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San Giovanni Bosco – La vita – Ultima parte

31 Gennaio 2011 | Filed under: Santi Beati e Venerabili
     

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Stanco dei continui intralci che i “nemici” gli procuravano e gli impedivano di realizzare i suoi progetti, Don Bosco compì un atto di coraggio: nell’autunno del 1853 offrì, in acconto, il denaro che alcune persone generose gli avevano donato e, fidando nella Provvidenza, iniziò i lavori per l’Oratorio di Valdocco. Dopo la costruzione delle camerate, del refettorio e della chiesa infatti Don Bosco si preoccupò di realizzare i laboratori per poter insegnare un mestiere ai suoi giovani. Comincia con il laboratorio di calzoleria, dove lui stesso insegna ad un gruppetto di ragazzi come si lavora una suola e come si maneggiano la lesina e lo spago impeciato.

Dopo il laboratorio di calzoleria, si realizza la sartoria, poi la falegnameria, la tipografia, la legatoria, l’officina meccanica. In questi sei laboratori i giovani si avviano a diventare lavoratori qualificati e specialmente gli orfani, i ragazzi abbandonati e poverissimi, si preparano un futuro. Don Bosco però non può occuparsi di tutto e allora “inventa” un nuovo genere di religiosi: i coadiutori salesiani, che sono laici professionalmente qualificati i quali per altro hanno la stessa dignità e gli stessi diritti dei preti e dei chierici.

Don Bosco, realista com’era si rendeva conto che i giovani disperati che vagavano per le strade e nei sobborghi non potevano aspettare che si studiassero piani e progetti. Bisognava cercare di aiutarli presto, anzi, subito! I ragazzi, oltre ad un asilo, hanno bisogno di scuole per apprendere e di un lavoro qualificato che possa garantire loro un futuro sereno. Il santo sacerdote ricordava un vecchio proverbio, secondo il quale “Se incontri uno che muore di fame, invece di dargli un pesce, insegnagli a pescare” ma lui vedeva le cose un po’ diversamente e diceva: “Se incontri uno che muore di fame, dagli un pesce prima un pesce perché abbia il tempo di imparare a pescare …”. Bisogna pensare ad un intervento immediato perché si trova nel bisogno estremo, non ha tempo di aspettare.

Bisognava anche pensare che i ragazzi sono “ragazzi” e quindi hanno bisogno di liberare di correre, saltare, giocare in spazi verdi e non di soffocare in luoghi grigi e chiusi. Essi hanno bisogno ci “conoscere Dio” di scoprire il suo amore, la sua verità, quindi hanno diritto ad un sano catechismo, ad una scuola che li prepari alla vita, alla formazione professionale, a tutto quanto serva per dar loro una dignità.
Don Bosco si preoccupava di dare ai suoi giovani il necessario ma talvolta la provvidenza lo metteva alla prova. Un Giorno il cuoco avvertì Don Bosco che nella dispensa non c’era rimasto più nulla e lui non sapeva come fare per dare un cibo a quelle settecento bocche che si trovavano nell’Oraorio. Don Bosco chiamò l’economo e questi gli disse che la cassa era praticamente vuota. Allora lui si recò in Chiesa e pregò davanti al tabernacolo, poi fece scendere i ragazzi in refettorio. Diede ordine al cuoco di portargli quei pochi pezzi di pane che erano rimasti e cominciò a distribuirli. Avvenne un fatto prodigioso: il pane si moltiplicava nelle sue mani così che tutti i ragazzi ebbero il loro cibo!

Un po’ per volta San Giovanni Bosco, che operava senza mai risparmiarsi, riuscì a realizzare opere veramente imponenti. Oltre all’Oratorio, che fece sorgere in molte altre sedi, fondò l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ed i Cooperatori salesiani. Fondò 56 case di salesiani in sei nazioni e avviò le Missioni salesiane inviando preti, suore e coadiutori in America latina e poi in altre parti del mondo.

Il messaggio che Don Bosco rivolgeva ai giovani è sempre valido: “Ho voluto dare un senso pieno alla mia vita. Con l’aiuto di Dio ho rinunciato ad avere una famiglia mia per diventare papà, fratello, amico di chi non aveva papà, fratelli, amici. Non ho avuto paura di rischiare la vita per gli altri perché la vita, questo grande dono che Dio ci ha dato, bisogna spenderla, e spenderla bene. Si spenderà bene se si sarà capaci di non chiudersi nell’egoismo ma aprendosi all’amore, all’impegno per chi è povero e senza nessuno.

Don Manlio

NOVENA a
San Giovanni Bosco

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria

9° Giorno – O gloriosissimo san Giovanni Bosco, che fosti sempre tanto compassionevole verso le sventure umane, guarda a noi tanto bisognosi del tuo aiuto. Fa’ scendere su di noi e sulle nostre famiglie le materne bene­dizioni di Maria Ausiliatrice; ottienici tutte le grazie spirituali e temporali che ci sono necessarie; intercedi per noi durante la nostra vita e nell’ora della morte, affinché possiamo giungere tutti in Paradiso e inneg­giare in eterno alla Misericordia divina. Pater – Ave – Gloria.

     

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l'amore, la pace e la gioia.
Fa' che la nostra vita,
sia profondamente contemplativa,
intensamente eucaristica
e vibrante di gioia.
Aiutaci a rimanere insieme
nella gioia e nella sofferenza
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nei membri della nostra famiglia
specialmente nelle loro difficoltà.
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rendere i nostri cuori miti ed umili
come il suo e possa aiutarci
a compiere i nostri doveri familiari
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come Dio ama ognuno di noi,
ogni giorno sempre più,
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come Dio perdona le nostre.
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AMEN

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