Storia di una vocazione
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UN PENSIERO AL GIORNO CON DON GIÒ (1975- 2004)
Dal diario: “Io sono un sogno di Dio”
“Affondarci in Cristo”
Cosa significa allora essere cristiani?
Essere cristiani non è facile.
Non basta dire « Credo»…
Bisogna sporcarsi le mani,
darci dentro di brutto nei luoghi della nostra vita…
Bisogna, come Francesco,
affondarci in Cristo,
lasciarci plasmare
e coinvolgere dal suo amore.
Commento di don Arturo Bellini
Essere cristiano non è facile. Non basta moltiplicare le preghiere o intensificare le opere buone. Una cosa sola è necessaria: vivere la vita di Cristo, immergersi in Lui, lasciarsi avvolgere dal mantello della sua misericordia e lasciarsi afferrare dalla sua compassione.
Nella ricerca della sua vocazione Giò sente che è bello seguire Gesù, ma intuisce anche che la missione è impegnativa ed esigente. Gesù chiede di essere Sua presenza nei luoghi della vita perché l’onda della carità possa giungere in capo al mondo.
Come restare fedeli a questa vocazione? Come dar sapore alla trama quotidiana dei giorni e degli anni?
Giò fa riferimento a San Francesco, suo indicatore di strada: “Bisogna affondarci in Cristo”. Affondare in Cristo è desiderare ardentemente che Egli avvolga completamente tutto di noi per essere imbevuti del suo amore e lasciarlo poi tracimare nelle scelte e nei gesti quotidiani.
Affondare in Cristo è lasciare le acque basse del conformismo e dell’abitudine per immergersi nel pensiero e nei sentimenti di Cristo e trovare in Lui senso, motivazione e slancio per rischiare e amare.
Affondare in Cristo è abbandonarci a Lui per essere con Lui lievito nella pasta, sale nel cibo, luce nella stanza, finestra spalancata sul mondo, ponte che collega le rive del torrente.
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