbiamo alcune testimonianze di questa pratica pagana.

1 – Nel libro del Levitico leggiamo:

“Non mangiate nulla con sangue; non praticate la divinazione né l’incantesimo” (19, 26).

Qui l’autore sacro accenna ad alcune pratiche idolatriche condannate da Jabve. Oltre alla divinazione e alla magia, esplicitamente proibite (Deuteronomio 18, 10), si fa riferimento al cibarsi col sangue, ossia col sangue delle vittime offerte agli dèi pagani. Il popolo eletto doveva aborrire tali pratiche. Da ciò la proibizione dell’uso del sangue.

2 – In Ezechiele è detto:

“Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con il sangue, sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e vorreste avere in possesso il paese?” (Ezechiele 33, 25; cf. 18, 6).

Queste parole sono rivolte agli Ebrei rimasti in patria dopo la grande sconfitta e deportazione per opera dei babilonesi nell’anno 587 avanti Cristo. Per bocca del profeta, Jahve rimprovera questi Ebrei di seguire pratiche pagane. Tra queste sono ricordate il levare gli occhi, ossia l’invocare gli dèi pagani, e il mangiare col sangue, ossia bere il sangue delle vittime. Era un rito pagano e perciò Dio lo proibiva.

Si tratta ovviamente d’una proibizione di carattere morale. Jahve non condannava il mangiare col sangue in quanto il sangue poteva nuocere o meno alla salute del corpo, ma in quanto comportava il peccato di idolatria.

3 – Ai tempi degli Apostoli questa pratica idolatrica era ancora diffusa nel mondo pagano e lo sarà ancora per secoli. Al riguardo abbiamo un classico testo di san Paolo. Egli sapeva bene come nei templi di Roma e di Grecia si beveva il sangue delle vittime offerte agli idoli. Lo stesso facevano i pagani del vicino Oriente, nell’illusione di entrare in comunione con la divinità.

L’Apostolo dovette ammonire i cristiani venuti dal paganesimo ad astenersi da questa pratica. L’uso del sangue poteva contaminare la purezza della fede. Scrisse ai Corinzi:

“Non voglio che voi siate in comunione coi demoni. Non potete bere al calice del Signore e al calice dei demoni; non potete prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni” (1 Corinzi 10, 20-21)

Bere al calice dei demoni equivaleva a bere il sangue delle vittime nei sacrifici dei pagani. Era un atto formale di idolatria, che provocava la collera divina. L’Apostolo non vuole questo assolutamente. Fuggite l’idolatria! (1 Corinzi 10, 14).

4 – Niente di tutto questo nell’odierna cura medica mediante le trasfusioni. E’ semplicemente assurdo pensare che il paziente beneficiario del sangue voglia compiere un rito idolatrico e che il donatore possa paragonarsi alla vittima offerta agli idoli!

Il comando divino di non mangiare col sangue non ha nulla a che vedere con la trasfusione. Siamo in due campi completamente diversi.

Padre Nicola Tornese S.J.


     

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