Testimoni di Geova – Lezione 144
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La Risurrezione
Il “dove” della risurrezione
Bisogna distinguere due cose: i morti saranno risuscitati sulla terra o piuttosto dalla terra, ma la dimora dei risorti non sarà solo la terra.
a) Saranno risuscitati dalla terra. I risuscitati verranno fuori dai sepolcri (cfr. Giovanni 5, 28) dalle loro sepolture, qualunque esse siano (cfr. Matteo 25, 32; Apocalisse 20, 13). Il Signore Gesù ritornerà visibilmente su questa terra (cfr. 1 Tessalonicesi 4, 16).
b) Tuttavia lo scenario del nuovo mondo assume aspetti più vasti, più universali. L’Apocalisse descrive la sede dei risuscitati con le ben note parole:
“Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più (… ). Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini!” ( … ). E tergerà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (21,1.3-4).
San Paolo ci assicura che tutta la creazione sarà mutata per partecipare alla gioia dei figli di Dio, come per dire per essere la sede più confacente all’umanità redenta e risorta:
“La creazione stessa nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla corruzione per entrare nella libertà della gioia dei figli di Dio” (Romani 8,19-21).
Ricordiamo che Cristo risorto è “la primizia” dei risuscitati (cfr. 1 Corinzi 15, 20), vale a dire modello dei risorti. Come dunque per Lui il “dove” era non solo la terra, ma tutto l’universo, così lo sarà per noi, quando egli renderà il nostro misero corpo conforme al suo corpo glorioso (cfr. Filippesi 3, 21).
ERRORI E VERITA’
La prima risurrezione
L’errore:
Per i tdG la “prima risurrezione” è un privilegio dei 144.000 unti o santi. E’ la “prima” in ordine di tempo perché ebbe inizio durante la presenza di Cristo a cominciare dal 1914 (1 Corinzi 15, 20-23). Ed è la “prima” anche in ordine di importanza, dato che quelli che vi partecipano diventano coregnanti di Gesù nel suo Regno. Infine è “prima” per qualità perché quelli risuscitati nella prima risurrezione sono le uniche creature di cui la Bibbia dice che ricevono l’immortalità. (1 Corinzi 15:53; 1 Timoteo 6:6). La maggior parte dei privilegiati è ormai in cielo. Ma vi sono ancora in vita, su questa terra, i rimanenti dei 144.000. Nell’anno 1989 Era Cristiana erano 8.734 28. Questi vengono risuscitati appena muoiono, senza dover dormire nella morte (1 Corinzi 15, 51-52-1 1 Tessalonicesi 4, 15-17).
La verità:
a) L’autore ispirato dell’Apocalisse, che si ritiene essere Giovanni l’evangelista, fin dal primo secolo Era Cristiana parla della “prima risurrezione” come di una “vita” già conseguita da un numero sterminato di anime (cfr. suora p. 5). Dice Giovanni: “Questa è la prima risurrezione” (Apocalisse 20, 5). Poi parlerà della risurrezione dei morti (Apocalisse 20, 13) e della dimora di Dio con gli uomini (Apocalisse 21, 3).
Lo stesso Giovanni, nel suo vangelo, aveva parlato di un passaggio dalla morte alla vita come un fatto già possibile, già reale: “In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno” (Giovanni 5, 25). Poi parlerà della risurrezione dei morti (Giovanni 5, 28-29).
Da queste chiare testimonianze bibliche si deduce che la “prima resurrezione” non è quella che segue la morte fisica, ma l’acquisto di una nuova vita spirituale, conseguita da chiunque aderisce alla Parola del Figlio di Dio. Conseguenza di questa prima risurrezione è la gloria celeste subito dopo la morte (cfr. Apocalisse 20, 4) e la futura risurrezione dei corpi alla seconda venuta visibile del Signore alla fine dei tempi (Giovanni 5, 28-29; Matteo 25, 31.46; Atti 24, 15; 1 Corinzi 15, 51-54; Filippesi 3, 11.20-21; 1 Tessalonicesi 4, 14-17).
b) In perfetta armonia con Giovanni l’apostolo Paolo afferma ripetutamente che i battezzati – tutti i battezzati – sono risuscitati qui sulla terra prima di addormentarsi nella morte.
Rivolgendosi a dei pagani divenuti cristiani l’apostolo scrive:
“Anche voi eravate morti per le vostre colpe (…). Nel numero dei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi (…). Ma Dio, ricco di misericordia da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere in Cristo (…). Con Lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù” (Efesini 2,1-6).
