Testimoni di Geova Lezione 64°
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BIBBIA E SANGUE
IL PARERE DEI MEDICI – I
Il Dr. Vittorio Calvano, specialista in ematologia, Ordinario negli Ospedali Riuniti di Napoli, ha esaminato accuratamente l’opuscolo Sangue, Medicina e la Legge di Dio, che è un compendio di tutto ciò che i tdG sanno dire in materia di trasfusione di sangue. Abbiamo già detto che i tdG, per diffondere i loro funesti errori, hanno invaso il campo medico, che non è di loro competenza. Le osservazioni del Dr. V. Calvano, specialista in materia, che qui riportiamo, sono incomparabilmente più attendibili dell’abusiva propaganda geovista.
Testimoni: La regola divina del modo di usare il sangue risale. alla dichiarazione che Dio fece a Noè (Gen. 9: 3, 4): Non dovete mangiare la carne con la sua anima, col suo sangue (pp. 3-4) “.
Medico: In ogni carne c’è sempre una benché minima parte di sangue; pertanto non si dovrebbe mangiare alcun cibo di carne.
Testimoni: Non possiamo togliere dal nostro corpo parte del sangue, che rappresenta la vita e ancora amare Dio con tutta la nostra anima (p. 8).
Medico: Se ciò fosse vero, nessuno potrebbe amare Dio quando per ragioni trascurabili anche di lieve entità si fosse persa una parte anche minima di sangue. Basterebbe la puntura d’un ago con fuoriuscita d’una goccia di sangue per non poter amare più Dio.
Testimoni: In questo ventesimo secolo i cristiani trovano pratiche che implicano l’uso dei sangue per nulla dissimili da quelle prevalenti ai giorni degli Apostoli. In molti luoghi gli uomini fanno la fila per bere il sangue caldo degli animali uccisi nei mattatoi. Budini di sangue e salsicce di sangue si vendono dappertutto. In alcuni paesi orientali il sangue è comunemente usato nelle minestre e nel sugo… (p. 11).
Medico: L’equiparare queste pratiche di oggi (e di sempre) all’uso del sangue di cui erano interessati gli Apostoli e i primi cristiani è una palese alterazione della storia. L’uso del sangue proibito ai primi cristiani era sempre connesso coi sacrifici pagani non con regimi dietetici. E perciò ridicolo e fuor di luogo e non merita commento l’insistenza su regimi dietetici, degni più d’un libro di cucina che di uno scritto che ha la pretesa di trattare cose dello spirito.
Testimoni: Non ha nessuna importanza il fatto che il sangue non sia immesso nel corpo per via orale ma per via endovenosa. Resta che esso provvede al corpo il nutrimento che ne sostiene la vita (p. 14).
Medico: Si ammette che il sangue è utile a soste nere la vita. La vita è un dono di Dio, e noi abbiamo il dovere di difenderla. Un testimone di Geova che si dichiarava convinto della sua fede, rifiutò una sigaretta perché il fumo, egli asseriva, danneggia la salute; la salute è un dono di Dio; fumando perciò si contravviene alla legge di Dio. Noi aggiungiamo che è ancora più doveroso difendere la vita intera come dono di Dio. E com’è possibile pensare di violare la legge di Dio quando con il sangue trasfuso, in caso di necessità, difendiamo questo dono nella vita dei nostro prossimo?
Testimoni: Bisogna mettere in risalto che il punto di vista dei testimoni di Geova sulla questione è interamente religioso, si basa sulla legge di Dio e non sulle scoperte mediche (pp. 16-17).
Medico. E allora – si domanda – con quale coerenza vogliono i testimoni convincere i medici che la cura delle trasfusioni è pericolosa dal punto di vista medico e che bisogna influire sui medici in senso dissuasivo per ragioni mediche? E il caso di dire: sutor, ne ultra crepidam!
Testimoni: Le trasfusioni di sangue sono amministrate secondo la teoria che non possono mai fare danno e che potrebbero recare beneficio al paziente. Quest’idea è sbagliata perché ci sono pericoli connessi con la trasfusione (p. 18).
Medico: Eventuali pericoli, peraltro ridotti al minimo, connessi con la trasfusione del sangue, non escludono che questa si debba fare in particolari condizioni e che sia necessaria e insostituibile. Sarebbe come se non si aiutasse un moribondo con l’iniezione d’un medicinale sicuramente efficace per timore d’una possibile suppurazione.
Testimoni: Il direttore medico del Centro del Sangue di Milwaukee, nel Wisconsin, mette in rilievo i rischi della trasfusione. Egli dice: La richiesta di trasfusione di sangue non richiede maggiore sforzo che l’ordinazione di una aspirina (p. 19).
