San Giovanni Bosco – La vita – VII parte
Questo articolo è stato già letto1503 volte!
San Giovanni Bosco incontrò molte difficoltà per la realizzazione dei suoi santi progetti a causa della forte diffidenza delle autorità che lo vedevano il pericoloso caporione di un massa di giovinastri che avrebbe potuto provocare disordini o, sommosse popolari ma, purtroppo, anche per la gelosia di tanti parroci e curati che lo vedevano come un “concorrente” che usava mezzi sleali. Non tutti i preti però la pensavano così, c’erano anche quelli che lo stimavano e lo appoggiavano, come Don Cafasso, Don Borel e c’era soprattutto l’Arcivescovo Frassoni che lo apprezzava tanto e lo sostenne in molte occasioni. L’Arcivescovo ebbe la felice idea di approvare canonicamente l’Oratorio come “Parrocchia dei giovani senza Parrocchia”.
I tempi però erano veramente molto duri per Don Bosco ed i suoi giovani perché, oltre alle persecuzioni politiche, non si riusciva a trovare nessuno che fosse disposto ad offrire un piccolo appezzamento di terreno dove raccogliere tutta quella gioventù. Ci fu un momento in cui perfino Don Borel, che nutriva tanta fiducia nei confronti dei Don Bosco, vedendo che nessuna porta si apriva, gli consigliò di chiudere l’Oratorio fino a quando la situazione fosse migliorata.
I tempi però erano veramente molto duri per Don Bosco ed i suoi giovani perché, oltre alle persecuzioni politiche, non si riusciva a trovare nessuno che fosse disposto ad offrire un piccolo appezzamento di terreno dove raccogliere tutta quella gioventù. Ci fu un momento in cui perfino Don Borel, che nutriva tanta fiducia nei confronti dei Don Bosco, vedendo che nessuna porta si apriva, gli consigliò di chiudere l’Oratorio fino a quando la situazione fosse migliorata.
Il Santo rifiutò decisamente di sospendere l’opera, aggiungendo: “Abbiamo già una sede: un cortile ampio e spazioso, una casa pronta per molti ragazzi, con chiesa e porticati. E ci sono preti e chierici pronti a lavorare per noi”. Don Borel, che non poteva vedere nulla di tutto ciò, dal momento che quella visione apparteneva a Don Bosco, gli domandò dove fossero tutte quelle cose. Egli, che non poteva e non voleva rivelare ciò che il Signore gli manifestava, rispose semplicemente: “Non lo so. Ma so che esistono e che sono a nostra disposizione”.
A questa risposta Don Borel scoppiò a piangere pensando che Don Bosco, per il troppo stress, fosse uscito di senno e per farlo curare, convinse due amici sacerdoti a tendergli una trappola per portarlo al manicomio. Don Bosco però era troppo intelligente per non capire il tranello e finse di stare al loro gioco. Quando i due sacerdoti si presentarono da lui con una carrozza invitandolo a fare una passeggiata, lui finse di accettare ma insistette perché salissero loro per primi. Non appena essi ebbero preso posto, Don Bosco chiuse prontamente lo sportello e gridò al cocchiere: “Presto al manicomio. Lì questi signori sono attesi”. Il resto si può immaginare.
Don Manlio
NOVENA a
San Giovanni Bosco
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria
Gloria
7° Giorno – O gloriosissimo san Giovanni Bosco, che amasti con amore ineffabile tutte le anime e per salvarle mandasti i tuoi figli fino agli estremi confini della terra, fa’ che anche noi pensiamo continuamente alla salvezza della nostra anima e cooperiamo per la salvezza di tanti nostri poveri fratelli. Pater, Ave, Gloria
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.