Qui Paolo insegna chiaramente che sia pagani sia Ebrei, divenuti cristiani mediante la fede e il battesimo, hanno conseguita la prima risurrezione già fin da questa vita. In virtù di questa risurrezione ci vien comunicata quella medesima vita gloriosa che Cristo ha definitivamente acquistato. Si tratta d’una risurrezione spirituale, ma che dà anche al corpo la garanzia di partecipare alla vita gloriosa.
Qui viene stabilito un parallelismo più stretto tra la morte spirituale del cristiano e la sua risurrezione pure spirituale mediante il battesimo, e la morte e risurrezione di Cristo. Si tratta sempre della “prima risurrezione”, conseguita già in questa vita, mediante l’ascolto e l’adesione alla Parola del Figlio di Dio. Questa “prima risurrezione” è conseguita da tutti i credenti in Cristo, da tutti i battezzati, fin dalle origini del Cristianesimo.
c) A conferma vale quanto dice la Bibbia ogni volta che parla della risurrezione dei morti o della carne. La Bibbia afferma chiaramente che vi sarà una sola risurrezione dei morti, nel senso del passaggio a una vita migliore col corpo risuscitato. Questo è detto chiaramente in Daniele 12, 2; Matteo 25, 31; Giovanni 5, 28-29; 1 Tessalonicesi 4, 15-17; 5, 1-11; Apocalisse 20, 13). Solo Cristo è detto “primizia di coloro che sono morti” (1 Corinzi 15, 20) nel senso che fu risuscitato dai morti e vive ora nei cieli alla destra del Padre con un corpo glorioso. Finora nessuno ha conseguito la risurrezione del corpo, benché i morti in Cristo sono già nella gioia del paradiso (cfr. Luca 16, 22; 23, 43; Filippesi 1, 21; Apocalisse 6, 9; 20, 4).
d) Diverso è il significato di Apocalisse 14, 4, dove i 144.000 sono detti “primizie per Dio e per l’Agnello”. Qui non si parla affatto di risurrezione, non c’è nessun riferimento a una vita gloriosa, che segue la fine della vita su questa terra. Si parla solo di “redenti della terra”, o “riscattati dalla terra” (Garofalo) o “di mezzo agli uomini” (Interconfessionale). 144.000 sono ancora su questa terra, in questa vita, benché ormai sul monte Sion, ossia nella comunità dei redenti. Stando sulla terra ed essendo ormai nel numero dei salvati possono comprendere il cantico che viene dal cielo (Apocalisse 14, 3).
Sono detti “primizie” perché la schiera innumerevole di credenti in Cristo, che essi rappresentano, sarà seguita da tantissimi altri lungo il corso dei secoli: essi sono i primi frutti concreti dell’opera redentiva di Cristo. Paolo chiama “primizie” i cristiani di Tessalonica (2 Tessalonicesi 2, 13). Anche per i 144.000 la risurrezione dei corpi verrà nel giorno del Signore (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 2).
e) Per i risorti – dopo il giorno del Signore – non vi sarà differenza di qualità. Tutti avranno il misero corpo trasfigurato e conformato al corpo glorioso del Signore Gesù Cristo (cfr. Filippesi 3, 20-21), tutti saremo simili a Dio perché lo vedremo così come egli è (cfr. 1 Giovanni 3, 2), tutti abbiamo la stessa speranza (cfr. Efesini 4, 4). Vi sarà differenza di quantità o di grado (cfr. Giovanni 14, 2), ma tutti saremo nella casa del Padre.
Conclusione:
La “prima risurrezione”, secondo la Bibbia, non consiste nel trasferimento in cielo di un minuscolo numero di privilegiati, ma nel passaggio dalla morte spirituale alla vita pure spirituale, già su questa terra, in virtù della Redenzione operata da Cristo circa due mila anni fa. Fin d’allora migliaia, milioni, miliardi hanno conseguito la “prima risurrezione”.
Il cervello della setta geovista, manipolando alcuni testi biblici, vuol mandare in cielo un numero limitato di persone per creare il mito “del servo fedele e discreto”, ossia della classe dirigente, che detiene il governo assoluto in nome di Geova su quanti aderiscono alla setta. A questa classe dirigente o Corpo Direttivo bisogna consegnare il proprio cervello e la propria volontà per conseguire su questa terra un posticino al sole nel regno terreno di Cristo, che è sempre annunciato prossimo venturo… Ma che tarda a venire!
Padre Nicola Tornese s.j.
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