Sempre la vita e la madre
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Sono passati undici anni dal ritorno alla casa del Padre di Fra Slavko Barbaric. Il religioso di Medjugorje che ha reso testimonianza della tenerezza e della misericordia del Signore con passione infinita per i figli della sofferenza. Mai fermandosi alle parole o alla semplice compassione.
Anche il deserto fiorisce! Lo sanno bene quanti visitano il Villaggio della Madre “Majčino selo” a Medjugorje, voluto con fermezza da fra Slavko Barbarić ofm di cui ricorre, il 24 novembre, l’undicesimo anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre. Fra Slavko: “un sacerdote dalla personalità attiva, non si fermava alle parole o a semplice compassione. Reagiva subito alla sofferenza umana, prendeva decisioni concrete, affidava i compiti ai suoi collaboratori e prendeva delle iniziative” afferma fra Svetozar Kraljević, ofm, suo successore.
Il desiderio di fra Slavko è stato quello di servire la vita, di far sperimentare tutta la tenerezza e la misericordia di Dio, di “alleviare le conseguenze devastanti provocate dalla guerra in Bosnia-Erzegovina.” Senza riserve e in modo incondizionato, ha saputo dare una casa e una famiglia ai bambini rimasti senza le cure dei genitori. Ha desiderato coinvolgere, in questo progetto, anche i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, la popolazione locale e l’autorità statale. Ha chiamato a condividere la sofferenza dei bambini anche le Suore scolastiche francescane di Mostar.
Ma come ogni giardino ben curato si impreziosisce di nuovi fiori così il terreno incolto è stato dissodato, con la forza dell’amore di chi si è messo al servizio e, via via, sono stati creati nuovi progetti che manifestano l’amore di Dio e la cura per i suoi figli: il Villaggio “Dječje selo” casa per bambini e giovani; l’asilo infantile S. Teresa di Gesù Bambino; la Comunità per giovani con problemi di dipendenza: Padre Misericordioso “Milosrdni Otac”; la comunità Madre Crispina “Majka Krispina” per le donne e i loro bambini; l’associazione religioso-umanitaria Međugorje Mir “Majčino selo”; l’officina e galleria artistica Regina Katarina “Kraljica Katarina”; il progetto ricreativo-di preghiera-educativo Giardino di S. Francesco “Vrt sv. Franje”.
Sì, il deserto fiorisce là dove ci sono persone disponibili a mettersi in gioco. Nel nostro mondo manca l’amore. E l’amore è Dio. Fra Slavko ha detto sì a Dio, per questo ha saputo dire sempre sì all’uomo, mettendosi al servizio di tutti. Ogni qualvolta varco il cancello del Villaggio della Madre e sento il pulsare della vita, mi torna in mente quanto avvenne durante le Paraolimpiadi di Seattle: “nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente disabili, erano pronti sulla linea della partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola iniziarono la gara.
Uno dei nove cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e cominciò a piangere. Gli altri otto lo sentirono piangere. Rallentarono e guardarono indietro. Si fermarono e tornarono indietro. Una ragazza con la sindrome di Down si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire: “Adesso stai meglio?”. Allora, tutti e nove si abbracciarono e camminarono verso la linea del traguardo. Tutti nello stadio si alzarono, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. Persone che erano presenti raccontano ancora la storia. Perché? Perché dentro di noi sappiamo che la cosa importante nella vita va oltre il vincere per se stessi. La cosa importante in questa vita è aiutare gli altri a vincere, anche se comporta rallentare e cambiare la corsa.”
Cambiare la corsa è servire la vita, è gridare con Gesù: “Talità Kum… io ti dico, alzati!”. (Mc 5,41) In un tempo in cui tutto si può vendere o comperare, dove non si ha più tempo ma si è presi dalla frenesia, dalle tensioni e contraddizioni, dove il cancro dell’indifferenza genera orfani a dismisura, dove il deserto cerca di avanzare, non dimentichiamo quanto sosteneva un saggio: “il cuore dell’uomo è stato creato con un aspetto particolare: quello di Dio e quindi solo Dio può riempire il vuoto del cuore” dunque chi lo accoglie può servire la vita e dire con semplicità e fermezza: “Talità Kum”. Ecco la parola che si ripete continuamente e con amore al Villaggio della Madre “Majčino selo”.
Dire “Talità Kum” ai bambini e giovani che vivono al Villaggio “Dječje selo” è fare strada con loro, è aiutarli a crescere, a trasformare le loro ferite in perle preziose, è sperimentare l’amore che tutto guarisce; è far fronte alle paure e contrarietà insieme; è trovare percorsi nuovi, nuove strategie dove al centro vi è la persona con le sue difficoltà ma anche con le sue potenzialità. È dire all’altro non con le parole, ma con la vita “ti amo tu sei prezioso per me”.
Dire “Talità Kum” a quanti vivono a causa della tossicodipendenza l’esperienza della comunità Padre Misericordioso “Milosrdni Otac” è farsi carico della loro sofferenza, così da spezzare le catene che tengono intrappolati corpo, psiche, anima in una condizione che rende schiavi, privati della dignità. È aiutare i giovani a prendere in mano le loro vite, così da divenire autentici capolavori. Dire “Talità Kum” alle donne con i loro bambini che vivono alla comunità “Majka Krispina” è dire sì alla vita, fin dal suo concepimento. È rimanere cuore a cuore con le donne che hanno subito violenze o che sono state rifiutate dalla famiglia aiutandole non solo materialmente, ma psicologicamente, emotivamente, spiritualmente. Perché possano essere genitori responsabili, che amano e servono la vita, dono di Dio. CONTINUA
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