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Salve Regina, Madre di Misericordia

25 Febbraio 2016 | Filed under: Misericordia
     

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Raffaello Sanzio; La Madonna di Foligno; tempera grassa su tavola trasportata su tela; 1512 ca; Musei Vaticani; Pinacoteca Vaticana; Inv. 40329

” Nella «pienezza del tempo» (Gai 4,4)… Il Padre mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore … Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio “. (papa francesco, Bolla di indizione Giubileo, 11 apr 2015).

Nella “Salve regina”, una delle preghiere mariane più care al popolo cristiano, noi ci rivolgiamo a Maria SS. chiamandola “Madre di misericordia”. In essa c’è un profondo significato teologico, poiché tale titolo esprime la particolare preparazione di tutta la sua personalità, nel saper vedere, nelle varie vicende della storia, comunitaria, personale e di ogni uomo, quella misericordia di cui si diviene partecipi “di generazione in generazione” secondo il disegno della SS. Trinità (Cfr. Giovanni Paolo II. Dives in misericordia 9,3). Tale titolo“Madre di misericordia” si è esteso circa 1.000 anni fa a tutta la cristianità da quando la Vergine Maria intorno all’anno 950 apparve ad un monaco del monastero di Cluny, il quale aveva l’abitudine di chiamare la Madonna con questo stesso titolo che passò poi nelle litanie lauretane e modificò il testo primitivo della Salve Regina misericordiae. Da allora una grande devozione si sviluppò in tutta la Chiesa da parte dei fedeli, che vedendosi peccatori consapevoli di meritare l’eterno castigo si rivolgevano alla Madre di Gesù con la fiducia di ottenere perdono e misericordia da Dio, perché convinti che, essendo Maria madre di Cristo, uomo-Dio, da Lei, Maria madre di misericordia, sarebbe venuta la salvezza.

Nella Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia papa Francesco esordisce al nr. 1 affermando che: «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, “ricco di misericordia” (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come “Dio misericordioso e pietoso, lento aH’ira e ricco di amore e di fedeltà” (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella “pienezza del tempo”(Ga/4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio». Dunque la “misericordia” sta al centro della Rivelazione che Dio ha voluto fare di Sé stesso, e che giunge a noi nel Suo Figlio misericordioso nato Maria dalla quale “si stende di generazione in generazione”.

La perfetta rivelazione che Dio è “ricco di misericordia” è stata la morte e la risurrezione di Gesù. La morte sulla croce è la più profonda condivisione di ciò che l’uomo chiama il suo“destino infelice”: “la Croce è come un tocco dell’eterno amore sulle ferite più dolorose dell’esistenza dell’uomo” (Giovanni Paolo II. Dives in misericordia 8,2). E nello stesso tempo essa rivela la più profonda radice di questa ferite: il peccato come scelta di agire senza il Padre. La risurrezione di Cristo corona l’intera rivelazione della misericordia (cfr 1Cor 15,4). Nella risurrezione l’umanità di Cristo viene riportata nello splendore e nella vita cui ogni uomo, ognuno di noi è pre-destinato. Nella risurrezione la misericordia ha vinto la nostra miseria: in Cristo questa vittoria è già accaduta e noi possiamo prendervi parte mediante la fede e i sacramenti. L’uomo può sperare!

Maria è “Madre di misericordia” perché ha compreso il cuore di Dio che è misericordia avendone vissuto un’esperienza unica ed irripetibile. Nessuno al pari di Lei ha accolto nella sua mente e nel suo cuore il mistero della misericordia di Dio verso la sua miseria e verso la miseria di ogni uomo: “ha guardato all’umiltà della sua serva”. L’incarnazione del Verbo,prima manifestazione dell’amore misericordioso, è accaduta nel suo grembo: è da Lei che il Verbo ha preso la nostra natura umana. E non senza il suo consenso. A Lei per prima fu fatta dall’angelo la rivelazione che Dio aveva ormai deciso di ricostituire il suo Regno: regno in cui i poveri e i miseri sono restituiti alla loro dignità. Ma soprattutto Maria ha vissuto in sé il mistero della morte e risurrezione di Cristo, è stata penetrata nel suo essere dalla rivelazione della misericordia del Padre. “Soffrendo profondamente col suo unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata” (Lumen Gentium 58), ella ha capito fino a quale limite si spingeva la misericordia del Padre nel donare il suo Figlio.

Quindi Maria è Madre di misericordia, perché della misericordia di Dio ella ha fatto un’esperienza unica, ed avendo sperimentato la misericordia in modo eccezionale, diventa“madre di misericordia” per tutti gli uomini, perché sa compatire come nessuna persona umana la nostra miseria. È la sua intercessione che ci ottiene quella grazia che ci salva. Ogni persona umana viene al mondo concepita da una donna e dalla rigenerazione redentiva operata da Cristo, alla quale ha cooperato una “donna”, Maria. E’ proprio a motivo del mistero della cor-redenzione che ogni persona umana, nella sua unica ed irrepetibile realtà, èaffidata alla sollecitudine della “Madre di Misericordia”.

Ciascuno di noi quindi viva sentendosi affidato per sempre ed interamente a Maria: alla sua sollecitudine materna piena di misericordia (card. Caffarra).

Don Giovanni Basile


     

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