Salute – Respirare fa bene alla pelle
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Possiamo sopravvivere alcuni giorni senza bere, forse qualche settimana senza mangiare, ma solo pochi secondi senza respirare. La respirazione è un atto così frequente, così automatico e così fondamentale che, nella routine quotidiana, ci dimentichiamo di farlo al meglio. Spesso infatti trascuriamo, o addirittura ignoriamo, l’importanza di una respirazione profonda, ampia, liberatoria.
Il semplice automatismo di incamerare ed espellere l’aria ci permettere di sopravvivere sì, ma non di far lavorare al meglio le nostre funzioni vitali. Eppure ce lo dicono in tanti: dobbiamo respirare meglio, spremere i polmoni come spremeremmo una spugna, svuotare anche gli spazi più profondi dell’organo, non bloccare l’atto respiratorio al petto ma coinvolgere tutta la cassa toracica, allenando il diaframma a chiudersi e ad aprirsi energicamente.
Ci risiamo. È ancora colpa dello stile di vita, della frenesia, della corsa che accompagna noi occidentali: abbiamo poco tempo, troppo poco anche per respirare come si deve. Alterniamo delle inspirazioni-espirazioni brevi, frequenti, aritmiche. Insufficienti per la ideale ossigenazione di tutto l’organismo, con i suoi vasi sanguigni, gli organi, i muscoli, i tessuti. Fra questi, la pelle, superficie tessutale importante quanto i polmoni e i reni, che aiuta l’espulsione delle impurità, quali brufoli, acne, forfora, cattivi odori in caso di sovraccarico di questi ultimi.
La pelle, infatti, è la cartina tornasole del nostro equilibrio biologico ed energetico e, nella medicina tradizionale cinese, ad esempio, le si attribuisce una particolare rilevanza. La sua superficie estesa, inoltre, le conferisce importanti funzionalità, di “difesa” dagli stimoli esterni (chimici, luminosi, biologici) e di “contatto” fra dentro e fuori (assorbimento delle sostanze volatili ed eliminazione di tossine e rifiuti).
Cosa c’entra tutto questo con la respirazione? C’entra eccome, perché anche il polmone funziona un po’ alla stessa maniera, presiedendo allo scambio interno-esterno/ossigeno-anidride carbonica ed essendo l’organo che è, per definizione, in diretto contatto con l’ambiente circostante. Sempre nella medicina tradizionale cinese, inoltre, il polmone fa scendere, attraverso la respirazione, il “Qi”, il soffio della vita nel corpo, diffondendo questa energia vitale e anche i liquidi nell’epidermide.
E quando il “Qi” polmonare funziona male, la pelle ne risente diventando più debole e più suscettibile agli agenti esterni. Secondo la letteratura di questa millenaria medicina, poi, i polmoni, se ben funzionanti, possono avere un effetto rinforzante sui reni che, come detto, presiedono all’espulsione delle sostanze tossiche per l’organismo. Meglio lavorano i polmoni attraverso una buona respirazione (e una buona alimentazione), meglio staranno i reni e più sani e luminosi saranno i capelli e la pelle. Stretto anche il legame con il cervello che, nel suo funzionamento, necessita di tanto ossigeno quanto l’attività fisica.
E noto infatti che una boccata di aria fresca ci ridesta, ci da nuova carica e una rinnovata attenzione verso le attività intellettuali che stavamo compiendo. Respirare, inoltre, con la sua alternanza fra in e out ha anche una valenza simbolica, di accoglimento, accettazione di ciò che ci circonda e di capacità di lasciare andare quello che invece ci riempie. Respirare a pieni polmoni significa dunque favorire questo scambio, questo gesto di rinnovo continuativo della nostra interiorità.
D’altra parte i polmoni offrono circa 150 mq di superficie di scambio e contano 300 milioni di alveoli: ci vuole molta energia per farli funzionare tutti e molta più consapevolezza per sfruttare al massimo le potenzialità di quest’organo così delicato ma anche così forte.
Cristiana Cleri
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