Siamo attenti agli insegnamenti di Gesù e fidiamoci di Lui
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Gesù, volendo rassicurare i suoi Apostoli, dice loro: “Vado a prepararvi un posto” e quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono Io siate anche voi. E del luogo dove Io vado, conoscete la via”. Ma Tommaso non comprende e gli risponde: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”.
Queste Sorprende la domanda di Tommaso che, per tre anni aveva ascoltato gli insegnamenti di Gesù ed aveva visto i tanti suoi Segni, fa intendere che egli, come i suoi compagni, non aveva ben assimilato la nuova dottrina rivelata dal Signore.
C’è da pensare allora che Tommaso non poteva in così poco tempo comprendere la rivelazione del Messia, già era tanto averlo accolto, seguito, e avere obbedito alle sue parole. Di più non riusciva a fare, anche per la poca disponibilità a mettersi in discussione e a lasciarsi prendere dalla Parola rivelata dal Figlio di Dio.
Lui aveva bisogno di tempo per elaborare tutto quello che era avvenuto in quei tre anni più intensi della sua e della vita degli Apostoli.
Però ognuno di noi è aiutato da duemila anni di storia del Cristianesimo e può conoscere le meraviglie compiute da Gesù, raccontate da milioni di scrittori e di omelie che i grandi Santi predicavano nelle piazze affollate e nelle Chiese. Omelie raccolte e negli ultimi secoli pubblicate per la nostra formazione e anche gioia.
Solo Tommaso pone questa domanda che lascia Gesù amareggiato, forse anche nei cuori degli altri dieci c’era l’incertezza del luogo e di come ricongiungersi dopo avere ascoltato queste parole: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono Io siate anche voi. E del luogo dove Io vado, conoscete la via”.
Se escludiamo il traditore a cui non importava più nulla del Figlio di Dio perché aveva preparato un suo piano solitario che lo porterà all’impiccagione e poi all’inferno, gli altri undici sono più o meno sorpresi, però tutti tranne Tommaso si fidano del Signore e la sua Parola è già sufficiente.
Il dubbio manifestato da Tommaso è grave ma Gesù lo perdona, però nella prima apparizione agli Apostoli mancherà proprio Tommaso, considerato da Gesù ancora non degno di vederlo insieme agli altri. Dovrà compiere sforzi personali, dovrà riflettere sulle parole degli altri, pieni di gioia per la conferma arrivata dalla visione del Maestro.
Non è grave se un dubbio sulla Parola di Dio arriva alla mente, lo è quando lo accogliamo e dubitiamo con lucida convinzione. La mancanza di Fede è rivolta in ultima analisi al Signore, ogni dubbio su qualcosa presente nel Vangelo è indirizzato a Colui che lo ha rivelato.
Chi rimane nel dubbio non solo non crescerà mai interiormente, ma cadrà di continuo e arriverà a non pregare più o a farfugliare le preghiere. Quindi, qui trionfa la mancanza di fiducia in Gesù, anche se non espressa o non ravvisata lucidamente. Ma l’anima che ha assorbito anche un solo dubbio, è spiritualmente come atrofizzata.
I Dodici dovevano rimanere tranquilli e pieni di gioia ascoltando le parole di Gesù, non solo per milioni di prove che Egli aveva dato nei tre anni di vita comune, anche per le parole introduttive che dice prima di affermare che andava e ritornava e che loro conoscevano la via.
All’inizio afferma: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate Fede in Dio e abbiate Fede anche in me”. Già queste parole sono straordinariamente sufficienti per abbandonarsi e credere che nulla è impossibile a Gesù e che Lui mantiene sempre le sue promesse.
Invece Tommaso non comprese perché si era applicato poco agli insegnamenti di Gesù.
Se noi ci fidiamo poco di Gesù, ci comportiamo da perfetti estranei e Lui non ascolta le nostre biascicate preghiere. Non le può ascoltare perché la condizione è la Fede in Lui, credere che Lui è veramente Dio e tutto quello che ha rivelato nel Vangelo è autenticamente divino!
Quindi dobbiamo conoscere bene la Santissima Umanità di Cristo, meditando con attenzione il Vangelo. Dobbiamo riprodurre la Vita di Cristo nella nostra vita. Ma ciò non è possibile se non attraverso la conoscenza di Cristo, che si acquista leggendo e rileggendo la Sacra Scrittura e meditandola assiduamente nella preghiera.
Non è sufficiente avere un’idea generica dello Spirito di Gesù; bisogna imparare da Lui dettagli e atteggiamenti. E, soprattutto, bisogna contemplare il suo passaggio sulla terra, le sue orme, per trarne forza, luce, serenità, pace.
Quando si ama una persona si desidera sapere anche i minimi particolari della sua esistenza, del suo carattere, per avvicinarsi il più possibile a lei. Per questo dobbiamo meditare la storia di Gesù, dalla nascita nel Presepe fino alla Morte e alla Risurrezione.
Per leggere e meditare il Santo Vangelo con profitto dobbiamo farlo con Fede, sapendo che contiene la Verità salvifica, senza alcun errore.
Vogliamo identificarci con il Signore, perché la nostra vita, che si svolge tra varie attività, sia un riflesso della sua!
Padre Giulio M. Scozzaro
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