Storia di una vocazione
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UN PENSIERO AL GIORNO CON DON GIÒ (1975- 2004)
Dal diario: “Io sono un sogno di Dio”
“Io sono un sogno di Dio”
Non riesco a collegarmi al Dio di Grazia:
capire che mi ha fatto essere…
Ma allora posso dire di essere una manifestazione della Grazia?
Posso dire di essere io Grazia?
Mi viene frase fatta dire: «L’ho visto nei miei fratelli, l’ho visto dentro di me…».
Ma perché non me ne rendo conto mentre ci sto coi fratelli?
Capirei di aver insultato in modo pazzesco Dio.
Vivo in mezzo a Dio, vivo dentro Dio, Dio vive in me…
la mia vita È INCONTRARE DIO:
il bello sarà riuscire a rendersene pienamente conto…
Io vedo Dio che sogna l’uomo.
Spesso mi ritrovo a pensare che io sono un sogno di Dio.
Io vedo Dio che sogna la nostra storia…
Commento di don Arturo Bellini
Giò, adolescente di 15 anni, nella giornata di spiritualità in preparazione al suo primo Natale in Seminario, fissa lo sguardo sul sogno di Dio.
Anche Dio sogna. Sogna senza dormire. Sogna perché ama. Sogna un cielo e una terra nuovi. Sogna un mondo di relazioni riconciliate.
Giò in quella giornata schiude la finestra del cuore sul mistero della gratuità della vita. L’evocazione del “sogno di Dio”risveglia la sua anima, smuove le sue energie segrete, gli dà ali per proseguire con slancio la ricerca della sua vocazione.
Scrive: “Vedo Dio che sogna l’uomo”.
Il sogno lo apre sull’orizzonte del senso della vita che abbraccia il suo inizio e il suo compimento. Dio ci ha voluto e desiderato. Dio ci viene incontro e ci ama. Ci accompagna nel fluire dei giorni. Dio ha sognato e ci tiene in cuore come una madre…
Giò accarezza il pensiero di Dio che sogna il mondo e con intuito immediato avverte di essere egli stesso nel sogno di Dio. Così, con semplicità e spontaneità, confessa a se stesso: “Spesso mi ritrovo a pensare che io sono un sogno di Dio”. Semplice fantasia adolescenziale? O primi passi per apprendere a sognare la vita con gli occhi di Dio?
Il commento più bello a questo pensiero improvviso che Giò ha cominciato a coltivare nel primo anno del suo ingresso in Seminario è di Maria Zambrano, filosofa spagnola (1904 – 1991). Nel libro “Delirio e destino” scrive: «La mia vita non è il mio sogno e se la sogno è perché io che la sogno vengo sognato. Dio ci sogna e allora dobbiamo rendere il suo sogno il più trasparente possibile, ridurre l’ombra al minimo, assottigliarla. Dio mi sogna? Sarà possibile realizzare il suo sogno? O, all’opposto, disfare la nascita? Siamo figli del sogno, nasciamo da un sogno, dal sogno dei nostri genitori, dal sogno della natura tutta, dal sogno di Dio».
Nutrirsi di questo sogno aiuta a riconoscere i segni della presenza di Dio che accompagna i nostri giorni; allena al coraggio di fare scelte coraggiose dentro questa società fluida e fragile; incoraggia a non fermarsi agli orizzonti a vista, ma a volare alto nella direzione del mistero e ad affrontare il viaggio della vita lasciando che il cuore conosca i battiti di Dio.
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