Sette anni dalla beatificazione di mamma Eurosia
Questo articolo è stato già letto936 volte!
MARTEDI 6 NOVEMBRE
RICORRONO SETTE ANNI DALLA BEATIFICAZIONE DI MAMMA ROSA, AVVENUTA IL6 NOVEMBRE 2005 .
ERA DI DOMENICA E TUTTE LE MAMME ROSE ERANO DAVANTI ALLA TELEVISIONE, COLLEGATE IN DIRETTA SU TELEPACE, EMOZIONATE E FELICI PERCHE’, DOPO SANTA GIANNA, UN’ALTRA MAMMA SALIVA AGLI ONORI DEGLI ALTARI.
GRAZIE BEATA MAMMA ROSA PERCHE’ INTERCEDI SEMPRE PER NOI.LE TUE DEVOTE “MAMME ROSE“
Chi era Mamma Eurosia?
Hanno parlato di lei per la sua santità “feriale”, una carità spicciola, la delicatezza dei piccoli gesti e della bontà più squisita hanno portato un’altra mamma alla gloria degli altari. Nasce il 27 settembre 1866 a Quinto Vicentino e quattro anni dopo, insieme alla famiglia, si trasferisce a Marola, frazione di Torri di Quartesolo, dove si snoderà tutta la sua vita di giovane impegnata, moglie e mamma, e dove oggi riposano le sue reliquie. Rosina, come tutti la chiamano in casa, cresce in un clima familiare fortemente cristiano ed impegnato e, cosa rara a quei tempi, riesce ad imparare a leggere, scrivere e far di conto, pur avendo frequentato solo le prime due classi elementari.
Catechista in parrocchia, sarta e maestra di cucito in casa, a 19 anni la sua vita è sconvolta dalla morte di una giovane mamma,sua vicina di casa, che lascia orfane due bimbe di pochi mesi. Rosina entra in quella casa come domestica e, diremmo oggi, soprattutto baby sitter, dato che le sue attenzioni e il suo amore si riversano subito sulle due orfanelle. Sei mesi dopo il vedovo, Carlo Barban, un giovane di 23 anni, la chiede in sposa e lei accetta, dopo essersi consigliata in famiglia e con il confessore, per amore di quelle bimbe.
e questa motivazione potrebbe anche non essere la base per un vero “matrimonio d’amore”, il gesto di Rosina viene interpretato da tutti come uno squisito gesto di carità, perché lei è ben cosciente della situazione economica disastrata della famiglia del marito, dove c’è anche un suocero anziano e malato da accudire e un cognato ancora minorenne cui badare. Da quel momento la vita di Rosina è ogni giorno intessuta da piccoli e grandi gesti di carità. Mette al mondo sette figli, ma altrettanti ne accudisce, tra quelli nati dal primo matrimonio del marito e altri orfani che accoglie in casa.
Per trovare il pane necessario a tutte quelle bocche fa la sarta dal mattino alla sera, eppure nessuno bussa alla sua porta senza ricevere qualcosa, magari anche solo uova, latte e minestra che si toglie di bocca. Allatta i bimbi delle altre senza accettare compenso, si presta per l’assistenza dei malati, ospita pellegrini e poveri di passaggio, educa la famiglia ad una soda vita cristiana ed è contenta delle tante vocazioni sacerdotali e religiose che sbocciano in casa sua.
Carlo Barban muore nel 1930, Rosina lo segue neppure due anni dopo, l’8 gennaio 1932. Ora la Chiesa la proclama beata per dare a tutte le mamme un modello ed una protettrice in più, perché si è santificatasi semplicemente tra orto, stalla e cucina. Davvero una santità alla portata di tutti.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.