Sinodo sulla Famiglia – Quinta Congregazione Generale
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Riflessione di SE Mons. Philip Tartaglia – Arcivescovo di Glasgow
Di recente in Scozia, abbiamo avuto un referendum sull’indipendenza. E ‘stata una scelta semplice – Sì o No. Alla fine, la maggioranza non ha scelto l’indipendenza e ha votato per rimanere nel Regno Unito.
Il dibattito pre-referendum stava assorbendo, appassionato e partigiano. Impegno con i problemi era intenso. 85% degli elettori esprimere un voto. Il referendum diviso città, paesi, quartieri, famiglie e amici, anche mariti e mogli! Ci sono stati incontri e raduni, e carte e manifesti ovunque sostenendo Sì o No.
Avremmo mai venire di nuovo insieme dopo questo? Ci potrebbe forse essere l’unità di nuovo nel paese? Sarebbero le comunità e le famiglie e gli amici, essere in grado di conciliare le loro differenze?
Una fotografia che è stato postato sui social media ha catturato l’immaginazione. Era di due case famiglia affiancati da qualche parte in Scozia. Una visualizzato un segno di sì e l’altro visualizzata una Nessun segno. E la cosa straordinaria era che in-tra le due residenze, c’era un terzo segno, che leggiamo: Noi amiamo il nostro prossimo. E ‘stata una piacevole immagine, e potente anche, che trafisse la tensione della situazione con il tipico umorismo scozzese.
“L’amore è sempre paziente e gentile … l’amore non è mai scortese o egoista”, san Paolo ci insegna nel testo di oggi. Paolo parla con passione ed eloquente dell’amore. Non c’è niente di dis-enagaged di questo amore. L’amore deve sempre raggiungere in alle realtà, le pratiche, le circostanze a volte disordinato della vita reale, la famiglia, l’amicizia, il lavoro, e la politica. “L’amore è sempre pronto a scusare, a confidare, sperare e tutto sopporta”, dice il nostro testo. E gli alti e bassi della vita reale, non ci può essere così tanto da giustificare, tanto bisogno di fiducia, e quindi spesso c’è molto da sopportare.
La scelta delle letture per i matrimoni comprende questo testo. Preparazione per il loro matrimonio, i coniugi leggono e pensano, “E ‘così bello. Voglio che il mio amore, il nostro amore, per essere così, paziente e gentile, fiduciosa, duratura, fedele, che dura per sempre.”
E quando marito e moglie sono felici insieme e sono benedetti con i bambini, allora l’amore si espande da due a tre e quattro e cinque. In una famiglia, ci sono tutte le possibilità di essere paziente e gentile e scusare e fiducioso. Ci sono tutte le opportunità per rinnovare la fedeltà tra loro da ridere insieme, piangere insieme, sostenendoci a vicenda, chiedere scusa l’un l’altro, dando l’un l’altro il beneficio del dubbio, abbracciando l’un l’altro, essere felice per l’altro, proprio conoscendo il diritto parola al momento giusto. E quando queste cose accadono, abbiamo il privilegio di contemplare la bellezza e la semplicità e la forza dell’amore coniugale e di amore familiare, un amore che veramente attraverso la grazia di Cristo, tutto sopporta.
Ma quando frattura famiglie, l’amore è la prima vittima. L’amore che è stato il collante tra i coniugi si trasforma in odio molto rapidamente. Comunione di vita viene sostituito con un terribile logica della divisione. La pace del cuore dei bambini è in frantumi e si ritrovano entrambi amare e odiare i loro genitori, allo stesso tempo.
In questa tristezza, la Chiesa deve trovare un modo per parlare con le parole di san Paolo d’amore, che compassionevolmente scusa e perdona, ma che anche guarire e rinnovare e sollevare di nuovo; dove il perdono non è la sistemazione o indifferenza, ma genuina e riconciliazione volte conquistata a fatica, generando nuova fiducia, una nuova speranza, nuova resistenza, e nuova la fedeltà, una nuova pagina nella storia d’amore tra marito e moglie e dei loro figli.
Parole ispirate di san Paolo sull’amore che abbiamo sentito oggi significa che dobbiamo avere compassione per il dolore e la lacerazione dei cuori umani coinvolti nella separazione, tradimento e il divorzio. Parole di san Paolo ci incoraggiano a trovare un modo per sostenere proposito santo di Dio nel matrimonio e nella famiglia ma anche di difendere coloro per i quali a tal fine è diventato quasi impossibile da raggiungere. Nei momenti di difficoltà e la sfortuna, la gente ancora istintivamente si rivolgono alla Chiesa per la speranza e di consolazione e ispirazione. Non dobbiamo fallire.
Sulla croce, Gesù ha sofferto con pazienza, si scusò suoi carnefici, confidava il Padre, e aprì le braccia per abbracciare e accogliere tutti i peccatori e tutti coloro che sono nel dolore e angoscia. In questa sacra missione di amore divino, Gesù ci chiama a seguirlo.
+ Philip Tartaglia
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