San Gregorio di Narek – memoria
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Gregorio Narekatsi, armeno, è monaco, sacerdote, teologo, poeta e scrittore religioso.
Nacque verso il 944 e sua madre morì quando egli era ancora un bambino. Suo padre, Khrosrow il Grande, rimasto vedovo, abbracciò la carriera ecclesiastica, affidando il piccolo Gregorio al monastero di Narek, che si trova 4 km a sud del lago di Vano Là ricevette una formazione cristiana solida e una grande preparazione intellettuale.
Emise la professione religiosa e, ordinato sacerdote, divenne a sua volta maestro e formatore degli altri religiosi del suo monastero.
Condusse una vita tutta di umiltà e carità, divisa fra il lavoro e la preghiera, animata da un amore ardente per Cristo e la sua Madre santissima.
È la figura più luminosa della letteratura cristiana armena e fu considerato santo dai suoi contemporanei ancora vivente. Morì intorno all’anno 1010.
Dagli scritti:
RINNOVAMI, SIGNORE
Considera,
Occhio che vedi tutto,
Dio di vita, di bontà, di speranza,
il clamore dei gemiti
della mia anima addolorata!
Signore Gesù,
lodato e adorato col Padre,
esaltato e proclamato
con lo Spirito Santo,
tu che solo ti sei incarnato per noi
secondo la nostra natura,
per farci per te
secondo la tua divinità,
degnati, con una meravigliosa azione divina,
te ne supplico,
o Compassionevole,
di rifarmi tutto nuovo
Io, tua immagine,
logorata dal peccato,
ti scongiuro,
di fondermi a nuovo
nel crogiuolo della tua parola.
Non rendermi male per male
a causa delle mie azioni malvagie,
così che io non debba bere
fino alla feccia
la coppa della tua ira
nell’ultimo giorno della resa finale
dei conti.
XIX, I, p. 129
Nelle tua Misericordia
Come la nube del mattino
e la rugiada che all’alba svanisce
mi sono ridotto a nulla.
Ma in nessun uomo ripongo
la mia fiducia,
per paura che,
maledetto da Colui che tutto vede,
disperato, io non perda coraggio.
Ma è in te che io confido,
o mio Signore che ami le anime.
Tu che, proprio nell’ ora
in cui eri affisso alla croce,
nella tua grande misericordia,
hai pregato il Padre tuo altissimo
per i tuoi carnefici.
Adesso,
concedimi
la grazia del perdono,
o Vita, o Rifugio;
così quando renderò il mio misero respiro,
respirerò grazie al tuo Spirito buono.
A te con il Padre e con lo Spirito Santo,
potenza, vittoria,
grandezza e gloria
nei secoli. Amen.
XXI, III, p. 143
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