Si userà una legge per eliminare (lentamente) le feste cattoliche?
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Un emendamento alla legge sul lavoro domenicale e i giorni festivi, votato in Francia il 16 febbraio, prevede di permettere ai prefetti [governatori di dipartimento, ndt] delle comunità ultramarine (Guadalupe, Guyana, Polinesia francese…) di sostituire i giorni del calendario nazionale francese con quelli specifici del territorio.
Per la deputata che ha proposto l’emendamento, Éricka Bareigts (della prima circoscrizione dell’isola della Riunione), si tratta di “dare trasparenza e una base legale alle varie pratiche che si esprimono nei nostri territori”, ha reso noto L’info.re.
“La sostituzione di un giorno festivo ereditato da una festa religiosa cattolica verrebbe lasciato all’apprezzamento del prefetto, in accordo con gli agenti locali e con negoziati per adattare le convenzioni collettive”, secondo Le Figaro.
Nel suo emendamento, la deputata precisava che i giorni festivi suscettibili di essere sostituiti erano il Lunedì di Pasqua, l’Ascensione, il Lunedì di Pentecoste, l’Assunzione (15 agosto) e la festa di Tutti i Santi (1° novembre).
La versione votata il 16 febbraio, tuttavia, proibisce solo di sostituire i giorni festivi repubblicani (1° e 8 maggio, 14 luglio e 11 novembre), il che permetterebbe di sostituire anche il Natale e il giorno dell’Anno Nuovo.
Per essere applicato, l’emendamento dovrà attendere la promulgazione della cosiddetta legge Macron (un disegno di legge per liberalizzare alcuni settori dell’economia che l’Assemblea Nazionale francese ha sottoposto a voto in prima lettura il 17 febbraio) e passare l’esame del Consiglio costituzionale.
Nel corso del dibattito all’Assemblea Nazionale sull’emendamento, il Ministro dell’Economia, Emmanuel Macron, ha già affermato che il Consiglio costituzionale potrebbe ritenere che non abbia relazione con “la crescita e l’attività”, che è l’obiettivo della legge.
A cura di Roberta Sciamplicotti
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