Storia di una vocazione
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UN PENSIERO AL GIORNO CON DON GIÒ (1975- 2004)
Dal diario: “Io sono un sogno di Dio”
Ho immerso il mio viso nell’acqua santa.
Stasera mi sono fermato in chiesa a pregarTi.
È stato meraviglioso!
Volevo provare la sofferenza della croce, ma non merito tanto.
E come potevo pretendere di condividere il tuo dolore,
tirando semplicemente i nervi del mio polso?
No, non Ti amo abbastanza.
Ho immerso il mio viso nell’acqua santa. Ero indeciso.
Mi sono calato nella bacinella piano piano…
quando il naso ha toccato l’acqua mi sono lasciato andare.
Sono “riemerso” felice: per un attimo avevo rivissuto il mio battesimo.
Poi mi sono inginocchiato, e le mie mani percorrevano il volto come per riplasmarlo.
Mi sono prostrato a terra. Non mi sentivo un esibizionista. Tutt’altro.
… «Benedici i miei occhi, che possano coglierti in piccoli fatti ogni giorno.
Le mie orecchie, che sappiano ascoltare la Tua Parola.
La mia bocca, che sappia tacere e creare il silenzio»…
E ancora, l’acqua sia segno della nostra nuova unione.
Commento di don Arturo Bellini.
Il gesto di Giò evoca il Battesimo e i riti del Sabato santo. Era consuetudine in passato, ma lo è anche oggi in molte famiglie, andare a prendere l’acqua benedetta in chiesa la veglia di Pasqua. Chi non poteva partecipare ai riti, appena sentiva suonare le campane “slegate” si bagnava gli occhi con l’acqua di casa, perché era acqua benedetta. L’acqua è simbolo di vita. Possiede la capacità di purificare e di rinnovare. L’acqua del Battesimo purifica dagli errori del passato e da quanto può offuscare l’irripetibile immagine di Dio impressa nella propria anima.
Questo atto, inusuale in un adolescente, assume per Giò un valore di segno. Le sue mani che riplasmano il volto dicono che il suo cuore è aperto alla novità che Dio desidera realizzare in lui.
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