Medico: Il concetto più volte ribadito dai direttori dei vari Centri Trasfusionali sui rischi della trasfusione è che eventuali pericoli non debbono escludere la trasfusione in caso di necessità assoluta. Anzi diciamo di più, che la stessa aspirina (tanto per stare all’esempio) non è scevra di pericoli, e una sola (dico una) compressa della menzionata aspirina può dare fenomeni di intolleranza a volte anche gravi; ciò non pertanto si continua a somministrare aspirina per i suoi effetti benefici in varie malattie. E così potremmo citare innumerevoli esempi in ogni campo della medicina.
Testimoni: William H. Crosby, capo del reparto di ematologia nell’Istituto Walter Rced dell’Esercíto, duramente accusa che il modo in cui oggi si somministra il sangue vuol dire giocare alla roulette russa con le bottiglie di sangue anziché con la rivoltella (p. 20).
Medico – William H. Crosby può avere in mente persone che egli solo conosce. Per quanto riguarda la classe dei medici in generale l’accostamento alla roulette russa è fuor di luogo perché i medici non giocano coi loro pazienti in quanto ogni flacone di sangue destinato alla trasfusione è scrupolosamente selezionato.
Testimoni: Per apprezzare i problemi che comporta, è necessario prestare attenzione ai gruppi sanguigni, i quali sono determinati dallo studio dei fattori presenti nei corpuscoli dei sangue e del plasma (pp. 20-21).
Medico: La complessa natura del sangue non rappresenta un impedimento alla pratica trasfusionale in quanto esistono precise precauzioni per evitare le reazioni trasfusionali, e cioè:
1) Corretta determinazione del gruppo sanguigno del donatore e del ricevente, che devono essere isogruppi sia riguardo al sistema A B C sia a quello Rh.
2) Prova crociata pretrasfusionale (Ferrata e Storti Le malattie del sangue).
3) Il Test di Coombs e la prova biologica sono altri mezzi idonei a dare un giudizio sicuro di compatibilità (Mollison, Mollison & Cuthesh, Discombe, Wiener, Pelagi & Righini, Frick, Storti & Vaccari, Vaccari & Baldini).
Testimoni: C’è il pericolo del sovraccarico circolatorio, quello di mettere troppo sangue nel corpo, costringendo così il sistema circolatorio a fermarsi (p. 23).
Medico: Il sovraccarico circolatorio, l’introduzione di aria nel torrente sanguigno e l’inquinamento del sangue sono pericoli che esulano dal nostro argomento in quanto dovuti ad errori di tecnica e non al sangue in sé. Anche l’iniezione di semplice soluzione fisiologica può comportare gli stessi rischi se non praticata correttamente. Inoltre bisogna aggiungere che è impensabile il sovraccarico circolatorio perché se esistesse questa condizione non ci sarebbe la necessità della trasfusione.
Testimoni: In quanto all’inquinamento del sangue… il fatto è che non è stato escogitato nessun mezzo soddisfacente per prevenire la possibilità dell’inquinamento del sangue da trasfondere (pp. 24-25).
Medico. Il pericolo dell’inquinamento è evitato perché il sangue è prelevato con tutte le più rigorose norme di asepsi, e il donatore è opportunamente selezionato dopo avergli praticato gli esami necessari a escludere la presenza di antigene Au, di sifilide, di malaria e di altre malattie infettive.
Testimoni: Il pericolo della sifilide non è certo da considerare di poco conto (p. 28).
Medico: La sifìlide può essere trasmessa con la trasfusione di sangue fresco. Ma se si considera che i treponemi non possono sopravvivere più di 72-96 ore a 4’C, si capisce come la profilassi diventa un problema assai facile da risolvere (Block, Turner, Kalmer). Anche la liofilizzazione e il congelamento almeno a -20′ uccidono i treponemi, e perciò anche la trasfusione di plasma può considerarsi del tutto innocua da questo punto di vista (Turner & C2, Ravitch & Call).
Testimoni: La possibilità di trasmettere la malaria con la trasfusione di sangue è stata riconosciuta sin dal 1911, e negli anni che sono passati il pericolo non è stato eliminato (p. 30).
Medico: La malaria si può evitare escludendo tutti i donatori che abbiano contaggiato tale affezione e addirittura siano stati in zone malariche; ove vi fosse qualche dubbio si sottopone il ricevente a un trattamento chimico e il rischio è eliminato.
Testimoni: Per quanto i pericoli di sifilide e di malaria da trasfusione siano gravi, scompaiono alla vista in paragone con la piaga dell’epatite. La forma più grave di questa malattia è quella che si trasmette con le trasfusioni di sangue (p. 31).
Medico: Indubbiamente la profilassi dell’epatite è molto difficile ma non impossibile. Con la scrupolosa selezione dei donatori, evitando il large-pool, cioè la mescolanza di campioni diversi di sangue, e conservando il plasma allo stato liquido per alcuni mesi (Allen & Call), si può essere sicuri di neutralizzare il potere infettante del sangue. D’altra parte, se esiste uno stato di necessità per salvare una vita, come riferito dal Dr. Walter C. Alvazer (citato dai testimoni), ogni altro problema può risultare d’importanza secondaria.
Padre Nicola Torrese s.j.
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