Storia dell’aborto – III
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Le metodiche abortive
Le tecniche abortive possono essere chirurgiche o farmacologiche. Tra le prime troviamo soprattutto l’aspirazione (vedi foto sotto): si introduce nell’utero un tubo collegato ad un potente aspiratore (venti volte più di un comune aspirapolvere). Il corpo viene lacerato, e il tutto è succhiato e maciullato. Questo metodo è solitamente usato per embrioni inferiori ai tre mesi.
Vi è poi l’embriotomia (vedi foto sotto): si introduce un cucchiaino aguzzo ricurvo col quale si taglia a pezzi l’embrione, e poi si procede col raschiamento dell’utero. È il metodo più praticato nei primi tre-quattro mesi di vita. Vi è poi l’isterotomia o aborto col taglio cesareo: questo metodo è, fino al taglio del cordone ombelicale, del tutto uguale ad un parto per taglio cesareo. Vi sono infine metodiche di uccisione per avvelenamento: l’embrione viene raggiunto da sostanze chimiche irritanti, che generano un’indicibile sofferenza, spasmi e contorsioni, determinando una morte lenta e dolorosa (Continua)
Francesco Agnoli
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